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Aiazzone: prove di saccheggio


Ha l'aria di un esproprio proletario la tentata razzia di mobili e suppellettili messa in atto da un gruppo di persone, circa ducecento tra creditori,  clienti truffati e dipendenti, al magazzino Aiazzone di Pognano, in provincia di Bergamo.In realtà l'esproprio proletario affonda le sue radici nella politica della sinistra extraparlamentare che, specie negli anni settanta, rivendicava il diritto delle classi a basso reddito di riappropriarsi di beni e servizi a cui non avevano accesso per motivi economici.I tentati espropri di  Pognano, invece, le radici le affondano  in un profondo senso  di sfiducia nei confronti della giustizia e, a ben vedere, non hanno tutti i torti coloro i quali, muniti di camion e furgoni presi a nolo, hanno cercato di entrare in possesso di qualcosa che, di fatto, è già proprio avendolo pagato.Ben sapendo quanto vanno a rilento le cause in Italia, i creditori hanno optato per il "fai da te" dimenticando che Aiazzone vende mobili e non attrezzi per il bricolage.Scherzi a parte, l'episodio suscita tanta incredulità ma anche  condivisione per chi è stato letteralmente derubato e non ha appigli immediati ma solo la speranza di portare a casa, forse un giorno,  ciò per cui ha sborsato certamente  con sacrifici e rinunce."Provare per credere", diceva il buon Guido Angeli nello spot pubblicitario in voga anni fa: tanti ci hanno creduto e ora provano a saccheggiare.