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Natale in musica, 'a vucchella...


Post principalmente dedicato alle donne che mi onorano in questo blog, ad esse il mio particolare augurio di Buone Feste. Agli amici tutti un abbraccio: che questi giorni vi trovino sereni accanto ai vostri cari.Canzoni'A vucchella, prima, unica e celebre canzone napoletana scritta da Gabriele D'Annunzio e poi musicata da  Francesco Paolo Tosti. Finora le storia della canzone napoletana accreditava l'ipotesi che quel capolavoro di versi in musica fosse stato vergato a matita sul marmo di un tavolino del caffè Gambrinus, con dedica a Ferdinando Russo. Nel secondo volume della sua Enciclopedia della canzone napoletana Pietro Gargano scrive che il pezzo probabilmente nacque  nella redazione del giornale Il Mattino. Conferma che arriva dall'articolo pubblicato sul Mattino dell'8 settembre 1954: "In margine a Piedigrotta" dice il titolo, poi l'occhiello chiarisce: "Come D'Annunzio scrisse 'A vucchella musicata da F. P. Tosti". La firma è di Oreste Giordano, giornalista, intellettuale vicino al futurismo, autore di romanzi, novelle, poesie, traduttore di Baudelaire e amico e biografo di Ferdinando Russo. L'articolo di Giordano inizia così: "Il titolo di Vucchella era in origine Sunettiello, con dedica a Ferdinando Russo". Poi conferma la datazione del brano al 1892, dopo la fondazione del quotidiano di Scarfoglio e della Serao. "Ecco, testualmente, quello che mi raccontò Ferdinando Russo", scrive Giordano, riportando il ricordo del poeta partenopeo sul collega delle "Laudi": "Mi pare di vederlo nella nostra redazione, al Mattino... Una notte, seduto accanto a me che lo ascoltavo parlare... mi disse sorridendo: "Voglio provare a scrivere in napoletano. Mi tolse la penna, tirò a se davanti una cartella e dopo poco di domandò: "Dimmi: come si dice in dialetto pochino, pochino?" "Pucurillo pucurillo". "E come si dice appassita, vizza?" "Appassuliata, appassiulatella". "Sorrise e cominciò a scrivere, mentre io lo guardavo attento: "Sunettiello, a Ferd. Russo" . Erano nati i versi di 'A vucchella, "Si comme a nu sciurillo...", caratterizzati da quella parola, quel neologismo-diminutivo-vezzeggiativo, "appassiulatella", usato fino ad allora solo da Di Giacomo nella poesia del 1889 poi musicata da E. A. Mario in Ammore abbasato. L'autore di Scetate, sostiene ancora Giordano, si fece firmare la poesia autografa e disse all'amico: "Uno di questi giorni ti faccio un tiro, lo pubblico". D'Annunzio non voleva, poi don Ferdinando gli chiese di pubblicarlo in occasione della Piedigrotta: "Egli acconsentì raccomandandomi di dire che si trattava di uno scherzo". E il racconto di Russo, assicura Giordano, fu "confermato, anni dopo" dal vate.Il video personale a voi tutte dedicato:"Sì, comm'a nu sciorillo tu tiene na vucchella nu poco pocorillo appassuliatella.Meh, dammillo, dammillo,- è comm'a na rusella -dammillo nu vasillo,dammillo, Cannetella!Dammillo e pigliatillo,nu vaso piccerillocomm'a chesta vucchella,che pare na rusellanu poco pocorilloappassuliatella..."Una cosa è certa. è una delle più belle canzoni-romanze mai scritte e musicate. Per taluni aspetti, mi dispiace che l'abbia scritta proprio D'Annunzio...Questa canzone è stata interpretata dai maggiori cantanti melodici e lirici di ogni parte del mondo ed in ogni parte del mondo. Non ha certo bisogno di ulteriori approfondimenti, fa parte del messaggio universale che la canzone napoletana ha sempre espresso, senza intralci di lingue o dialetti.RICORDATEVI DI ONORARE IL POST PRECEDENTE SUL FESTIVAL DI NAPOLI, UNA VERA CHICCA... ^__^