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27 GENNAIO


C'È UN PAIO DI SCARPETTE ROSSEdi Joyce LussuC'è un paio di scarpette rossenumero ventiquattroquasi nuove:sulla suola interna si vedeancora la marca di fabbricaSchulze Monacoc'è un paio di scarpette rossein cima a un mucchiodi scarpette infantilia Buchenwaldpiù in là c'è un mucchio di riccioli biondidi ciocche nere e castanea Buchenwaldservivano a far coperte per i soldatinon si sprecava nullae i bimbi li spogliavano e li radevanoprima di spingerli nelle camere a gasc'è un paio di scarpette rossedi scarpette rosse per la domenicaa Buchenwalderano di un bimbo di tre anniforse di tre anni e mezzochi sa di che colore erano gli occhibruciati nei fornima il suo piantolo possiamo immaginaresi sa come piangono i bambinianche i suoi piedinili possiamo immaginarescarpa numero ventiquattroper l'eternitàperché i piedini dei bambini mortinon cresconoc'è un paio di scarpette rossea Buchenwaldquasi nuoveperché i piedini dei bambini mortinon consumano le suole...
A Raffaella Giordani, che mi ha inviato la poesia, il mio commosso "grazie".E grazie anche a Davide per questo toccante video. 
"E ora considerate se questo è un uomo"di Adriano SofriDi nuovo, considerate di nuovoSe questo è un uomo,Come un rospo a gennaio,Che si avvia quando è buio e nebbiaE torna quando è nebbia e buio,Che stramazza a un ciglio di strada,Odora di kiwi e arance di Natale,Conosce tre lingue e non ne parla nessuna,Che contende ai topi la sua cena,Che ha due ciabatte di scorta,Una domanda d´asilo,Una laurea in ingegneria, una fotografia,E le nasconde sotto i cartoni,E dorme sui cartoni della Rognetta,Sotto un tetto d´amianto,O senza tetto,Fa il fuoco con la monnezza,Che se ne sta al posto suo,In nessun posto,E se ne sbuca, dopo il tiro a segno,"Ha sbagliato!",Certo che ha sbagliato,L´Uomo NeroDella miseria nera,Del lavoro nero, e da Milano,Per l´elemosina di un´attenuanteScrivono grande: NEGRO,Scartato da un caporale,Sputato da un povero cristo locale,Picchiato dai suoi padroni,Braccato dai loro cani,Che invidia i vostri cani,Che invidia la galera(Un buon posto per impiccarsi)Che piscia coi cani,Che azzanna i cani senza padrone,Che vive tra un No e un No,Tra un Comune commissariato per mafiaE un Centro di Ultima Accoglienza,E quando muore, una collettaDei suoi fratelli a un euro all´oraLo rimanda oltre il mare, oltre il desertoAlla sua terra - "A quel paese!"Meditate che questo è stato,Che questo è ora,Che Stato è questo,Rileggete i vostri saggetti sul ProblemaVoi che adottate a distanzaDi sicurezza, in Congo, in Guatemala,E scrivete al calduccio, né di qua né di là,Né bontà, roba da Caritas, néBrutalità, roba da affari interni,Tiepidi, come una berretta da notte,E distogliete gli occhi da questaChe non è una donnaDa questo che non è un uomoChe non ha una donnaE i figli, se ha figli, sono distanti,E pregate di nuovo che i vostri natiNon torcano il viso da voi.Da "La Repubblica" del 10 Gennaio 2010