Ass.Maria Ruggieri

Da Amsterdam


 Amsterdam 15 e 16 Ottobre 2015. In un albergo al centro della capitale olandese affacciato sui pittoreschi canali che la attraversano, a pochi passi dai musei dei grandi pittori fiamminghi, dalla casa di Anna Frank e da tutto quanto offre questa città come rinomata meta turistica,  si riunisce il gruppo della organizzazione europea per la ricerca sul cancro (EORTC) che si occupa nello specifico dei sarcomi dei tessuti molli e dell'osso. La riunione che si svolge due volte all'anno (in autunno ed in primavera) è l'occasione per fare incontrare i chirurghi, gli oncologi ed i radioterapisti dei principali centri di riferimento europei che si occupano di sarcomi. Oltre a discutere dei protocolli clinici in corso e di eventuali nuove proposte, nella riunione di Amsterdam il focus principale sono i sarcomi vascolari ed in particolare l'angiosarcoma.Ed eccomi qua, arrivo da Bari. Sono qui come oncologo a rappresentare l'Istituto dei Tumori di Bari nel suo impegno a dare una risposta ai bisogni terapeutici dei pazienti pugliesi e del profondo sud affetti da sarcomi. Sono qui come aderente dell'Associazione Maria Ruggieri a testimoniare l'impegno di quanti credono che la ricerca deve rivolgere la sua attenzione verso queste neoplasie dimenticate dagli interessi economici delle case farmaceutiche, di quanti chiedono istituzioni sanitarie che non dimentichino, anche loro, l'esistenza di questi pazienti, provvedendo alla creazioni di efficienti centri di riferimento per la cura e per la ricerca sui sarcomi e sui tumori rari in genere. Vengo da Bari dove è nata, durante la seconda guerra mondiale, la oncologia medica moderna.  Quando, cioè, un bombardamento tedesco sul porto di Bari fece affondare alcune navi, tra cui la John Harvey con il suo carico di iprite, una mostarda azotata impiegata come arma chimica, che si disperse nelle stesse acque dove numerosi marinai e soldati avevano cercato scampo alla distruzione delle loro barche e navi. Gli stessi marinai e soldati sopravvissuti avrebbero mostrato una persistente leucopenia (un marcato abbassamento dei globuli bianchi nel sangue) che diede ai medici americani, che osservarono il fenomeno, l'idea di utilizzare un derivato dell'iprite per curare la leucemia (una neoplasia ematologica che deriva da i globuli bianchi che aumentano in maniera eccessiva nel sangue). Dal sacrifico e dal martirio di numerosi abitanti baresi, che morirono per l'intossicazione da iprite, liberata anche nell'aria, furono salvati bambini e ad altri pazienti affetti da leucemia.Vengo da Bari dove si consuma il dramma di molti pazienti con sarcoma che cercano in lunghi viaggi di trovare centri che accolgano la loro urgenza di cura. Vengo da Bari che assiste al martirio dei pazienti affetti da sarcoma e dei loro familiari, che sperimentano una assordante solitudine, doppiamente dolorosa per la malattia neoplastica e per la sua rarità che la porta ad essere poco conosciuta e riconoscibile.Vengo da Bari, da Terlizzi, dalla Puglia e dal Sud, da cui l'oncologia medica vuole ripartire per superare le difficoltà per la cura e dare nuove speranze alla ricerca sui tumori rari.