Il caimano
Un film di Nanni Moretti. Con Silvio Orlando, Margherita Buy, Jasmine Trinca, Nanni Moretti, Giuliano Montaldo. Michele Placido, Cecilia Dazzi, Toni Bertorelli, Antonello Grimaldi, Luisa De Santis, Valerio Mastandrea, Andrea Tidona, Paolo Sorrentino, Elio De Capitani, Tatti Sanguineti, Anna Bonaiuto, Jerzy Stuhr, Matteo Garrone, Lorenzo Alessandri, Giancarlo BasiliPolitico, durata 112 min. - Italia, Francia 2006
Per anni appassionato di film-spazzatura (Cataratte, Maciste contro Freud, Mocassini assassini), il produttore Bruno Bonomo è pieno di debiti, ipoteche e in rotta con Paola, moglie amatissima che gli ha dato due figli e vuole separarsi. Quando riceve da una giovane regista una sceneggiatura su un imprenditore miliardario che fonda un partito e diventa capo del governo, lui che "de sinistra" non è, s'affanna a trovare gli euro per finanziarlo, ma non ci riesce perché tutti lo abbandonano. 11° lungometraggio in 30 anni, Il caimano - appellativo coniato dall'aguzzo Franco Cordero - è anzitutto un film sul cinema, la storia di un film da fare. Diseguale e disomogeneo fin che si vuole (scritto con Francesco Piccolo e Federica Pontremoli), ma è difficile negare l'originalità di questo esempio di metacinema. Dopo una mala partenza (col peggio di quella commedia all'italiana che fin da giovane N. Moretti ha sempre irriso) arriva benissimo al bersaglio con un duro finale fantapolitico di anticipazione. Lungo il triplice percorso (cinema, vita privata, politica) s'incontrano 4 Berlusconi: il caimano di E. De Capitani (ottimo nell'evitare la facile caricatura); quello di M. Placido (scontato), quello vero di Arcore (due delle sue diverse componenti) e quello che, sfidando la verosimiglianza, impersona lo stesso Moretti: tragico e non annunciato, perché troppo spazio s'è dato alla nevrosi dell'abbandono che pur vanta una bella invenzione registica (la tenera sequenza dei sorpassi in auto tra i due coniugi). Film su Berlusconi, ma non ancora sul berlusconismo a meno che non si voglia mettergli in conto anche la diffusa crisi dei rapporti di coppia: il microcosmo del cinema conta poco come riflesso della degradata società civile. Un S. Orlando da premio. Improbabile, ma efficace il faccendiere polacco di J. Stuhr, portaparola dell'autore. Musiche (di fertile complessità): Franco Piersanti. Fotografia: Arnaldo Catinari.Da
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