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VACANZE 1999: DALL'EST ALL'OVEST (secondo paragrafo)

Post n°85 pubblicato il 12 Aprile 2010 da ConfTrInt
 


4/8 ore 18:37 Sul treno da Lublino a Varsavia (Polonia)


Il mio resoconto riprende dopo un buco di ben tre giorni
ripartendo comunque da dove ci eravamo lasciati..



Intorno alle 20 (1/8) sono di ritorno a Monaco di Baviera
dopo un’indesideratissima sauna su un treno pieno come un uovo.
Praticamente esausto ricorro alle residue forze
percorrendo a memoria la strada che mi porta
(e mi ha già portato in anni precedenti) alla piazza del Rathaus,
un capolavoro assoluto al cui cospetto rimango ogni volta senza parole.
45 minuti e sono di nuovo di ritorno in stazione:
sono le 21:30 (1/8) quando, recuperato lo zaino,
mi procuro il necessaire, per il vero molto spartano,
per una rustica cena consistente in una banana e una cioccolatina;
in chiave problemi d’alito post-pizza pomeridiana
mi concedo anche due pacchetti di chewing-gum salva-alito.
Nel tratto di binario dove fisso la mia dimora
mi fanno involontaria compagnia l’immancabile gruppo di giapponesine
e quattro connazionali, due ragazze alle mie spalle ed una coppia al mio fianco.
Probabilmente annebbiato nelle idee dalla sovrumana stanchezza
mi soffermo compiaciuto a riflettere,
sicuro dell’immediata riconoscibilità del mio zaino
sul fascino che posso esercitare come lupo solitario tricolore
in viaggio per l’Europa.
L’importante è crederci..
Il treno diretto a Praga giunge fortunatamente in stazione
con circa trentacinque minuti di anticipo rispetto alla successiva partenza.
Con un’andatura modello Igor-dopato
(un precedente compagno di viaggio dello Scandinavian Tour 1995,
tristemente rievocato per il suo insostenibile ritmo di marcia)
recupero brillantemente posizioni e,
giunto quasi in coda al convoglio,
atterro per primo in una delle due carrozze di seconda classe.
Ad attendermi lo scompartimento dei miei sogni,
deserto e meravigliosamente libero da prenotazioni,
dove scelgo senza incertezza alcuna il sedile di fianco al finestrino.
Sono trascorsi meno di dieci minuti quando,
in piedi nel corridoio per controllare la situazione-imbarco passeggeri
(appare tutto pericolosamente troppo bello per essere vero),
mi viene incontro la ragazza della coppia di connazionali
citati in precedenza chiedendomi informazioni in inglese;
ne smorzo le ambizioni da poliglotta con un “Dimmi pure…”
al quale fa seguito un umilissimo “Il treno va a Norimberga?”.
Abbastanza convinto rispondo di sì
e all’arrivo del suo ragazzo propongo un ulteriore controllo
sulla Bibbia del viaggiatore (il Thomas Cook European Rail Timetable)
ma l’operazione si dimostra superflua.
Alla ricerca di compagnia mi domandano se possono fermarsi
e volentieri rispondo di sì:
l’offerta di un bicchierino di sambuca vorrebbe suggellare l’incontro
ma mi riservo di posticipare dopo la cena che,
consideratane anche l’entità ridotta all’osso, divoro in men che non si dica.
Passano pochi minuti ed accogliamo anche uno yankee
(che in seguito ci racconta di aver studiato
all’Accademia di Belle Arti di Firenze per poco più di un mese)
ed una neozelandese dai lineamenti orientali (le sue origini).
L’improvvisata compagnia pare funzionare alla grande:
si brinda a sambuca e,
alternando il nostro stentato inglese
all’altrettanto stentato italiano dello yankee,
raggiungiamo la ben nota pace dei sensi del viaggiatore.
Ed ecco apparire all’orizzonte, in piena zona Cesarini,
assatanati kamikaze nipponici che,
mostrando tra l’incredulità generale
la prenotazione per l’intero scompartimento,
ci sbattono elegantemente fuori col fischio
(l’accompagnamento musicale da loro scelto per celebrare l’evento).
Nel frattempo il treno è partito e si rischia concretamente la notte in corridoio.
I due extra-europei trovano comunque una collocazione
nello scompartimento adiacente mentre Il Bel Paese soccombe.
Ancora con il bicchierino di sambuca in mano
realizzo la tragicomicità della situazione.
Le prime due ore non sono poi così terribili
grazie al secondo giro di sambuca
ed al nascente mega-dibattito intavolato con i nuovi vicini di casa
Mauro e Roberto (dal devastante accento trasteverino),
dediti come il sottoscritto alla energeticamente dispendiosa arte dell’InterRail.
Fioccano esperienze, aneddoti e consigli:
dal Centro IR di Copenhagen dove tutto è gratuito,
ai brutti ceffi che fanno subito sentire a proprio agio
i viaggiatori di passaggio davanti alle stazioni ferroviarie di Varsavia ed Amburgo.
Il sambucomane (di Mantova) e Roberto furoreggiano
per cui devo ben presto rassegnarmi al ruolo di comprimario.
Che novità..
All’1:25 (2/8) raggiungiamo Norimberga
e la coppia di mantovani ci saluta
aumentando lo spazio vitale a nostra disposizione;
intanto voci di corridoio (o se preferite puerili sogni ad occhi aperti..)
ipotizzano l’aggiunta di carrozze ma, vinti dalla stanchezza,
non ci preoccupiamo granchè di saperne di più.
Il corridoio si mostra un vero osso duro:
strettissimo, privo di sedili estraibili, assolutamente insuperabile nella demolizione fisica dei passeggeri.
Le provo veramente tutte;
coricarsi in terra non risolve i problemi di spazio
e pertanto cerco di ottimizzarlo assumendo posizioni
degne di un maestro di yoga
che vanno ad incastrarsi con quelle di Mauro.
Non risolvo assolutamente nulla anzi rasento l’esaurimento nervoso,
ma perlomeno entro inavvertitamente in contatto fisico
con una ragazza spagnola che pare sussurrarmi qualcosa
e subito dopo sghignazza con l’amica.
Superfluo in quanto scontato dire che, come molte sue connazionali,
mi attrae sessualmente..
Seguono un controllo in versione Commissario Rex
ad opera degli scorbutici nazidoganieri teutonici
ed una "simpatica" litigata con l’intero Sol Levante
al termine della quale ritengo di aver senza dubbio raschiato il fondo del barile
delle energie residue.
Nel frattempo emerge una sconvolgente verità…
I famigerati musi gialli
(scusate il mio indegno vocabolario di stampo vagamente razzista),
blindati in due scompartimenti a colpi di scotch modello-Saratoga
(voglio sottolineare che il variopinto linguaggio
con il quale ho raccontato questo viaggio Monaco-Praga
si limita in realtà a sottolineare sarcasticamente
comportamenti scandalosi dei quali sono stato mio malgrado testimone
e non, come a molti potrebbe sembrare,
una fervida fantasia all’opera con un malcelato desiderio
di colorire situazioni molto meno eclatanti),
sono in realtà soltanto sei:
capito dove può arrivare la perfidia umana,
accompagnata da un cambio monetario favorevole?
In altre parole,
tre persone per scompartimento a ronfare beatamente
e noi, poveri diavoli, a formare un cordone di disperati lungo il corridoio
che, come in tutti i treni della vecchia Europa,
non fa della pulizia il suo cavallo di battaglia.
Sono ormai le 5:30 (2/8) del mattino
quando un’energica donna-controllore di nazionalità ceca li scrolla per benino
cosicchè io, Mauro e Roberto entriamo trionfalmente nello scompartimento;
la tensione accumulata durante la notte mi impedisce comunque di dormire
per cui la soddisfazione risulta molto relativa.
Sono le 8:10 del 2/8 quando, stremato
(reduce da due spassosissime notti senza sonno),
scendo alla stazione di Praha Hlavni
per il mio ritorno in terra ceca
a tre anni di distanza dalla mia prima visita
(l’eroicamente solitario Maybe Last InterRail 1996).
Arrivo nella hall principale, reciproci “In bocca al lupo!” coi due trasteverini,
e posso finalmente dirigermi verso il primo binario,
il luogo dell’appuntamento con Franco
(British Tour 1994 con Cristina a rimorchio).
“Mazza… ci sei?”.
Eccolo.
Missione compiuta!


 
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ULTIMI COMMENTI

anche io vorrei fare troppo questa esperienza!
Inviato da: lollino950
il 14/06/2012 alle 10:34
 
a quindi non ci sei più su facebook?!?!?!
Inviato da: lollino950
il 14/06/2012 alle 10:33
 
ci sei su fb?
Inviato da: lollino950
il 14/06/2012 alle 10:31
 
sei bravissima a scrivere!
Inviato da: lollino950
il 14/06/2012 alle 10:31
 
..l'ho fatto anche io, qualche settimana fa. E..si...
Inviato da: Nu
il 25/05/2012 alle 12:09
 
 
 

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