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IL CACCIATORE DI AQUILONI


Un film di Marc Forster. Con Khalid Abdalla, Homayoun Ershadi, Shaun Toub, Atossa Leoni, Saïd Taghmaoui. Zekeria Ebrahimi, Sayed Jafar Masihullah Gharibzada, Ahmad Khan Mahmoodzada, Mir Mahmood Shah Hashimi, Nabi Tanha, Elham Ehsas, Bahram Ehsas, Tamim Nawabi, Mohamad Nabi Attai, Mohamad Nadir Sarwari, Mustafa Haidari, Ali Danish BakhtyariTitolo originale The Kite Runner. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 131 min. - USA 2007. - Filmauro"Il peccato più grande è rubare. Se tu uccidi un uomo, gli rubi la vita. Rubi alla moglie il diritto di avere un marito, e ai figli di avere un padre. Quando tu dici una bugia, rubi alla persona che ti ascolta il diritto della verità".
Figlio di un ricco possidente di etnia Pashtun, Amir cresce nella Kabul del 1978 insieme ad Hassan, figlio del suo servitore, della etnia inferiore degli Hazara, per il quale prova ammirazione e insieme gelosia per l'affetto che suo padre gli dimostra. I due ragazzi partecipano all'annuale gara di aquiloni, antica tradizione afghana proibita in seguito dai Talebani, e vincono, ma Amir assiste subito dopo, senza avere il coraggio di intervenire, all'aggressione di un gruppo di bulli della sua classe sociale che picchiano e sodomizzano Hassan. Dilaniato dai sensi di colpa e tormentato dalla gelosia, Amir provoca la cacciata del servitore e di suo figlio. Gli eventi storici, tristemente noti, porteranno Amir e suo padre alla fuga in USA e molti anni dopo Amir scoprirà che Hassan era suo fratello e cercherà di riparare, anche se tardi, alla sua viltà. In testa alle classifiche per diverse settimane, il bel libro di Khaled Hosseini è stato portato sullo schermo da M. Forster (sceneggiatura di David Benioff) con fedeltà.
Gli hanno rimproverato di aver perso per strada quell'atmosfera e quelle sfumature che forse solo un compatriota avrebbe potuto restituire pienamente. In parte è vero, ma il film è popolato di volti intensi e significativi (dai due piccoli interpreti della prima parte, al memorabile e dolente Baba di H. Ershadi, all'Amir adulto, prima occidentalizzato e poi ricatturato dal suo passato, disegnato benissimo dal sobrio K. Abdalla) e di scene spettacolari (la gara degli aquiloni), e su tutto c'è uno sguardo onesto nel raccontare e un'ottima ricostruzione ambientale (girato in Cina!).