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STIAMO PERDENDO IL CORSIVO


STIAMO PERDENDO IL CORSIVO E AL CERVELLO NON FA BENE(da IL VENERDI' DI REPUBBLICA del 3 dicembre 2010, pagg. 84 e 85)Secondo uno psichiatra di Toronto, scrivere e leggere parole vergate con quello stile stimola la mente e ci aiuta a capire e a esprimerci meglio. Ma ci guadagna anche l'emotività.di Alex Saragosa
A scuola qualche decennio fa si imparava a scrivere riempiendo pagine e pagine di aste e cerchi, come primo passo per apprendere l'arte del corsivo, la scrittura veloce ed elegante, in cui le lettere sono tutte legate l'una all'altra. Ai ragazzi di oggi, che imparano a usare una tastiera prima ancora di andare a scuola, quel tipo di esercizi deve sembrare un'inutile tortura, tanto inutile che, secondo una ricerca condotta dall'Associazione nazionale dei pedagogisti clinici, la metà dei ragazzi italiani fra i 14 e i 19 anni ormai non riesce più a scrivere in corsivo. Ma forse l'abbandono della calligrafia avrà conseguenze. Lo psichiatra Norman Doidge dell'Università di Toronto ritiene che i movimenti fini che compie la mano nello scrivere in corsivo e quelli dell'occhio per interpretarlo, siano impegnativi quanto quelli che compiono i muscoli di lingua e bocca quando parliamo. Scrivere in corsivo, sostiene Doidge, stimola quindi il cervello molto più dello scrivere in stampatello o battere su dei tasti, e ci aiuta a raggiungere una maggiore comprensione del significato del testo e a esprimerci in modo più fluente. Alcuni moderni disturbi dell'apprendimento potrebbero essere dovuti proprio a questa mancanza di allenamento nello scrivere a mano. "L'abbandono della scrittura a mano po
rta a una scarnificazione del messaggio" ha detto Franco Frabboni, ordinario di pedagogia dell'Università di Bologna, "lo vedo spesso nelle tesi dei miei studenti, povere, troppo brevi, dove la sintesi non è un pregio ma un'incapacità di sviluppare un pensiero".E il corsivo, che è una scrittura personalizzata, sembra anche avere una valenza emozionale, di cui è privo l'anonimo stampatello.Il neurologo Jason Barton, dell'Università della Columbia Britannica, ha scoperto infatti che mentre la lettura di un testo a stampatello attiva solo l'emisfero sinistro del cervello, che decifra il significato delle parole, il corsivo attiva anche, nell'emisfero destro, l'area che impieghiamo per riconoscere i volti e associarli alle emozioni. "Il riconoscere la scrittura di una persona" dice Barton "fa riverberare nel cervello tutte le emozioni e i ricordi connessi a lei".Molto difficile che questo avvenga leggendo un sms o una mail...
Un altro articolo sul tema in LA STAMPA del 21 ottobre 2010: LA BELLA SCRITTURA TI FA INTELLIGENTE