Creato da pacatissima il 31/10/2010

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Il cane di Peppino

Post n°2 pubblicato il 02 Novembre 2010 da pacatissima
Foto di pacatissima

 Città sconosciuta,13 novembre 2002

 Centro di Igiene Mentale

Ore 12 e 15

 

                                                                 PREAMBOLO

 

 

 Ho incontrato lo psicologo.

Impressioni:

-          sicuramente non simpatico

-          sorriso che non proviene dal cuore

-          occhi neri e invalicabili

-          duro e compiacente di esserlo.

Cito l’ultimo punto perché, dopo “quei tutti o quei pochi” sorrisi che rischiaravano il suo volto di una luce non precisamente calda (ma appunto professionale, direbbe una mia amica, ed io aggiungerei, proprio quella che mi fa CAGARE!)  quando le mie antenne hanno captato che abbandonava il sorriso per dirigersi verso asserzioni più nette  gli ho detto:

- Dica pure, non abbia timori

- Cade male con me, non nutro questi timori -  ha risposto

-Io invece si- ho concluso.

 

                                                             PROSIEGUO

 

 

Domande ovviamente usuali.

Ero consapevole fosse la prima volta e mi ha risparmiato una ricapitolazione dolorosa.

 

                                                    QUALCOSA CHE RICORDO

 

·         Come la definiscono gli altri?

 

Chi mi conosce…mi prendo del tempo per trovare le parole adatte

…mi evita      finisce lui la frase ridendo

… a lavoro e in genere superficialmente dice che trasmetto un senso di pace interiore;  qualcun'altro mi ritiene ipersensibile; mio marito e mia madre dicono che sono matta

Dunque, chi la conosce da vicino dice tutt’altro e ride ancora.

 

·         Mi parla di un film che esce oggi sulla bipolarità. Gli dico che ne ho un po’ letto il libro, ma non

 ricordo se finisco di dirgli quello che vorrei.

 

        Mi dice che,  per i curiosi, la nostra città  ha diverse cose da offrire la sera.

 

Rispondo che di sera voglio andare a dormire presto perché ho paura poi che il mio sistema nervoso non regga e quando gli descrivo un po’ di più i miei sintomi, ridendo di nuovo mi dice: Ma questo è tutto ciò che nel passato chiamavano ISTERIA!

E Cioè? Domando.

- La somatizzazione di tensioni nel corpo -

e ancora:

- Perché vuole sentirsi  vecchia?-

“ Vorrei    essere     vecchia”

- Ma lei non lo è ancora, tutto di lei lo nega…-

 

        Mi chiede se sono religiosa, dopo aver sentito che gli altri mi ritengono portatrice di pace interiore.

Rispondo che non conosco la differenza fra religioso e spirituale, ma comunque si, ho un rapporto con lo spirito.

“Ho attraversato tante correnti…sono ora approdata al Rosario”.

Mi sembra di rintracciare un senso di scherno quando aggiungo che mia madre mi ha insegnato e fatto scoprire i Misteri dolorosi e poi, non contenta,  lo informo del fatto che mia nonna portasse il cilicio.

Certo, era la prima volta che ci vedevamo e di fronte a queste ammissioni, una persona di poche vedute , ritengo che possa farsi pessime idee in proposito o almeno sbagliate, non precise.

L’ho ritenuto quindi succube di pregiudizi.

E mi ritengo anch’io succube di pregiudizi , proprio questi che sto esternando.

 

Gli dico queste cose, per vedere fino a che punto lui scenda nel profondo o si fermi solo alle apparenze.

Gliela faccio io una domanda adesso:

"E lei, spiritualmente?"

-Questa è una cosa personale che non deve interessarle.-

Avrei  voluto rispondere:

-          Come? Lei può chiedermelo ed io no?  Io fra un po’ di giorni le sviscererò tutto, mi scoprirò fino al buco del culo e lei non può dirmi che rapporto ha con lo spirito? -

Ovviamente  taccio.

Mi chiede inoltre dove trovo il tempo di dire il Rosario che, secondo lui, richiede un’ora.

Lo informo che ho recitato altre preghiere molto più lunghe. Che Dio l'ho invocato in diverse lingue.  Ma  non mi  è piaciuta una domanda formulata in questo modo, è come se avesse detto che non c’è tempo per pregare o comunque per fare cose che un certo tipo di mentalità  non ritiene legittime.

Mi rendo conto della mia permalosità, ma non  mi aiuta se non la esterno e chiarifico.

 

“ E suo marito?”

- Non dice il rosario, ma va in chiesa alle feste comandate. -

“ E lei no? ”

- No. -

“ Lo recita da sola? “

- Si. Non mi è mai piaciuto appartenere a gruppi. -

 

 Questo è ciò che ricordo, oltre al fatto che le sue domande iniziali mi hanno subito portato nella direzione marito. Domande che io ho eluso. No so ancora bene perché.

 

Mi chiede come mai una che ha fatto il DAMS ha scelto di vivere  in una città monacale.

 -  Sapevo di essere sola, ma c’era la natura qui che mi avrebbe aiutata.-

“ Suo marito l’ha conosciuto al D.A.M.S.? “

-   No, l'ho conosciuto dopo. Non avevo intenzione di fermarmi in questa città a vivere, nella  mia mente c’era l’idea di girare vari posti. Quando l’ho conosciuto, il marito, mi ha fatto credere, visto che è un viaggiatore, che saremmo andati via, a vivere nei paesi caldi e questo mi ha convinto nei suoi confronti. Invece poi mi ha addomesticata ed ora viviamo in un posto bello e solitario. -

“ L’ha addomesticata forse un po’ troppo… E non si sono realizzati i preliminari “.

 Da questa constatazione ho voluto fuggire, mi è sembrata troppo ovvia e temevo che troppo velocemente e comunemente mi inquadrasse.

- Si. Sono diventata il cane di Peppino. Le spiego: Peppino aveva un cane a guardia del suo agrumeto. Una volta l’ho visto ed era legato con una corda di 20 cm. ad un palo.

Gli chiedo: Peppino perché non lo leghi con una corda più lunga?

Risponde: Perché così si abitua al territorio e quando lo slego non scappa più via.

 

 
 
 
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