ArteNet
ArteNet nasce dal desiderio di condividere l'interesse per l'arte intesa nel suo significato più ampio: dalle arti figurative alla musica, al cinema, al teatro e ai libri, nella convinzione che, come scrive Brecht, “tutte le arti contribuiscono all'arte più grande di tutte: quella di vivere”.
Illustrazione di Davide Bonazzi
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Il bambino con il pigiama a righe
John Boyne
Traduttore Patrizia Rossi
Editore BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2008
Leggere questo libro significa fare un viaggio. Prendere per mano, o meglio farsi prendere per mano da Bruno, un bambino di nove anni, e cominciare a camminare. Presto o tardi si arriverà davanti a un recinto. Uno di quei recinti che esistono in tutto il mondo, uno di quelli che ci si augura di non dover mai varcare. Siamo nel 1942 e il padre di Bruno è il comandante di un campo di sterminio. Non sarà dunque difficile comprendere che cosa sia questo recinto di rete metallica, oltre il quale si vede una costruzione in mattoni rossi sormontata da un altissimo camino. Ma sarà amaro e doloroso, com'è doloroso e necessario accompagnare Bruno fino a quel recinto, fino alla sua amicizia con Shmuel, un bambino polacco che sta dall'altro lato della rete, nel recinto, prigioniero. John Boyne ci consegna una storia che dimostra meglio di qualsiasi spiegazione teorica come in una guerra tutti sono vittime, e tra loro quelli a cui viene sempre negata la parola sono proprio i bambini. (da IBS)
La serena infanzia di Bruno s'infrange con il trasferimento del padre per motivi di lavoro. Insieme a tutta la famiglia lascia l'amata casa berlinese per recarsi in un luogo, che ha un nome troppo difficile per pronunciarlo correttamente. Si ritrova solo nella propria stanza e l'unica evasione sta nell'osservare dalla finestra una strana fattoria. Non sa spiegarsi perchè tutti quei contadini siano tremendamente magri e tristi, perchè indossino un pigiama per lavorare. La curiosità e il desiderio d'avventura lo spingono a varcare la porta proibita e correre alla scoperta del mondo circostante. Dall'altra parte del filo spinato incontra un altro se stesso, è un bambino della sua stessa altezza, stessa età, stesso giorno di nascita e, ancora non sa, dal suo stesso destino. La loro amicizia si trasformerà in un gioco pericoloso, complice un pigiama a righe...
Il finale giunge inaspettato lasciando dentro un gran silenzio. La quarta di copertina del libro non dà accenni della trama, proprio per poter lasciar parlare i fatti, narrati così come si svolgono. Per questo alla fine ci si ritrova con un'angoscia non annunciata e non prevista. Quando l'animo ricomincia a far rumore producendo dei pensieri ci si accorge di provare la stessa pena per l'aguzzino e per il perseguitato poichè ambedue vittime di un ingranaggio distorto, dove la ragione umana perde ogni significato annebbiandosi d'insane ideologie.
Il piccolo Bruno non appare nè come un martire nè come un eroe, solo un bambino, che sembrava nato dalla parte del più forte, invece tutti i bambini solo uguali nella loro innocenza e spesso in pericolo proprio per i raggiri degli adulti. Pagine di storia vera, meravigliosamente ricomposte come una fiaba da narrare alle generazioni più giovani, per regalare loro la coscienza degli errori passati in modo che sappiano schivare quelli futuri.
Dal libro, nel 2008 è stato tratto l'omonimo film di Mark Herman con David Thewlis, Vera Farmiga, Rupert Friend, Richard Johnson, Sheila Hancock, Jim Norton, David Heyman, Asa Butterfield, Jack Scanlon, Cara Horgan. (da SOLOLIBRI)
TRAILER E ALTRI VIDEO DEL FILM "IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE"
tratto dal romanzo di John Boyne
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Bologna, 27 luglio 2008
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