Uncensored

VACANZE 1999: DALL'EST ALL'OVEST


1/8 ore 9:36 Prien am Chiemsee La pace E’ dunque giunto il momento di raccontare la notte del trasferimento Milano-Monaco di Baviera (Germania). La prima sorpresa è di quelle che fanno male: già da Milano il treno si presenta praticamente stracolmo, con i pochi posti a disposizione spesso prenotati. Nonostante ciò riesco ad arrangiarmi, trovando un buco in uno scompartimento. Per la verità il posto non è precisamente libero, bensì occupato da un signor zaino: la ragazza di fronte, resasi conto delle mie intenzioni, si affretta a liberarlo, ed il gioco è fatto. Delle sei persone presenti nello scompartimento tre sono di nazionalità tedesca, una donna e due uomini, apparentemente del tutto indifferenti al caldo infernale. La partita è comunque ancora tutta da giocare: anche il team-Italia si compone di tre elementi: il sottoscritto, la ragazza (carina..) che ho di fronte ed un distinto signore alla Milano da bere sui trentacinque. Riusciamo parzialmente ad imporci, lasciando passare uno spiraglio d’aria respirabile dal finestrino. Raggiunto un clima quasi vivibile (il quasi è d’obbligo) calo il mio asso dalla manica lanciandomi in una sorta di monologo attraverso il quale cerco di coinvolgere gli altri due connazionali nelle mie mai sufficientemente riservate vicende personali. Il Brambilla è in realtà torinese, un rappresentante di articoli sportivi che, per arrotondare, dà lezioni di tennis e di educazione fisica nella scuola media. Praticamente un indigente.. La ragazza, inizialmente sulle sue, si mostra un’autentica rivelazione: affatto italiana ma ceca di Ceske Budejovice dov’è diretta per trascorrere una settimana in famiglia, risiede in Italia da circa otto anni e vive attualmente a Casale Monferrato, dopo precedenti esperienze a Torino e Mezzo Lombardo (ma esiste?). Alla sosta che il treno effettua come di consueto a Verona, scendo con lei per la canonica sigaretta; appena risaliti il falso-Brambilla ci annuncia trionfante di essersi aggiudicato una cuccetta (che vita di stenti e ristrettezze la sua..) e viene rimpiazzato in scompartimento da una ragazza milanese (era dunque destino) che per un paio d’ore aveva goduto di un piacevolissimo viaggio in corridoio. La notte va secondo il mio referenziato pronostico: dormono o meglio russano tutti tranne uno a scelta: non ho mai perso un sorteggio. Intorno alle quattro esco in corridoio con la milanese (ma non dormiva?) che mi rende partecipe del gran freddo sofferto confidandomi poi di essere diretta a Monaco di Baviera dove raggiungerà il ragazzo in attesa di sostenere probabilmente per fine settembre un esame alla scuola per interpreti. La conversazione non mi esalta e riprendo così posto in scompartimento dove il concerto prosegue con inalterata solennità. All’arrivo alla stazione di Monaco di Baviera (1/8 ore 6:35) scendo con la ceca e insieme ci concediamo una colazione. Scopro mio malgrado che al ritorno in Italia si recherà in Calabria (terra d’origine del suo ragazzo: e figurarsi..) e, vincendo la mia atavica timidezza riesco altresì a conoscerne il nome, l’indirizzo e il numero di telefono. E dire che non ho fatto assolutamente uso di sostanze dopanti.. Ci separiamo per un attimo causa suoi impellenti bisogni fisiologici per poi ritrovarci sul binario di partenza del suo prossimo treno diretto a Passau. Scambiamo ancora qualche parola, un innocente bacio di saluto, mi lusinga con un “Ci vediamo”, le prometto una cartolina con saluti da Lisbona e le nostre strade si dividono. Era proprio necessario? Dopo circa un’ora, orfano del mio pesantissimo zaino saggiamente lasciato al deposito bagagli, raggiungo in treno la ridente e fresca cittadina di Prien am Chiemsee dove una tranquilla passeggiata mi conduce al rilassante cospetto del lago omonimo, con la rincuorante prospettiva di qualche ora di meritato riposo. In realtà la pausa si limita a qualche decina di minuti durante i quali prende corpo la stesura della prima parte di questo paragrafo. Riprendo la marcia e seguendo un percorso consigliato concludo la mia visita costeggiando il lago. Di ritorno alla stazione salgo su un treno che, via-Freilassing, mi porta a Berchtesgaden, paese montano scelto per le vacanze da un signore che si faceva chiamare Adolf Hitler. Qui colpiscono le alte vette (in alcuni casi innevate) che dominano la vallata. Certo con qualche giorno a disposizione non sarebbero certo mancati suggestivi itinerari.. invece mi accontento di una pizza che alle quindici mi permette di restare in piedi e di scattare qualche fotografia di commiato. Ma come spesso accade dal vivo è tutt’altra cosa..