ass.amorepsiche

SOGNO


E’ Tardi, più tardi del solito ed io ho ancora un mare di servizi da fare.Non sono focalizzata; sono stanca fisicamente.No, mi dico, non è giusto dire che sono stanca, non è così, piuttosto sono totalmente rilassata in ogni parte del corpo.E’ assurdo, senza neanche essermene resa conto ho ritrovato me stessa, il mio corpo totalmente libero e rilassato in ogni suo muscolo. Credo che tutto parta dalla mente.Mentre lavoro immagini sopraggiungono come folgori fioche, le metto subito via per non sciuparle, per non distrarmi. Mi riprometto di riprenderle dopo, a letto per goderne in pieno.Ed ogni immagine è un’emozione diversa che sopraggiunge improvvisa. E’ notte fonda, ho sonno, sono a letto. “Cerca di dormire- mi ripeto- altrimenti domani…”Rivedo improvvise due persone che si inoltrano tra gli alberi.Gli alberi!Dove sono finiti gli alberi, dove quella ragazzina impertinente che parlava con gli alberi.Bello fermarsi lì tra le foglie gialle e arancione che scricchiolano ad ogni passo, tra gli alberi…riesco a toccare un tronco, vorrei come un tempo riuscire a percepire le sue energie per farle mie, ma è durato un istante… continuo a salire, ad inoltrarmi, stiamo cercando un angolo dove gli alberi siano più fitti per potersi nascondere meglio, penso.Sempre meglio essere nascosti dagli alberi che da quattro squallide mura. Sono in dormiveglia, sembra il ricordo di un sogno.E’ tutto vero mi ripeto, non sto sognando, non ancora.Mi rigiro nel letto ancora aggrappata ad una mano ferma, ad una mano d’uomo.Le riconoscerei tra mille le tue mani. Potrei riconoscerne la forma, potrei riconoscerne l’odore…le tue mani, le tue mani sono le mie. Il sonno mi rapisce quando d’improvviso un bagliore… la libertà.Non è più fitto il bosco. Ora il cielo è su di me: è il cielo di una terrazza sul mare complice dei sogni di una bambina, è cielo aperto, è un cielo che non esiste in città ed è cielo in te, è cielo su di te, mi basterebbe allungare una mano per toccarlo. Ancora qualche passo ed il miracolo della natura mi si apre davanti in tutto il suo splendore. Vedo il mondo, il mondo reale fatto di verde, di montagne, del sole che si insinua nelle insenature, d’azzurro, di vertigini… d’improvviso lo so, so cosa si prova ad essere falco libera nel celo. O quasi, mi manca l’ebbrezza del volo, il planare dolce nell’aria non sentendo più la gravità che ti schiaccia al suolo.E’ da pazzi, per un istante, ho sentito il vento incoraggiarmi, sembrava volesse dirmi di librarmi, sembrava volesse accompagnarmi e mi è mancato poco… la tentazione di fare un altro passo e lasciarmi andare, libera nel cielo, libera nel vento. Non è reale mi ripeto, sto sognando.  Mi rivedo tra le tue braccia… tutto il mondo dipanarsi davanti a noi e noi padroni del mondo.Ti guardo negli occhi, l’intero cosmo è in loro. Sento che siamo una sola cosa, non so più quali siano i confini tra te e me, sento che potremmo da un istante all’altro perdere totalmente il senso della realtà, sento che da un momento all’altro potremmo saltare…insieme uniti nella volontà di un tacito accordo.Raccolgo con tutta me stessa quel pò di razionalità che mi è rimasta, sento che devo spostarmi di là e devo farlo in fretta. E’ una dimensione sovrannaturale, improvvisamente, inaspettatamente sembra abbia recuperato i sensi.Riesco ad ascoltare la voce del vento, ne percepisco ogni più piccolo fruscio tra le foglie, sento l’odore dell’erba  dolce ed intenso è come se l’intero cielo si fosse insinuato nella mia mente e si stesse espandendo verso l’esterno. Sembrerebbe quasi un contro senso: la mente nei suoi confini accoglie il cielo ed il cielo dilagando d’azzurro annulla i confini della mente.La mia tachicardia, con la quale ormai convivo, nonostante le forti emozioni, è scomparsa. Il mio cuore è sereno tanto da battere piano quasi a non voler disturbare quel silenzio incantato, che poi silenzio non è.  E’ stato tutto un sogno, mi ripeto continuando a girarmi nel letto.Ho un dolore forte alla schiena, colpa di una pietra che in quel momento non doveva essere lì, perché io ero troppo impegnata a godere di un uomo straordinario per poter pensare a spostarla.Lo rivedo chino su di me con la testa poggiata tra le mie gambe. Non sembra più neanche un uomo, ma un bimbo che ritorna al ventre materno.Ho voglia di godere di lui in tutto, ho voglia di continuarlo a sentire parte di me. Quando mi penetra siamo una sola cosa, ma anche quando è fisicamente fuori di me è come se fossimo un tutt’uno e godere in quel modo non è di questo mondo.Lo vedo seduto su di me, lo sento sulla mia pelle, sotto la mia pelle, lo sento… Da bambina quando mi chiedevano “Che volto ha Dio, secondo te?”  immaginavo un vecchietto magro ed ossuto, canuto, sdentato, con una lunga barba bianca, nudo che rideva danzando in un campo di grano. Ma perché mi ritornano alla mente queste immagini di bambina? Vedo lui nudo in tutto il suo splendore che si inoltra nella natura, si confonde con la natura. Vorrei seguirlo, ma mi piace troppo restare lì distesa ad osservarlo. Mi ritorna alla mente l’Eden, doveva essere così l’Eden. Risento ancora il suo urlo che a cerchi concentrici e crescenti si libra nell’aria, sembra aver tirato fuori di lui tutte le energie negative precedentemente accumulate e con quell’urlo vanno via anche tutte le cose negative che sono in me, le lascio andar via  libere di disperdersi nell’aria.Ma quell’urlo libera si le energie negative, ma al tempo stesso come un boomerang ritorna indietro con tutta la sua potenza rendendoci forti ed invincibili…in quel momento immortali. Non vorrei andare più via, è quella la mia realtà, è quella la nostra realtà. Mi alzo, guardo i miei figli che dormono, sono stupendi.E’ buffo, ci insegnano sin da bambini a restare con i piedi per terra, ci insegnano a non vedere oltre il nostro naso, a lasciarci soffocare dalle case, dalle antenne, dalle strade, dalle piante incastonate in fioriere di cemento… nessuno ci dice che non è lì che si sente il respiro i Dio.Donatella De Bartolomeis