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GREVE IN CHIANTI


    DOMENICA 26 LUGLIO 2009Greve in Chianti, crocevia commerciale
Il più antico nucleo abitato da cui ebbe origine il centro di Greve viene individuato sull'attuale collina di San Francesco, citata in un documento dell'XI secolo per una
donazione di S. Bernardo degli Uberti al Monastero di San Salvi. In seguito fu sede di un antico ospedale e, dalla fine del Quattrocento, ospitò un piccolo insediamento monastico dell'Ordine Francescano (da cui prese il nome), trasformato oggi nella sede del Museo d'Arte Sacra.Greve in Chianti nacque ai margini delle importanti reti di comunicazione che facevano capo alla via Volterrana e alla via Francigena. In compenso, i percorsi viari del territorio permettevano di raggiungere agevolmente Firenze e, attraverso l'attuale Passo del Sugame, la valle dell'Arno a monte di Firenze, dove si trovano importanti luoghi di mercato (come ad esempio Figline Valdarno).Fu proprio questo carattere di apertura nei confronti di diversi approdi commerciali a determinare la nascita del mercatale di Greve, l'attuale Piazza del Mercato, al centro di un'area densamente popolata, già ricca di pievi e chiese rurali e disseminata di castelli e borghi feudali, che dopo la conquista e la successiva
trasformazione da parte dei fiorentini sono divenuti residenze signorili, ville e ville-fattorie.Il Chianti fiorentino era un territorio pregiato dal punto di vista agricolo: vi si produceva, fra l'altro, un vino molto apprezzato, citato da documenti del XIV secolo, che allietava le mense dei ricchi fiorentini. La posizione intermedia tra Firenze e Siena, in un periodo di grande crescita culturale, artistica ed economica delle due principali città della Toscana, ebbe conseguenze importanti per lo sviluppo dell'intero territorio grevigiano, al quale contribuì anche la presenza regolare, nelle residenze di campagna, di un qualificato ceto dirigente, rappresentato dalle principali famiglie fiorentine.La parte più antica del borgo gravita intorno al convento di San Francesco e alla piazza del mercato: tale struttura rimarrà sostanzialmente intatta fino al XIX secolo. Solo dopo l'Unità d'Italia, con l'assegnazione della sede del Comune, il vecchio "mercatale a Greve" diventerà il centro più importante della vallata.(dal sito del COMUNE)MUSEO D'ARTE SACRA DI SAN FRANCESCO
Il museo è allestito nei locali dell'ex convento di San Francesco. Nell'oratorio al piano terra si trova l'opera più importante della collezione: la grande terracotta policroma raffigurante il Compianto sul Cristo morto, attribuita alla bottega di Benedetto di Santi Buglioni. Il museo ospita un'importante raccolta di dipinti, sculture, paramenti e arredi
sacri che testimoniano la rilevanza storica e la vitalità artistica del territorio di Greve in Chianti. Tra le varie opere si segnalano in particolare una Madonna col Bambino fra i Santi Bartolomeo e Francesco di Francesco Granacci, e un raro pezzo cinquecentesco in vetro dipinto raffigurante San Silvestro papa benedicente, oltre all'Assunzione della Vergine, già attribuita a Jacopo Vignali.
(da IL COTTO DELL'IMPRUNETA)CHIESA DI SANTA CROCE
Bicci di Lorenzo - Vergine in trono e santiIl dipinto proviene dalla chiesetta di S. Martino a Uzzano, e probabilmente venne commissionato da Niccolò da Uzzano a Bicci di Lorenzo, pittore che aveva già lavorato per lui in S. Lucia dei Magnoli a Firenze. La tavola fu trafugata nel 1979 e fortunosamente ritrovata prima che varcasse la frontiera. Databile tra il terzo e il quarto decennio del Quattrocento, il dipinto rappresenta la Madonna in trono col Bambino e due coppie di Santi, nei quali possiamo riconoscere San Martino, San Giovanni Evangelista, San Giovanni Battista e un altro Santo di problematica identificazione; nella cuspide è rappresentata la Crocifissione.Nella predella, purtroppo incompleta (alcune parti vennero perdute a causa del furto), sono rappresentati: San Martino mentre divide il suo mantello col povero, il Battesimo di Cristo, l'Incredulità di san Tommaso e San Nicola che dona i pomi d'oro alle fanciulle. 
Il Ciborio in terracotta invetriata con quattro Angeli adoranti e festoni di frutta è attribuito alla bottega di Santi di Michele Buglioni.