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Sfogo di un'insegnante che lavora presso una scuola a rischio

Post n°84 pubblicato il 18 Novembre 2011 da Artemide.75
 

 

Sono STANCA fisicamente e psicologicamente. L’opinione pubblica può pure continuare ad attaccare gli insegnanti lamentandosi del fatto che lavorino solamente mezza giornata (e non è vero visto il susseguirsi di impegni pomeridiani che mi ha travolto questa settimana), ma io sono stanca, e purtroppo siamo ancora a novembre.

Sono stanca perché l’Università e la SSIS mi hanno formato per insegnare italiano, storia e geografia e invece mi trovo a svolgere questa mia professione a margine, rispetto all’essere assistente sociale, baby sitter, psicologa, secondino. LO STRESS PSICOLOGICO A CUI SONO SOTTOPOSTA IN QUANTO INSEGNANTE È INDESCRIVIBILE.

Lavoro in una scuola a rischio ormai da 12 anni e sono logorata. Ogni giorno devo inventarmi qualche nuova attività per cercare di interessare e coinvolgere i miei alunni: a loro poco importa del ciclo bretone e del ciclo carolingio, della Silvia di Leopardi, o della forma transitiva di un verbo, anzi la grammatica è uno scoglio quasi insormontabile: non capiscono l’obsoleto linguaggio dei manuali di morfosintassi; per loro “complemento di termine” o “complemento d’agente” non significa assolutamente nulla. Assisto a una specie di “opera edilizia antigrammaticale”: alzano un muro! e potrei spiegare certi concetti anche mille volte, non li capirebbero ugualmente, tranne i soliti 3-4 ragazzini naturalmente portati verso le lingue.

Se fosse soltanto l’insegnamento della grammatica (così bistrattata, ma così utile) mi industrierei leggendo da De Saussure a Chomskj, pur di scoprire un nuovo modo di far loro apprendere i segreti della struttura della lingua italiana, ma non è questo il nocciolo del problema. Qualsiasi argomento si cerchi di veicolare a scuola, poiché è l’insegnante che lo fa, è obsoleto e noioso in partenza: “Ma che vuole questa?”, “Napoleone? È quello della pubblicità!”, “Anita? È la protagonista di Cento vetrine”.

Non c’è metodo nelle attuali classi della mia scuola che riesca a coinvolgere questi adolescenti, tutti intenti a parlare di Grande Fratello, programmi della De Filippi, amoretti, facebook e partite di calcio.

I brani antologici vengono considerati lunghi o noiosi, la storia è lontana dalla loro realtà, i poeti vengono per lo più classificati come depressi! Proprio oggi una mia alunna mi diceva che Leopardi è EMO! Ho cercato di coinvolgere alcune classi attraverso la trattazione di argomenti di attualità ma i genitori sono venuti a dirmi che non fanno vedere i TG, perché sono un susseguirsi di cattive notizie e vogliono tenere lontani i loro figli dalle brutture del mondo. Avremo le future generazioni con una coscienza civile e politica pari a quella del verme solitario.

Ma a ben riflettere, se il problema fossero i contenuti, potrei fare un bel modulo sulla TV spazzatura, ma non è solo questo che mi dilania. Nella mia scuola – definita a rischio (dove il rischio lo corrono gli insegnanti, visto che da tre anni a questa parte veniamo pure percossi e minacciati dai genitori) – i ragazzini hanno gravi deficit non riconosciuti a livello neurologico, i più sono iperattivi e non riescono a stare seduti, molti sono nevrotici, dislessici o disgrafici, altri SOLAMENTE maleducati.

I genitori non sanno svolgere la loro funzione, parecchi sono eccessivamente protettivi, altri eccessivamente menefreghisti. Difendono i loro figli a spada tratta anche quando hanno torto oppure si rifiutano di instaurare qualsiasi tipo di rapporto con la scuola. Oggi una mia collega tardava a fare uscire una classe, perché gli alunni rifiutavano di mettersi in fila; i genitori che aspettavano giù spazientiti, mi hanno detto, dopo che ho spiegato che possibilmente i loro figli stavano comportandosi male, che non avevano tempo di aspettare i PORCI COMODI della professoressa! È proprio vero che gli alunni sono lo specchio delle loro famiglie.

L’insegnante non conta, non ha credibiltà, non gli viene riconosciuta alcuna funzione sociale. Non gode di rispetto né da parte delle famiglie, né delle istituzioni, né dei mass media, sempre pronti a gettare i docenti in pasto ai leoni. Pure l’attuale ministro uscente ha contribuito a tutto ciò etichettandoci come incapaci di produrre.

Svolgo le mie lezioni passando il tempo a invitare gli alunni a stare zitti, seduti, a prendere il quaderno, a svolgere l’esercizio, a minacciarli di spedirli in presidenza (cosa che non faccio, perché ne va del mio orgoglio); giro tra i banchi o osservo dalla cattedra ogni minimo movimento al fine di scongiurare spiacevoli incidenti quali risse, aggressioni verbali, molestie sessuali, episodi di bullismo; sto sempre allerta per evitare che gli alunni tentino di uscire senza permesso dall’aula o si affaccino alla finestra per offendere compagni di altre classi che fanno attività motoria o peggio i passanti. E QUINDI, MENTRE FACCIO IL SECONDINO, A MARGINE, CERCO PURE DI INSEGNARE LORO L’ITALIANO! (visto che poi il ministero della Pubblica Istruzione somministra i test invalsi e dice che gli alunni del sud sono ignoranti).

Lo ripeto: LO STRESS PSICOLOGICO A CUI SIAMO SOTTOPOSTI NOI INSEGNANTI È INDESCRIVIBILE. Infatti, se malauguratamente dovesse accadere qualcosa di cui sopra, sebbene io abbia avuto gli occhi puntati su tutti e 24-26 ragazzini, il Dirigente prima, ed eventualmente il Giudice dopo, mi direbbero: “E LEI DOV’ERA? COSA FACEVA? PERCHÉ NON HA IMPEDITO CHE IL FATTO SI VERIFICASSE?” e verrei perseguita penalmente, civilmente e PECUNIARMENTE (e chi ce li ha i soldi per risarcire gli eventuali danni che combinano gli alunni? Prendo 1300 euro e ho studiato la stessa quantità di anni di un architetto, di un avvocato e di un ingegnere; ho fatto – nel mio caso – solamente 8 anni di precariato prima di entrare di ruolo e l’attuale crisi minaccia di portarmi via l’unica fonte di sostentamento che ho: il lavoro! Stanno, infatti, per introdurre la cassa integrazione anche per gli impiegati statali!)

A ben vedere, alcuni ragazzi avrebbero bisogno di cure psichiatriche, ad altri basterebbe solamente cambiare la famiglia.

Io molto spesso mi sento inerme! Passo i pomeriggi  a cercare di inventarmi lezioni accattivanti, senza l’ausilio di chissà che mezzi. Non ci sono soldi nella scuola, non c’è possibilità di fare fotocopie, di acquistare materiale di facile consumo, di dare libri in comodato d’uso: FACCIO LEZIONE DI ANTOLOGIA CON SOLAMENTE 6 LIBRI SU 24 ALUNNI!!! I genitori non hanno i soldi per comprare i testi adottati (li hanno però per i cellulari all'ultima moda o per giocare la schedina alla snai!).

Tra colleghi ci si aiuta come si può, ci si consola raccontandosi vicendevolmente le sventure scolastiche.

Il Dirigente sta per lo più chiuso nella sua stanza a disbrigare pratiche amministrative e se succedono eventi gravi di tipo disciplinare borbotta che la colpa è del docente, che non è autorevole! Ma che ne sa lui delle nuove generazioni? Gli attuali Dirigenti hanno lasciato la classe 10-15-20 anni fa! E gli alunni non sono più quelli di prima (quelli dei loro tempi), me ne accorgo pure io, che insegno da soli 12 anni, del cosiddetto peggioramento dell’utenza.

E poi ci sono i colleghi saccenti, quelli che io-non-ho-problemi,-con-me-si-comporatano-bene, oppure ci sono i colleghi che hanno la sindrome di “prima della classe”: “la programmazione coordinata falla così”, “gli alunni mettili in questa fascia di livello”, “VEDI CHE NON E’ COME DICI TU!!!”, “l’argomento devi affrontarlo in questo modo qui”. Non so come resisto, come non sbotto; non so, sanguigna come sono, come evito di dire tutto ciò che penso. Forse perché conosco i miei modi di relazionarmi e dalla ragione passerei al torto.

Sono STANCA fisicamente e psicologicamente , e purtroppo siamo ancora a novembre.

 
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Commenti al Post:
donnaappagata
donnaappagata il 18/11/11 alle 20:47 via WEB
Cara collega, hai evidenziato tutti gli aspetti negativi della situazione che alberga quasi in ogni scuola. Alunni indisciplinati,con una scarsa capacità di attenzione. Colleghi che non sanno cooperare tra di loro. I genitori non sanno svolgere la loro funzione, parecchi sono eccessivamente protettivi, altri eccessivamente menefreghisti. Tieni duro collega. Io, ormai sono andata in pensione e mi godo finalmente la tranquillità! Ciao! Dora
(Rispondi)
 
 
Artemide.75
Artemide.75 il 19/11/11 alle 10:25 via WEB
Io nn so se ci arriverò alla pensione e spesso mi chiedo "Ma a 67anni avrò le forze di tenere a bada gli alunni?"
(Rispondi)
 
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