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LA CHIESA E IL TESORO DI SANTA MARIA DELL'IMPRUNETA


Il cotto dell'ImprunetaMaestri del Rinascimentoe le fornaci di oggi5 luglio 2009
Visita alla chiesa di Santa Maria dell'Impruneta e alla mostraIL COTTO DELL'IMPRUNETA L'Impruneta (m. 274) rappresenta, per chi proviene da nord e sebbene non ne faccia ancora parte dal punto di vista amministrativo, la porta ideale del Chianti. Superato il capoluogo toscano e diretti a sud, incontriamo ville antiche e chiese che si innestano armoniosamente in un paesaggio vario e complesso, ma con caratteristiche di straordinaria bellezza e armonia, degna appendice di Firenze vicina. Le architetture civili e religiose lasciano lentamente il passo a quelle più propriamente agricole, intrecciate comunque a memorie storiche ed artistiche.
L'interesse per l'Impruneta va perciò unito alla suggestione particolare del paesaggio: le colline intorno e la collocazione del paese sulla dorsale tra i fiumi Greve ed Ema, giustificano la scelta abitativa degli Etruschi e chiariscono l'importanza che il paese ebbe successivamente sia come feudo dei Buondelmonti che come centro di una delle leghe fiorentine, un'unità amministrativa a metà strada tra i nostri comuni e le odierne province.Interessante dal punto di vista storico ed artistico è lo sviluppo edilizio a raggiera realizzatosi nei secoli attorno al Santuario di Santa Maria. La chiesa venne fondata nel Medioevo dalla famiglia dei Buondelmonti e divenne un luogo devozionale per un'icona della Vergine trovata in loco che si riteneva dipinta dall'Evangelista Luca. Si narra che all'epoca dell'edificazione della chiesa, quello che si costruiva di giorno, misteriosamente di notte si disfaceva. Quando si caricavano le pietre su alcuni buoi, questi, arrivati a un certo punto, si inchinavano. In quel punto si cominciò a scavare, ritrovando così miracolosamente l'immagine sacra.
Nel XV secolo la chiesa subì dei sostanziali rifacimenti e venne circondata da mura e torri che le dettero l'aspetto di una fortezza inespugnabile. Rimaneggiata attorno al 1525, la Compagnia delle Stimmate di San Francesco di Firenze decise nel 1634, su progetto di Gherardo Silvani, di costruire il portico antistante alla facciata, costituito da cinque ampie arcate. Sul lato sinistro del Santuario ancora oggi si erge la torre civica medievale col grande quadrante dell'orologio. La basilica conserva una svettante torre campanaria del XIII secolo e numerose opere d'arte al suo interno.
Tra gli artisti che hanno legato il nome all'insigne basilica ricordo Cristofano Allori, il Passignano, Michelozzo, Luca della Robbia, Giovanbattista Foggini, Ferdinando Tacca e Jacopo Chimenti. Nell'edicola di sinistra che precede il presbiterio si trova la venerata immagine della Madonna che si riteneva dipinta dall'Evangelista Luca e portata in Toscana ai tempi delle prime persecuzioni da San Romolo e dai suoi seguaci, i quali la seppellirono per nasconderla "in pruinetis", da cui sembra che derivi il nome di Impruneta. La sacra immagine porta ancora tracce della pittura originale duecentesca, ma nel 1758 venne in gran parte ridipinta dal pittore inglese Hugford. Adiacenti alla chiesa sono due chiostri, il primo tardo-rinascimentale e il secondo trecentesco. Da qui si accede all'antica cripta (sec. XI).In concomitanza
con le prime pestilenze del Trecento, si affermò il culto della Madonna dell'Impruneta, che veniva portata in processione fino a Firenze, celebrazione che rappresentava l'evento annuale più importante per gli abitanti del paese e delle zone limitrofe.Anche la fiera di metà ottobre, resa celebre dalle opere di grafica e pittura di Callot, del Crespi e di Matteo Brill, unitamente alla grande tradizione delle fornaci di laterizi e terrecotte, rendono famoso questo paese che è stato il primo in Italia a celebrare, nel 1926, la settembrina Festa dell'Uva. (da ABOUT-CHIANTI.COM)
 
 
  
 Interessanti testi e immagini in WIKIPEDIA 
    MUSEO DEL TESORO DI SANTA MARIA DELL'IMPRUNETA
"Il cotto dell'Impruneta": esposizione nei chiostri di Santa Maria all'Impruneta di "L'eccellenze dell'artigianato" del cotto: conche, vasi, orci, orcioli, anfore, giare, ciotole realizzate tra il XVII e XVIII secolo e provenienti in gran parte dal Giardino di Boboli. In quest'ambito sono presentate anche le riproduzioni di importanti opere d'arte di Donatello, Desiderio da Settignano, Benvenuto Cellini, Bartolomeo Ammannati, ..., realizzate in cotto dalle più conosciute attività manifatturiere d'area imprunetina durante il XX secolo. Con il settecentenario del cotto dell'Impruneta si evidenziano Sette secoli di vita della produzione del cotto documentata da un atto notarile del 23 marzo 1309; è il primo statuto della corporazione dei fornaciai imprunetini oggi conservato all'Archivio di Stato di Firenze.
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