Affreschi Yin

IL SETTE


 Ormai mi lascia solo appunti.Vedo che fa progressi. Non vuole le mie parole, solo che legga le sue.Non mi ha neanche guardato, né tantomeno salutato. Ha deposto un foglio sulla mia scrivania, fra il fermacarte e la foto dei miei figli. Aveva fissato un appuntamento. Il tempo di consegnarlo ed è andata via.Vuole che rifletta da solo e per un’ora sul suo sogno. *Non so come sono arrivata ad una donna chiara. Ci sono  molte persone attorno a lei. E’ distesa su un lettino con un capannello di gente intorno. E’ morta. Ognuno sta facendo qualcosa. Io le roteo un piede e ad ogni giro vedo che un sussulto le anima il volto. Vorrei avvisare che non è morta, ma il verificarlo prima da sola mi porta, nonostante la paura di vederla risvegliata, a continuare  il “Giro del Piede”.Si sveglia. Lascio agli altri l’incombenza di sostenerla. Scappo. Ho paura, ma intravedo che  piange. Dicono che abbia vissuto settanta anni e che è morta da sette. Ma lei è giovanissima. Trentenne per l’appunto. Il tipo di sonno che ha avuto, sottraendola alla vita, non l’ha fatta invecchiare.Fuggo. Avverto una gran paura. Non voglio assistere alla tragedia del risveglio dopo un così lungo sonno, dopo essere stata considerata effettivamente morta, aver comunque attraversato la morte e provenire da lì. Dover iniziare senza punti fissi, cardini, sentirli lontanissimi, scomparsi anche loro, dimenticati da tutti e persino dall’interessata. Gli altri la soccorrono. Soccorrono il suo pianto e la aiuteranno a venirne fuori. Ho paura del pianto che, nonostante il soccorso, non trova consolazione perché ha bisogno di creare la propria storia.* La Paziente ha vissuto senza crearsi una storia personale...deve iniziare. Ora ha provveduto. Questo incontro risale al 1996.