M'illumino d'immenso

....La legge morale dentro di me ed il cielo stellato sopra di me ......

 

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Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 24 Dicembre 2007 da artemisia9279

 Verrà ,

         una sera
         in cui nessuno più l'attende,
         può darsi.
             Chiamatoper nome,
         qualcuno trasalirà.
                 Al cuore senza memoria
                 sia accordato un tempo
                          perchè si ricordi.
 
 
 
         Verrà
         una sera
         simile a questa ,
         può darsi.
         A oriente, davanti a lui ,
          il cielo s'accenderà.
                Al povero andate a dire
                che tutto si compirà
                 secondo la promessa.
 
 
        
          Verrà
          una sera
          in cui tira aria di sventura,
          può darsi.
          Quella sera, sulle nostre paure,
          l'amore avrà l'ultima parola.
                Gridate a tutti gli uomini
                che nulla è compromesso
                della loro speranza.
 
       
        
         Verrà :
         una sera
         sarà l'ultima sera
         del mondo .
         Dapprima un silenzio,
         poi esploderà l'inno.
                 Un canto di lode
                  sarà la prima parola
                  in un'alba nuova.
                                                       [SR.  MARIE-PIERRE DE CHAMBARAND ]
 
                                                          
                                       cielo d'oriente
 
 
 
 
 
 
 
                 BUON  NATALE A TUTTI!!!!!

 
 
 

Pensare a piedi......

Post n°1 pubblicato il 11 Dicembre 2007 da artemisia9279
Foto di artemisia9279

"...Bisogna essere lenti come un vecchio treno di campagna e di contadine vestite di nero , come chi va a piedi e vede aprirsi magicamente il mondo, perchè andare a piedi è sfogliare il libro e invece correre è guardarne soltanto la copertina ...

Bisogna essere lenti, amare le soste per guardare il cammino fatto, sentire la stanchezza conquistare comwe una malinconia le membra, invidiare l’anarchia dolce di chi inventa  i momento in momento la strada.

Bisogna imparare a star da sé e aspettare in silenzio, ogni tanto essere felici di avere in tasca soltanto le mani.Andare lenti è incontrare cani senza travolgerli, è dare i nomi agli alberi, agli angoli, ai pali della luce, è trovare una panchina, è portarsi dentro i propri pensieri lasciandoli affiorare a seconda della strada, bolle che salgono a galla e che quando son forti scoppiano e vanno a confondersi al cielo. È suscitare un pensiero involontario e non progettante, non il risultato dello scopo e della volontà, ma il pensiero necessario, quello che vien su da solo, da un accordo tra mente e mondo.

Andare lenti è fermarsi su un lungomare, su una spiaggia, su una scogliera inquinata, su una collina bruciata dall’estate, andare col vento di una barca e zigzagare per andare dritti.

Andare lenti è conoscere le mille differenze della propria forma di vita, i nomi degli amici, i colori e le piogge, i giochi e le veglie, le confidenze e le maldicenze. Andare lenti sono le stazioni intermedie, i capistazione, i bagagli antichi , la ghiaia e i piccoli giardini, i passaggi a livello con gente che aspetta, un vecchio carro con un giovane  cavallo, una scarsità che non si vergogna, una fontana pubblica, una persiana con occhi nascosti all’ombra.

Andare lenti è rispettare il tempo abitarlo con poche cose di grande valore, con noia e nostalgia,con desideri immensi sigillati nel cuore e pronti ad esplodere oppure puntati sul cielo perché stretti da mille interdetti.

Andare lenti è ruminare, imitare lo sguardo infinito dei buoi, l’attesa apziente dei cani, sapersi riempire la giornata con un tramonto, pane e olio. Andare lenti vuol dire avere un grande armadio per tutti i sogni, con grandi racconti per piccoli viaggiatori, teatri plaudenti per attori mediocri, vuol dire una corriera (stravagante ) stroncata da una salita, il desiderio attraverso gli sguardi, poche parole capaci di vivere nel deserto, la scomparsa della folla variopinta delle merci ed il tornare grandi delle cose necessarie. Andare lenti è essere provincia senza disperare, al riparo dalla storia vanitosa, dentro alla meschinità e ai sogni, fuori della scena principale e più vicini a tutti i segreti.

Andare lenti è il filosofare di tutti, vivere ad un’altra velocità, più vicini agli inizi e alle fini, laddove si fa l’esperienza  grande del mondo, appena entrati in esso o vicini al congedo. Andare lenti significa poter scendere senza farsi male, non annegare nelle emozioni industriali, ma esser fedeli a tutti i sensi, assaggiare con il corpo la terra che attraversiamo.

Andare lenti vuol dire ringraziare il mondo farsene riempire………. "

Da "Il pensiero meridiano" di Franco Cassano

 
 
 
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Un blog di: artemisia9279
Data di creazione: 09/12/2007
 

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