Ai confini di Argon

le ultime uscite dei miei romanzi, novità, eventi e anteprime! Per condividere insieme le emozioni che solo le pagine di un libro, possono donare..

 

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"che strana creatura l'essere umano: brancola nel buio con espressione intelligente!" (Kodo Sawaki Roshi)

 

...COSA ACCADE...

...Quando un'emozione batte le sue ali d'aria al centro del cuore...e l'incanto prende vita...

 

...NELLA VITA...

..Non si può avere il pieno valore della gioia..se non si ha qualcuno col quale condividerla..

 

SYMBOLUM...SULLA COLLINA...

“.....Vogliate seguirmi, Conte…vorrei tanto farvi vedere una cosa a me molto cara.” Nulla avrebbe potuto far decidere diversamente Rudolf, ed il suo sguardo seguì i passi di quell’adorabile fanciulla. Il cielo aveva cessato di piangere. Placando la sua furia, l’aria era diventata più pungente, ed il profumo delizioso della brughiera sembrava li inebriasse totalmente. Il passo, agile e scoordinato, andava a finire involontariamente sulle pozzanghere e l’odore della terra, di quella terra incantata, entrava nelle membra dei due giovani, lasciandoli quasi senza fiato. Mai così tanta gioia aveva colmato il cuore e l’anima di Rudolf in tutta la sua vita, circondata sempre da dolore…ed ancora dolore. La mano di Selene continuava a guidarlo verso una collina dove le fronde di un maestoso platano coprivano quasi tutta la superficie. Stranamente, i due non cessavano di ridere incrociando gli sguardi, mentre il sudore imperlava le loro fronti durante la salita. Giunti finalmente in cima si fermarono, ed entrambi per qualche istante rimasero in silenzio, osservando l’incantevole panorama che si stagliava di fronte i loro occhi. .....

 

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SYMBOLUM UN AMORE SENZA TEMPO...

.....Aprì in fretta il vecchio baule della soffitta, la investì un fresco e pungente profumo di lavanda, caratteristico dei profuma biancheria che la madre era solita usare.

“Dove l’avrà messa…se non sbaglio era ancora confezionata…eccola! Ma questo cos’è?”

In fondo al baule, Cassandra fu attirata da un piccolo cofanetto color rosso scarlatto, lievemente sbiadito dal tempo. Lo prese fra le mani, il cuore le fece un sussulto in petto. Una strana emozione la invase interamente, sentì che le lacrime le salivano agli occhi senza capirne il perché. Lentamente, lo aprì. Un diario, i fogli ingialliti, la copertina un po’ sgualcita. Un piccolo ritratto dall’ovale cornice. Erano gli unici oggetti racchiusi lì dentro con cura. Istintivamente aprì il diario, leggendone così la prima pagina, una calligrafia dalla linea gentile, inchiostro nero.....

 

 
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« Perchè Argon...AI CONFINI DI ARGON capi... »

"Ai confini di Argon" Fine capitolo 12....

Post n°5 pubblicato il 10 Settembre 2009 da raggioDiLuna84

«Dunque Argon è ancora viva. Io sono vivo». Ludovic guardava la distesa di coralli rosa che si stagliava di fronte la piccola ma graziosa bolla assegnata a Loren come alloggio. Quella era l’ultima notte che passavano a Water Fairy, tra poche ore avrebbero dovuto riprendere il viaggio che li attendeva e lui non era riuscito a dirle la verità. A dire il vero, stava per farlo, ma erano stati interrotti dal richiamo della regina e dopo il suo racconto fatto di quelle scoperte a dir poco sconvolgenti, non si sentiva in grado di affrontare l’ulteriore immenso macigno che gli batteva in petto e gli divorava l’anima. La verità che più l’aveva stravolto era lo stato in cui Argon ormai da secoli si trovava. L’incantesimo di Malock li aveva imprigionati vivi in quella dimensione sconosciuta, costretti a subire assurde sofferenze in un’esistenza priva di perché. Fino a quel momento aveva creduto di esser semplicemente un’anima in pena, rimasta lì in attesa di esser liberata dalla loro paladina giunta dalla Terra. Invece, un raggio di tempo era stato fermato nelle profondità di quelle acque, bloccando per loro ogni corso della vita. E ora… sapeva che a breve, sarebbe morto. Lui come tutti i poveri abitanti di Argon, sarebbero finalmente morti, dopo secoli vissuti inutilmente. Avrebbe causato quest’ulteriore sofferenza a Loren.

«Sì, Ludovic… sei vivo. Proprio come me». «Ma sai quanti anni ci separano. È assurdo». Loren gli passò dolcemente una mano tra i capelli, lui amava ricevere questo piccolo e semplice gesto che riusciva a trasmettergli brividi mai provati prima. «Il nostro è un amore impossibile. Non dovremmo farci tanto male, te ne rendi conto?». Continuò lui, fissando con lo sguardo un punto indecifrabile. Si chiedeva come sarebbe stata la sua vita, se l’avesse potuta condurre al fianco di Ludovic. Se avessero potuto sposarsi, avere dei figli, costruire la famiglia che entrambi avrebbero desiderato. Si sentiva legata ad Argon, alla vita che ne aveva condotto in questa prima e, riusciva persino a immaginare come sarebbero state le terre che Rowena e Victor avrebbero di certo loro donato dopo l’unione in matrimonio. Ovviamente, tutte queste sarebbero rimaste domande senza risposta nella sua mente e nel suo cuore… e non sapeva dove trovare la forza per non cedere al pianto che le bussava ferocemente dentro. «Me ne rendo perfettamente conto. Ma non sappiamo realmente cosa ci attende, che ne sarà di noi e di quello per cui lottiamo». Lo guardò, intensamente. Sentì il suo respiro sfiorarle l’orecchio, quando un istante dopo lui la tirò a sé in un impeto di trasporto, il suo respiro che sembrava incendiare ogni fibra del suo corpo. «Non ci resta che vivere questi brevi momenti prima della resa dei conti. Rimarrà solo questo del nostro amore, quando tutto sarà finito». Furono queste le ultime parole che Loren riuscì a dire, prima che lui divorasse letteralmente le sue labbra in un bacio che gridava tutta la passione che gli bruciava l’anima, il desiderio dirompente che lo avvinghiava al corpo della donna, la quale, tremante di piacere, si era lasciata dolcemente travolgere dalla sua sete d’amore. La sollevò da terra, conducendola tra le sue braccia verso il letto di alghe profumate; le tendine erano state chiuse, una lieve luce lunare sembrava carezzarle, ma erano in realtà le luci provenienti dal palazzo reale, dove ancora i balli per il compleanno della regina non erano terminati. Era delicatamente agre il profumo che i grandi fiori posti in un vaso vicino il suo giaciglio, sprigionavano, ma piuttosto piacevole nel mescolarsi al profumo della pelle di Ludovic, il quale l’aveva interamente schiacciata sotto la sua massiccia corporatura che sembrava aderire perfettamente alle sue snelle forme.

Quando chiuse con il palmo di una sua mano un seno dai contorni perfetti e dalla morbida forma, una scossa divampò nel suo essere, portandolo a riempire le sue labbra con un turgido capezzolo che sembrava esigere il piacere dovuto; un gemito soffocato uscì dalla gola di Loren, sentiva il fuoco della passione scalpitare sulla sua pelle come destrieri imbizzarriti, le sue mani non riuscivano a saziarsi del corpo fremente di desiderio che la sovrastava. Senza più alcun freno, iniziò a inarcare i propri fianchi verso l’organo prorompente di lui, procurandogli intense fitte di piacere. Ma quando sentì scorrere le dita audaci e pretenziose verso la sua calda e umida fonte di piacere, il suo sapiente giocare con essa la travolse come un’onda rendendola simile a cera tra le sue mani. Cercavano entrambi, esigevano sempre di più. Quando i loro sguardi si fusero insieme al respiro, ai gemiti di piacere che uscivano dalle loro labbra come dolce nettare invitante, il bisogno di possedersi divenne incontrollabile. E i due si plasmarono in un unico essere vibrante d’amore, divenendo simili a due lampi nel silenzio. Ma nel momento in cui Ludovic penetrò dolcemente il tenero ricettacolo di Loren, rendendola completamente sua, avvenne un qualcosa di straordinario. Dalla superficie del mare, un raggio di luce si fece strada all’interno delle acque, diramandosi leggermente ed espandendo il suo splendore attorno i corpi dei due amanti. Un piacevole calore li avvolse come un tenero abbraccio, eppure continuarono a non accorgersi di quel che stava accadendo in quel luogo. Si amarono a lungo, fino all’appagamento totale dei loro corpi assetati d’amore; e proprio nell’istante consumato dall’amplesso di entrambi, il miracolo avvenne: dove prima vi era il piccolo raggio di luce giunto dall’alto, si aprì un varco tra le acque, un tunnel che dalle profondità in cui si trovavano, li congiunse con l’aria fresca e frizzantina di cui si poteva godere al di fuori di quel mondo sommerso. Si accorsero solo durante l’intenso amplesso di esser carezzati dai tiepidi raggi dell’alba, di esser guardati dal sole che faceva capolino dando l’annuncio di un nuovo giorno. Il cielo vellutato da nuvole color rosa pesco gli faceva da manto, il mare attorno a loro brillava come arcobaleno spruzzato di rugiada. Solo il breve infinito attimo del loro primo e unico amplesso, poi tutto tornò perfettamente come prima. Il magico dono svanì, lasciando i due profondamente sconvolti per l’accaduto. Ancora ansimanti, si persero nuovamente tra i labirinti dei loro occhi, cercando uno nell’altra la risposta alle loro domande e, in un istante fu tutto chiaro: qualcosa o meglio, qualcuno, aveva deciso di far loro quel dono d’inestimabile valore, un dono che avrebbero custodito per l’eternità. Un autentico prodigio aveva baciato le loro fronti, si erano potuti amare… per una volta, avevano potuto vivere il miracolo dell’amore.

 

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Un blog di: raggioDiLuna84
Data di creazione: 08/09/2009
 

Ascoltate, pellegrini in cerca d'amore...

Poche, semplici parole, possono racchiudere il chicco di forza che ci manca per andare avanti con speranza.

Buon Natale, amici miei... ;)

 

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...NEL SILENZIO DELLA NATURA...

...Lasciamoci trasportare dalle note dell'anima...che scendono, come lacrime di luna, fino a benedire ogni nostro passo...

 

...PAURA D'AMARE...

<<....cerco solo di proteggerti da qualcosa che potrebbe ferirti molto più di quanto credi, Loren. Non sono quel che credi di conoscere...non merito il tuo amore>>. Tratto da          "Ai confini di Argon".

 

FINE PRIMA PARTE SYMBOLUM...ED INIZIO SECONDA

“…in questa notte che grida tempesta ai nostri cuori…

il vento soffoca il respiro che lotta con il gelo delle anime che ti circondano.

Trema, la mia parola…

limata  e ammorbidita dai miei pensieri.

Così…ogni giorno, ogni attimo…è una vita.

Perché la vita stessa è un istante.”

 

...Navighiamo tra le candide nuvole della nostra anima..porgendo un battito di cuore all'universo che ci appartiene, quando riusciamo ad amare totalmente..ed incondizionatamente....

 

QUANDO L'AMORE SUPERA TE STESSO...

...qualsiasi ostacolo, diversità, dubbio...diviene invisibile come l'aria e indispensabile...come l'acqua che ci disseta. Di quelle domande iniziamo a nutrirci...fino a renderle indispensabili per il nostro domani....

 

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SYMBOLUM...IL PRIMO INCONTRO...

“Siete molto giovane per occuparvi degli affari di famiglia, Conte,  sbaglio?” Gli occhi di De Volterra s’incupirono, il suo sguardo diffidente, forse troppo duro per la sua età, incuteva timore e al contempo tenerezza.

“Barone, quando è il dovere che v’impone certe scelte ed obblighi, suppongo che non conti l’età del soggetto, ma la sua maturità interiore.”

Rispose con un lieve sorriso tra il rassegnato e l’obbiettivo.

“Ma certo, certo mio caro Conte. Dovete scusare la mia loquacità!”

Disse arrossendo lievemente il Barone.

“Oh, ma prego…guardate, stanno giungendo i due fiori di questa casa…i più rari, vi assicuro.”

Lo sguardo di Rudolf corse lentamente attraverso i maestosi quadri che adornavano il palazzo dei Baroni, raffiguranti incantevoli paesaggi boschivi.

Non appena gli occhi di Selene e Rudolf s’incontrarono, una tempesta d’emozioni li colpì senza pietà…un vortice di colori, di luci…un attimo. Fu un lieve, dolce istante, ed il fiore più prezioso sbocciò tra due frammenti di cuore che fino ad allora ignoravano certamente l’esistenza di un’essenza così potente e inebriante.

 
 

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