Librerie Arion

Che fine faranno i libri?


"I librai potranno riempire i loro negozi di tutto ciò che vogliono, come già sta avvenendo: dalla cancelleria alle cartoline, dai videogiochi alla musica, dai pupazzetti ai cioccolatini per gli innamorati, alle bottiglie di vino pregiato, ai tè aromatici, agli oggetti elettronici, ai lavori di artigianato locale. Ma dovranno sempre ricordarsi di essere dei librai e che le altre merci non possono nascondere i volumi. Un grande pericolo per questa categoria è di diventare snob. La vera cultura non si è mai identificata con una setta di pochi eletti. Il libraio che disprezza i suoi clienti non è adatto a fare questo bellissimo mestiere. Un mestiere che va difeso e facilitato perché è un servizio, nel senso più alto della parola: le librerie sono farmacie della cultura e della memoria. Ma anche un servizio alla gioia e al piacere. I librai indipendenti, che gestiscono grandi o piccole librerie, dovranno già nell'immediato difendersi dalla concorrenza delle catene monopolistiche, accentuando ancora di più la propria identità, dovranno essere imbattibili sui servizi offerti al cliente e, soprattutto, dedicare una parte del loro esercizio alla specializzazione: individuando meglio, nella propria zona, i clienti potenziali, attirando in libreria (con presentazioni e altre iniziative) coloro che cercano libri per poter migliorare la propria professionalità.  Da "Che fine faranno i libri?" Di Francesco M. Cataluccio  -  Gransasso nottetempo editore