I rimpianti fanno male alle salute ( dalla Repubblica di qualche giorno fa). Devo dire che un po’ lo immaginavo. Nell’articolo si parla dei tanti IO non realizzati, che continuano a bussare alla porta del nostro povero IO in carica. Quelli che ci fanno immaginare una vita bellissima oltre quella “sliding door” che non abbiamo varcato. Quell’amore che non si è concretizzato in un rapporto, quel lavoro che non ci rassicurava abbastanza, quel viaggio rimandato e mai più fatto, quell’amico mai più cercato.. La verità è che la vita giornaliera, per quanto piatta e banale sembri, è un continuo varcare una soglia invece che un’altra. … ..chissà se oggi , invece di andare al supermercato fossi andata al cinema? Quante inaspettate altre vite potevano materializzarsi da questa scelta? Quali persone avrei incontrato? Quale decisioni ne sarebbero scaturite? Quale altra direzione poteva prendere la mia giornata? Penso che l’interrogarsi sia sempre un esercizio da fare, in questo caso, però, da fare con parsimonia. E comunque, sempre secondo l’articolo, le persone con un benessere psicologico più alto sono quelle che imputano le decisioni rimpiante solo a sé stessi. Insomma, dal continuo rimuginare sulle alternative non vissute può nascere un’affascinante sceneggiatura (era bravo, Lelouch , a raccontare storie sulle casualità che determinano le vite), ma è meglio non farlo…se si vuole restare in buona salute. http://www.youtube.com/watch?v=i_QABS88nDc |
Le balene mi piacciono da sempre. Anni fa, in Canada, sentii il loro canto, che è moltoemozionante e struggente. Emettono voci che sembrano provenire dal “nostro” interno. Ascolto oggi le notizie del loro massacro ad opera dei pescatori e delle inziative degli ambientalisti per fermarne il massacro. Mi intristisce l’idea delle mattanze ele immagini dei corpi straziati sulle navi da pesca e di quei canti che potrebbero non sentirsi più.
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Nevica. Il giardino non è ancora bianco, si ferma poco, forse fa troppo caldo, ancora, o troppo freddo. Già l’aria ha quel silenzio, però. Attutiti tutti i rumori, le luci in lontananza hanno l’alone giallastro. C’è un pettirosso, mi piace pensare che sia sempre lui, che viene spesso a becchettare le briciole che gli lascio davanti alla porta della cucina. I primi giorni volava via subito, appena percepiva un movimento dietro il vetro, ora si è fatto più audace e staziona a lungo, girato dalla mia parte.. mi vede? Mi guarda..? Mi dicono che gli uccelli mangiano i semi e che delle briciole si accontentano, in mancanza di meglio. Io, che non lo aspettavo, mi ripropongo di andare a fare un ricco shopping di “semini da pettirosso” e metterglieli lì, e vedere cosa dice. |
Preferisco il cinema. Preferisco i gatti. Preferisco le querce sul fiume Warta. Preferisco Dickens a Dostoevskij. Preferisco me che vuol bene alla gente a me che ama l’umanità. Preferisco avere sotto mano ago e filo. Preferisco il colore verde. Preferisco non affermare Che l’intelletto ha la colpa di tutto. Preferisco le eccezioni. Preferisco uscire prima. Preferisco parlar d’altro coi medici. Preferisco le vecchie illustrazioni a tratteggio. Preferisco il ridicolo di scrivere poesie Al ridicolo di non scriverne. Preferisco in amore gli anniversari non tondi, da festeggiare ogni giorno. Preferisco i moralisti, che non mi promettono nulla. Preferisco una bontà avveduta a una credulona. Preferisco la terra in borghese. Preferisco i paesi conquistati a quelli conquistatori. Preferisco avere delle riserve. Preferisco l’inferno del caos all’inferno dell’ordine. Preferisco le favole di Grimm alle prime pagine. Preferisco foglie sena fiori che fiori senza foglie. Preferisco i cani con la coda non tagliata. Preferisco i colori chiari, perché li ho scuri. Preferisco i cassetti. Preferisco molte cose che qui non ho menzionato A molte pure qui non menzionate. Preferisco gli zeri alla rinfusa che non allineati in una cifra. Preferisco il tempo degli insetti a quello siderale. Preferisco toccar ferro. Preferisco non chiedere per quanto ancora e quando. Preferisco considerare persino la possibilità che l’essere abbia una sua ragione. Wislawa Szymborska |
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