Mamma & Prof.

coloro che vengono da lontano


Da otto settimane ho cambiato scuola, ho cambiato lavoro. Prima ero un'isegnante di storia dell'arte, due ore alla settimana, lezioni frontali, pochissimo tempo per conoscere i mei alunni. Oggi sono una potenziatrice, insegno italiano e qualsiasi cosa serva, insegno punto e basta. Ho un sacco di tempo per conoscere i miei alunni, per sapere chi sono, da dove vengono e le loro tristissime storie.Prediligo gli Africani, il mio cuore nero prevale. Oggi ho asoltato per un ora un ragazzo della Costa D'Avorio che mi ha raccontato la sua storia. Non so come sia arrivato fino a qui, se sia solo oppure con la famiglia. Abbiamo parlato d'Africa. Lui mi parlva della costa atlantica io della costa indiana. Siamo entrati subito in sintonia, ci raccontavamo le stesse cose, serbiamo nel cuore la stessa Africa. Nei suoi occhi la nostalgia per la sua terra, per i suoi colori e per le persone ma anche la paura della guerra. La nostalgia per i luoghi della sua infanzia finiva dove iniziavano i ricordi di violenza e di guerra. Entrambi avevamo un ricordo edenico infranto dal sangue, dalle armi, dalla violenza. Però nei suoi occhi e nelle sue parole una felicità estrema, la felicità di aver trovato una persona con cui parlare. Quello che manca di più a questo ragazzo è il calore della gente, in Africa tutti ti salutano, non come qui che si tira dritto, che si cerca di non vedere.Ci sono tanti alunni che prima di un po' di cultura hanno bisogno di qualcuno che li ascolti perchè sono soli, e io faccio anche questo. E non so se tornerei indietro, alla fine preferisco questa scuola, che per me ha la S maiuscola rispetto alle altre.