Dall'Olimpo

Ille mi par esse deo videtur


Ille mi par esse deo videtur, Ille, si fas est, superare divos,qui sedens adversus identidem te spectat et audit dulce ridentem, misero quod omniseripit sensus mihi: nam simul te,Lesbia, aspexi, nihil est super mi<postmodo vocis> Lingua sed torpet, tenuis sub artusfiamma demanat, sonitu suoptetintinant aures, gemina teguntur lumina nocte.[…]Catullo, Carme 51.Quello mi sembra simile ad un dio, Quello, se è lecito dirlo, mi sembra superiore agli dei,lui che seduto innanzi a te, senza scomporsi,ti ammira ed ti ascoltamentre dolcemente sorridi;invece io, misero, a un tuo sorriso, mi sento venir meno: perché non appena ti scorgo, o Lesbia, nulla mi resta neppure un filo di voce, ma mi si paralizza la lingua, le membra sono scosse da un sottile brivido, del loro stesso suonotintinnano le orecchie, mi cala sugli occhiduplicata la notte. […]