ArteNet

GLI AFFRESCHI DI CARAVAGGIO


a Monica Manfrini, mia collega e docente all'Accademia di Belle Arti di Bologna, per le informazioni sul Casino Ludovisi di Roma nel quale vi sono "affreschi (quasi oli) di Caravaggio"."Il Casino Ludovisi - scrive Monica - è un'attribuzione recente (primi anni '90) e ha subìto un profondo recente restauro proprio in occasione del centenario. Mina Gregori ha riconosciuto nelle divinità tre autoritratti di Caravaggio che, per ritrarsi in quello scorcio, mise a terra uno specchio". 
Descrizione da "ROMA CITTA' NATALE":"Permesso speciale per visitare il famoso Casino Ludovisi dove campeggia la bellissima Aurora del Guercino, ma soprattutto l'unica opera che Caravaggio abbia dipinto su muro. Siamo su un terreno non congeniale a Caravaggio e, proprio per questo, vale la pena scoprire questo insolito aspetto, quello di un artista che dopo secoli non ha ancora terminato di stupirci. Il contenuto del dipinto inoltre fa ancora discutere i critici".
Angela, che vivamente ringrazio, segnala un interessante articolo (CARAVAGGIO SENZA VELI) su IL SOLE 24 ORE in cui si accenna al Casino Ludovisi: "Fra i molteplici interessi del cardinale Del Monte, oltre alle arti e alla musica, spiccava anche quello per la sperimentazione alchemica, che il presule praticava probabilmente in modo empirico e con risultati che non appartengono alla categoria della scienza. È però certo che il Del Monte, in contatto con Galileo, possedeva una discreta strumentazione alchemica, una batteria fatta di alambicchi, mortai e fornelli, un po' rudimentale e da usarsi sostanzialmente per svago. Ogni strumento era conservato nella villa di Porta Pinciana, oggi Ludovisi, dove il Del Monte aveva allestito un gabinetto alchemico, «una distillaria» come la chiama il Bellori, alla quale doveva tenere parecchio, se nel 1597 circa, affidò al Caravaggio - che aveva ormai dato prova del proprio talento - il compito di dipingerne il soffitto. La villa di Porta Pinciana era stata acquistata l'anno precedente insieme a una vigna da Francesco Neri. Il piccolo gabinetto alchemico, della dimensione di uno studiolo, si trovava (e si trova) in un ambiente di passaggio al piano nobile, ma curiosamente pochi storici dell'arte si erano accorti della singolare decorazione del soffitto, dimenticata forse per l'offuscamento e il cattivo stato di conservazione, nonostante la citazione nelle fonti antiche. Solo dopo il restauro, ultimato nel 1990, le figure che campeggiano sopra la testa di chi vi passa sotto hanno riacquistato la loro piena identità. Sono tre divinità mitologiche: Giove, Nettuno e Plutone, intorno a una sfera celeste che simboleggia il cosmo, entro la quale si vedono quattro segni zodiacali e due globi luminosi. I tre sono rappresentati in pose prospetticamente ardite, come solo un grande pittore riesce a fare: Plutone poggia su nuvole e si tiene appresso un Cerbero tricipite, che però ha un'aria domestica, un cane non di buona razza, ma ugualmente vigile e attento. Nettuno è a cavalcioni di un cavallo marino dalle zampe palmate. Giove cavalca l'aquila, fasciato da una veste di un bianco spumeggiante che richiama quella dell'angelo musico del Riposo durante la fuga in Egitto; invece Nettuno e Plutone sono nudi". 
E a proposito di Michelangelo Merisi da Caravaggio...La più grande mostra virtuale su Caravaggio