Post n°115 pubblicato il 27 Dicembre 2013 da pacatissima
J’ai préparé une grande chambre, silencieuse, parfumé, avec des arcs, des amples haleines et musique d’élite. Un temple accueillant. Pour se reposer et regarder ce qui est sorti des mes mains. J’offre du thè parfumès aux épices, comme font les Arabes. Just certains on y s’arretent. Si me montre à la porte, je vois des tourists aux pieds fatigués suspendus aux leurs caméras. Quelqu’un boite, mais n’abandonne pas sa course en direction des les indications proposées par les guides touristiques. Des tapis invitent à la détente, mais ils sont très peu à le faire. Avant de fermer la porte de la chambre, je nettoie les traces de poussière laissés par leurs chaussures. Papyrus et bonzai sont arrosées régulièrement. Après je m’endors. Dans la transition de la veille au sommeil, des fils d’or, d’argent et pourpre on se croisent, on s’enroulent,se contrastent. A tout autre moment j’aurais vu des rayures d’ombre, mais pas maintenant. Maintenat, les ombres on s’alternent à des rayures si vibrant de les percevoir comme s’ils étaient des feux bleus. Magnifique! Presque au point d’etre terrible. Il ya des portes que ne s’ouvre pas sur commande, mais quand s’ouvrent produisent des perturbations. Une perturbation que on peut contenir. Aprés, quand on se referment, laissent un souvenir vif. Ne se vide pas cette coupe et c’esta à moi de boire plus d’un verre. Donc, je n’evite pas les lances, car je sais que la braise est le premier des aliments. Dans cette sale, j’ai appris à me sentir vivant en le silence qui m’enveloppe. Je vais m’arreter ici. Puis, lentement et avec la meme delicatesse, je m’en vais. |
Post n°114 pubblicato il 18 Settembre 2013 da pacatissima
La musica che cerca di riprodurre mio figlio è una miscellanea di brani esistenti da cui preleva una cellula madre che, ripetuta ossessivamente, produce trance. L’aggiunta di una nuova cellula, all’inizio inghiottita da un ritmo tribale, si manifesta lentamente, salendo in superficie. Ciò che ammiro in questa scelta è la coesistenza fra un ritmo maschio e profondo e una melodia urlata, femmina e popolare. La necessità di essere inghiottiti, transeuntati in lidi dove il movimento ripetitivo è richiesto, lo stordimento mentale garantito ( a chi non si pone troppe domande), mi dà il senso di una civiltà o di una cultura dove non resta, per il momento, altro da fare che rievocare, riesumare le uniche cellule valide di brani, dalla breve ma intensa vita, in uno zibaldone che spinga il corpo a muoversi. Unendo, macinando e mixando dire la propria. Sono, non proprio incuriosita, ma interessata a scoprire cosa lo tiene nella ripetizione in modo così passionale. “ Levati di torno, non darmi consigli, questa è minimal music! ” “ Bene. E che vuol dire? Che le variazioni devono essere poche e minime? Ma quelle poche e minime non dovrebbero scatenare il delirio dei sensi? E’ quello che aspetto! “ Dovrei appartenere ai suoi millesimi di anno per captare al volo le sue intenzioni. Dovrei essere cresciuta e aver visto il sole alzarsi solo nei giorni che la sua generazione ha condiviso. Non sono una reietta, né una che non si interroga. Forse dovrei smettere di farlo per poter interagire col suo costume. Lui registra, compone e guarda, oltre che ascoltare, i segnali provenienti da un apparecchio che, se sapessi usare, sarebbe il mio incanto e un lasciapassare nel proseguire del tempo.
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Post n°113 pubblicato il 19 Marzo 2013 da pacatissima
Quale tempo è finito? Non è finito alcun tempo. Ne sono iniziati altri e con piacere li osservo. Più che viverli li osservo. E'questo il mio modo. Mi osservo in essi. Gradisco aggredire. Ad-gredior: andare verso. Poi torno dentro per scoprire gli affanni e trasformarli in luminose scie di vittoria. E’ un abito che mi concedo perché gli accadimenti me l’hanno fornito. Bello e finalmente pronto nel mio armadio interiore. So indossarlo nelle dovute occasioni. In difesa di chi credo ne abbisogni la testa arietina si abbassa la coda scorpionica punge, carica e muta la determinazione capricornina detta legge indiscutibile. Di tali fattezze mi adorno ma so anche metterle da parte ridere di loro innalzarmi in voli entusiastici e adoperarmi in attraenti rammendi .
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Post n°112 pubblicato il 07 Gennaio 2013 da pacatissima
Dove poca è la terra Approva e risponde. D’oro sottovestita Leggera l’anima distante. Innamorata di territori orientali tende le braccia in un incantevole volo. Inumidire. Necessaria passione dell’acqua. Legando ordine, gesto e dovere Esprime la vita di questo momento. Divenuta madre osservo fino in fondo. Fornendo idee, spazi e metafore non riconosciute. Sadica madre. Con i tuoi colori mi imbratti i pensieri. Scempio necessario del tuo osservare. La certezza del divenire ti assomiglia. Per questo dormi quieta Nell’incavo dei miei sogni.
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Post n°111 pubblicato il 21 Dicembre 2012 da pacatissima
Tornare piccola D’accordo con qualcuno che condivida il gioco Qualcosa passò scintillando Ti definisti Capo con voce così tagliente da farmi saltare i circuiti. Sentii chissà quale tratto seducente Esitavo Chiedevi che tornassi piccola Prima adorabile Poi infastidita Aderii al richiamo Nel silenzio accordammo capacità reciproche Un respiro rauco rivestiva gli animi Colse sensibile ogni mia aspettativa Piuttosto che aggredirmi volle un vincolante silenzio Quando vivere seppe d’altro Lo seguii.
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Inviato da: diogene51
il 22/12/2012 alle 15:04
Inviato da: pacatissima
il 22/12/2012 alle 00:04
Inviato da: diogene51
il 19/12/2012 alle 22:26
Inviato da: altalenante61
il 25/01/2012 alle 14:40
Inviato da: pacatissima
il 24/01/2012 alle 18:58