Raccolta

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 Tanti anni fa frequentavo un baruccio, qui nella piazza centrale delle mia città, una specie di Bar Sport. C'erano tre biliardi e un flipper e, naturalmente, un juke-box.
Qualche sera ci veniva un vecchietto che raccontava  a noi ragazzi episodi della sua vita. Ripeteva spesso le stesse cose, quindi mi sono rimaste impresse le sue parole.Qualcuno di noi lo derideva, io non comprendevo tutto ma mi faceva un po' di tenerezza. Alla fine tutti quanti gli pagavamo la vecchia (era chiamata "la vecchia" il cicchetto di Vecchia Romagna Buton nel calice Napoleon, non so se si usa ancora così).Ora che capisco molto bene ciò che voleva dire, gli voglio fare un omaggio, e riporto i suoi concetti in questi piccoli appunti, peraltro molto elementari.Si chiamava Peppino.  Una vita normale Son giunto a quest'etànon per fare bilancinon per dare consiglinon già per ricordarequant'era bello amare.Son giunto a quest'etàseppur con qualche macchiama ora è stanca la mia mentee il mio corpo spesso arrancaper un lavoro deficiente.Son giunto a quest'etàeppur qualcosa manca.In testa sempre é vivala voglia di scapparedi correre e sudaredi pestare i piedi  urlarecose che non ho fattocose che non ho scrittovolti non conosciutigli sguardi non capitiun cupo temporaledi notte  in riva al mareoppure su in montagna in mezzo ai lampi e ai tuoni ...Ecco cosa mi manca:un giorno da leoni.by Artchokerpubblicata in febbraio 2009