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“Pluralità dei Mondi Abitati” - Parte 8 di 9


Scoprire che la vita è conseguenza di processi chimici evolutivi basata sulla serie di successi della concorrenza di opportunità della natura per mezzo della selezione naturale, rendeva ridicola la teoria religiosa. Ma andava ben oltre, creava altre opportunità possibili non soltanto all’interno del sistema solare ma estendeva la possibilità scientifica per tutto l’universo. Se è stato possibile qui sulla terra, allora la stessa storia ed evoluzione può essere accaduta anche in altri mondi ed in altre ere. Questo secolo è florido di teorie a favore della vita nello spazio e derivata dallo spazio, tanto che prende vigore la teoria della Panspermia.
L’idea non è nuova e trae origine dal greco Anassagora, che viene rispolverata e rafforzata scientificamente da personaggi come Jons Jacob Berzelius, Justus von Liebig, Hermann Eberhard Friedrich Richter, Hermann Ludwig Ferdinand von Helmholtz, Lord William Thomson Kelvin. Nello spazio, in ogni zona dell’universo, sono presenti gli elementi di base della vita sulla Terra, reazioni chimiche successive favorirebbero la formazione di molecole pre-biotiche necessarie alla vita e la vita esploderebbe da sola sfruttando quegli elementi che l’ambiente mette a disposizione.
Sono in molti in questo periodo a sostenere che lo start della vita non è partita dalla terra stessa ma che abbia origine dallo spazio e quindi, come è accaduto sulla terra, anche gli altri mondi dell’universo sono stati e sono sottoposti ad una pioggia continua di germi della vita. Ma dato che grazie a Schiapparelli si era aperta una saga marziana, perché non partire dal nostro pianeta gemello? Svante Arrhenius, nel 1903 propone un processo di diffusione della vita basato sulla Lito-Panspermia, ovvero sui meteoriti in 3 Fasi: lancio nello spazio di organismi viventi a bordo di un meteorite, sopravvivenza del viaggio nello spazio degli organismi viventi, sopravvivenza quando entrano nell'atmosfera terrestre e quando vi atterrano.
Molti meteoriti marziani sono giunte sulla Terra, ed era vista come una teoria possibile e sostenibile, che la vita non fosse partita dalla Terra, ma che fosse di origine extraterrestre e in particolare derivata dalla civiltà Marziana. Ma contemporaneamente a questo sviluppo scientifico che ammetteva la possibilità di vite aliene, e quindi la vittoria della “Pluralità dei Mondi Abitati” la stessa scienza comincia a sommare prove contrarie. La tecnologia fa passi da gigante, si costruisco telescopi sempre più grandi sempre più potenti e la “Pluralità dei mondi non si osserva” quantomeno nel nostro sistema solare!!
Almeno ufficialmente non si osservano costruzioni evidenti di città aliene e questi non si presentano a terra con un interscambio né commerciale né culturale. L’alternanza filosofica che abbiamo assistito sull’idea della “Pluralità dei mondi abitati” prosegue questa volta in termini scientifici. Nonostante gli insuccessi, la Panspermia prosegue, anche se con più scetticismo e meno partecipazione, sono pochi i fautori come Fred Hoyle e Chandra Wickramasinghe che seguono e sostengono questo filone. Si deve attendere il nuovo millennio, il primo decennio degli anni 2000 con la sonda Stardust che raccogliendo materiali dispersi dalla cometa Wild 2 sembra dare ragione a questa ricerca plurisecolare.