Il ritmo del cuore

Cronaca di un consiglio di classe


Preside: Allora Dottoressa, parliamo del caso di G., non ne possiamo veramente più... stiamo pensando ad un'espulsione dall'Istituto...Dottoressa (cioè io): La mia ipotesi è che G. abbia un lieve ritardo mentale. Quando non riesce a seguire, mette in atto quei comportamenti "devianti". E' una reazione alla frustrazione di non essere in grado di affrontare e comprendere gli argomenti delle lezioni...Professore di Laboratorio di Meccanica: a me non interessa nulla, qui non può stare... Professoressa di Italiano: secondo me ha ragione la Dottoressa. G. ha tante difficoltà... l'altro giorno l'ho fatto leggere... legge con estrema difficoltà e non è in grado di comprendere quello che legge... e i suoi compagni lo prendono in giro, si burlano di lui...Professore di Meccanica: si ma lui se ne deve andare... può farsi male e può fare male agli altri... se lui resta me ne vado io... Dottoressa: Purtroppo all'interno della scuola non posso fare alcun intervento di tipo clinico ma potremmo richiedere la consulenza di uno psicopedagogista che, fatta una diagnosi, possa stilare un programma adatto alle sue esigenze... basta capire la natura dei suoi disturbi e programmare un intervento individualizzato che gli consenta di apprendere... sono contraria all'espulsione...Preside: ma io non ho i mezzi per pagare uno psicopedagogista...Dottoressa: Beh non lo dovrebbe pagare la Scuola... Potrebbe fare riferimento ai Servizi presenti sul territorio... non credo che in tutta la a.S.L. non ci sia uno psicopedagogista! (ndr. collaboro con questa Provincia ma sono residente in un'altra Regione per cui non conosco i colleghi delle A.S.L.)Professore di Fisica: ma mica la scuola può diventare un "Istituto Fatebenefratelli"... Ne perdiamo uno ma gli altri potranno finalmente fare lezione in santa pace!Dottoressa: Dalle dinamiche che ho potuto osservare, non è quasi mai G. ad iniziare... molto spesso si limita a reagire agli attacchi dei suoi compagni che tirano il sasso e poi nascondono la mano... Ripeto, l'espulsione è un provvedimento drastico e definitivo... prima di procedere cercherei delle soluzioni che ci sono, basta saperle cercare...Preside: Dottoressa abbiamo capito la sua posizione ma questa è una scuola dove i ragazzi hanno accesso a degli strumenti pericolosi... cosa facciamo se dà una martellata in testa a qualcuno?Dottoressa: Allora dobbiamo espellere anche C. che, l'altro giorno, con uno di questi attrezzi, mi ha dato la scossa su un braccio... In questo Istituto, tranne pochissime eccezioni, tutti i comportamenti dei ragazzi sono potenzialmente pericolosi!Preside: C. è stato sospeso... è venuto il padre e ho riferito i problemi di suo figlio... si è stupito! Ma d'altra parte, lui non c'è mai a casa... i genitori sono separati... I nostri ragazzi hanno tutti dei grossi problemi...Dottoressa: Appunto! Visto che sono qui, con i pochi strumenti connessi al mio mandato, vorrei fare qualcosa... La stragrande maggioranza degli allievi, chi per un verso, chi per un altro,  manifesta dei comportamenti "divergenti", per usare un eufemismo... Che facciamo? Chiudiamo la Scuola e li mandiamo tutti a casa?Professore di Fisica: Con l'espulsione di G. mandiamo un segnale forte a tutti gli altri... facciamo vedere che le nostre intenzioni sono serie!!! Punirne uno per educarne cento!Professoressa di Inglese: A me questa storia di far diventare G. il capro espiatorio non va giù... se il consiglio decide per l'espulsione, dobbiamo dare delle motivazioni precise... dobbiamo dare delle indicazioni ai genitori su come affrontare i problemi del figlio... non possiamo mandarlo a casa così...Preside: Ok, passiamo alla votazione... Il Consiglio a maggioranza decide per l'espulsione di G. dall'Istituto... Ci informeremo e scriveremo una lettera ai genitori fornendo loro delle indicazioni concrete...Sociologo: Mi informerò sui servizi presenti nel territorio... poi, insieme alla Dottoressa, scriveremo una relazione da consegnare ai genitori...Dottoressa: mah veramente io ero quella che non era d'accordo sull'espulsione... è vero, siamo in democrazia e la maggioranza vince... ma perchè ora devo scrivere un profilo che avalli una decisione su cui non mi trovo affatto in sintonia?Professoressa di Italiano: vabbè dai... non possiamo buttarlo fuori senza una qualche indicazione per i genitori...Dottoressa: ok ma potrò dare solo delle indicazioni molto generiche... niente diagnosi specifiche, è vietato dalle legge... le mie erano solo ipotesi interpretative basate sull'osservazione... andavano verificate con strumenti appositi da colleghi, magari della A.S.L.... In questo Istituto, il mio mandato riguarda l'orientamento e l'accompagnamento al lavoro, quindi niente clinica... Ho espresso le mie idee in quanto pensavo che avrebbero potuto fornirvi degli strumenti in più per comprendere i comportamenti di G.Preside: Ok ora passiamo ad altro...P.S. G. è un ragazzotto di 14 anni, alto almeno un metro ed ottanta, grosso di corporatura. Non sono in grado di dire con estrema sicurezza quali siano i suoi disturbi. So solo che è un ragazzo buono, estremamente ingenuo e, paradossalmente, è questo il motivo della sua espulsione dall'Istituto. Non ci può stare, non è abbastanza "deviante" per lo standard di questa scuola... mandiamo via lui e ci teniamo la feccia, quella vera, professori inclusi. E' difficile per me mandare giù questo rospo, è la prima volta che mi imbatto in un muro così alto e impenetrabile. Non soffro di delirio di onnipotenza e so che, in alcuni casi, è necessario alzare le mani di fronte a disagi estremamente complessi. Il mio dolore (si, avete letto bene, si tratta di dolore) deriva dal constatare che, anche nei casi in cui le soluzioni ci sono e sono alla portata di tutti, si decida di scaricare il problema su qualcun altro.Credo che siano pochi i problemi senza soluzione. Le soluzioni ci sono quasi sempre e sono lì davanti a noi ma spesso siamo troppo miopi per rendercene conto. Qualche professore tirando fuori la strategia del "colpirne uno per educarne cento" pensa di mandare un messaggio chiaro agli allievi: "se vi comportate male, sarete espulsi anche voi!". Sulla base della mia esperienza personale, posso dire con assoluta certezza che i metodi autoritari con i ragazzi cosiddetti "difficili" non sortiscono alcun effetto. Sanno già che, infrangendo le regole, verranno puniti ma questo non li frena assolutamente, anzi, più una regola è rigida, più è divertente infrangerla! Se la scuola continua a rispondere con comportamenti reattivi (tu infrangi-io ti punisco) come risultato ci sarà un'escalation di aggressività reciproca, in poche parole, il caos.Gli insegnanti dovrebbero apprendere l'autorevolezza (che è cosa diversa dall'autoritarismo), l'assertività, la flessibilità (che non significa essere delle pappe molli). Non a caso ho usato il verbo "apprendere" perchè queste non sono capacità innate e pertanto vanno acquisite nel corso dell'esistenza. Secondo il mio modesto parere, l'unico messaggio che sicuramente arriverà ai ragazzi è che è legittimo mettere da parte, allontanare gli anelli deboli della catena.Ma è questo che la Scuola vuole insegnare? Se la risposta è sì, cosa ci sto a fare io lì dentro?
P.S. 2 L'immagine è di Joan Hurtado. Il titolo, quanto mai appropriato, è "Caos"