l'immagine dell'intestazione è un mio fermo-immagine tratto da "IL VENTO CHE ACCAREZZA L'ERBA" di Ken Loach
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5/8 ore 18:37
Aspettando Franco, appena fuori dalla Stazione di Danzica (Polonia).
Tre passi indietro…
Praga è esattamente come la ricordavo: stupenda.
L’inizio non è dei migliori in quanto il locale cambio
mi affibbia una commissione dell’8%
(in questi paesi sembra quasi siano nati per fotterti!)
Un Franco sorprendentemente disinvolto
con il suo personalissimo “esperanto fai da te”
acquisisce con il minimo sforzo una cuccetta per Varsavia
al modico prezzo del corrispettivo di 20000 lire.
Lasciati gli zaini nel locale deposito automatico (500 lire! W l’Est!),
la visita può avere inizio.
Interpreto il mio ruolo di guida più che dignitosamente
(il socio, bontà sua, mostra di gradire),
riuscendo persino a visitare la zona del Vysehrad,
appuntamento mancato durante la mia precedente comparsa in terra ceca.
Il ritorno in Stazione segna la fine di una robustissima trottata.
Il motto pare sostanzialmente definirsi: soffrire per godere…
Ma nulla a che vedere con la dottrina dell’affermato luminare Von Masoch.
Al momento di esaurire la moneta rimasta
(48 corone scarse, equivalenti a circa 2600 lire),
faccio un’inquietante scoperta:
il prezzo delle sigarette pare sostanzialmente libero,
oscillando il medesimo dalle 46 corone mattutine alle 50, 52, 58 serali
nei tre chioschi che vado a sondare.
Ok. Niente sigarette. Vada per l’acqua.
Tra l’altro sicuramente meno dannosa.
Con un mal di testa in stile “martello pneumatico” a tenermi per mano,
saliamo sul treno sistemandoci in cuccetta:
come coinquiline due ragazze inglesi piuttosto schive
con le quali risulta subito superfluo
tentare un benchè minimo abbozzo di conversazione.
La mia prima cuccetta in ventotto anni non può certo dirsi comoda;
inclinata e con lenzuola troppo corte,
mi permette comunque un riposo di qualche ora.
Alle ore 8:15 della mattina successiva (3/8),
salpiamo alla Stazione Warszawa Centralna,
sorprendentemente molto spaziosa, strutturata a sorta di labirinto.
Tramite l’Ufficio del Turismo ci garantiamo una sistemazione per la notte
(Hotel per me, Ostello per lui) che,
dopo aver reperito valuta locale,
ci accingiamo a raggiungere a piedi,
tragicamente perché molto pesantemente accompagnati
dagli “ingombranti bestioni” (gli zaini).
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