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“Pluralità dei Mondi Abitati” - Parte 5 di 9


Il secondo millennio, oltre a riportare informazione dei secoli bui passati, è teatro di una vera e propria rivoluzione culturale, che avviene anche da dentro la chiesa. Nel XIII° secolo il dibattito della “Pluralità dei mondi” ritorna vivo, in particolare fuori dai confini Italiani, uno dei più grandi filosofi e teologo tedesco del medioevo, Alberto Magno, sosteneva la possibilità di altri mondi. Perfino il vescovo di Parigi Étienne Tempier, nel 1277, costruì un elenco di 219 proposizioni della chiesa da rigettare, l’art.34 riguardava l’affermazione di Aristotele che negava a Dio la possibilità di aver creato o di creare altri mondi diversi dal nostro.
Anche Guglielmo di Ockham, famoso per il suo rasoio, nel XIV° Sec., si posizionerà a favore della «Pluralità dei Mondi» e della vita extraterrestre. Il cardinale e teologo tedesco Nicola Cusano, nel suo «De docta ignorantia» del 1440, ammetteva la possibilità che Dio potesse avere creato altri mondi con altri esseri razionali. Anche questi esseri razionali, sono creati ad immagine di Dio ed eredi delle promesse di Cristo. E miracolosamente, come gli altri che ho citato, non fu condannato dalla chiesa. Sembra che in questo periodo la bilancia torni a pendere a favore delle civiltà aliene ed ecco che molto probabilmente con la riapertura del dibattito ricominciano i presunti avvistamenti.
Dato che ancora ufficialmente non si possono dichiarare, pena il rogo, molti fautori della Clipeologia vedono nell’arte come di una possibile forma di espressione nascosta di tali esperienze. Si rilevano in vari quadri rappresentazioni ambigue che farebbero pensare a segnalazioni di eventi di osservazioni di UFO. In due arazzi del XIV° secolo, nella Basilica di Notre-Dam in Beaune in Borgogna si possono individuare nello sfondo due cappelli sospesi, sempre senza cappelliera!
Incredibile è la rappresentazione della crocifissione di Cristo sopra l’altare presso il monastero di Visoki Decani in Kosovo in Yugoslavia, del 1350, non è difficile vedere due astronavi con persone a bordo. Mentre per gli ufologi è una prova inequivocabile, per i cultori d’arte è una forma di espressione di personificazione del Sole e della Luna esasperata. In effetti basta osservare i vari quadri orientali dell’epoca per comprendere quest’ultima tesi (vedere http://www.sprezzatura.it/Arte/Arte_UFO_2.htm).
Altro quadro molto citato è il “Miracolo della neve” di “Masolino da Panicale” del 1429, che si trova nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Firenze. Il pittore avrebbe rappresentato il cielo solcato da tantissime nuvole a forma di disco volante, ma anche qui è solo questione di interpretazione in quanto per i cultori d’arte si tratta di una moda dell’epoca. Basta fare un giro fra i quadri di questo periodo per notare che è una forma stilizzata di rappresentazione delle nubi.
Ve ne sono molti di questi quadri ambigui e un altro fra i più famosi è il quadro di “Piero della Francesca”, dell’annunciazione della imminente ascesa al cielo di Maria del 1455, presente nella Cappella Maggiore della Basilica di San Francesco ad Arezzo, si possono osservare le stesse nuvole con la doppia interpretazione dei due fronti.