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Cosmologia dell’Antimateria - Parte 7 di 9


Il segno della presenza di un dominio di Antimateria diventerebbe l’osservazione di un rapporto di Anti-Elio/Elio maggiore di 10-12. Per un rapporto inferiore non si potrebbero distinguere da altre cause. Più interessante, data la bassa probabilità di produzione diretta da Raggi Cosmici, è la rivelazione di antinuclei di atomi con Z >= 3 in quanto sarebbe spiegabile solo attraverso nucleosintesi di oggetti costituiti esclusivamente di antimateria e costituirebbe, quindi, un indizio molto importante della presenza di domini di antimateria.  L’esperimento AMS-02 (alpha Magnetic Spectometer), un satellite che rileva anche antiparticelle, di cui l’Italia è uno dei principali finanziatori, è stato inviato il 16 maggio 2011 con il penultimo volo dello Space Shuttle (Endeavour STS-134) sulla stazione spaziale. Il compito dei suoi sensori è quello di individuare con precisione la composizione del flusso dei Raggi Cosmici.  Fra non molti anni speriamo di ottenere dei dati sufficienti per farsi un’idea più precisa sull’esistenza di Domini di Antimateria.
Ma ancora una volta dobbiamo essere prudenti, l’antimateria può essere prodotta in moltissimi altri modi. La presenza di antimateria si registra anche su stelle che raggiungono densità elevate dopo che sono diventate dei Buchi Neri.  Il nome deriva dalla teoria che da un simile astro non può uscire nessuna energia né sotto forma di materia né di luce. Nel 1974 si scoprì, con grande sorpresa, che teoricamente invece qualcosa poteva uscire sotto forma di radiazione di Bekenstein-Hawking. Partendo dalla meccanica quantistica, la velocità della luce non è come la Relatività Ristretta, un limite invalicabile, ma è trattata statisticamente ed esiste una probabilità per ogni valore di velocità. Ovviamente la probabilità maggiore ricade nella velocità di 299792 Km/sec, per altri valori, minori o maggiori, la statistica gli assegna una possibilità decisamente bassa ma non zero.
La conseguenza è che l’energia si materializza all’esterno di un Buco Nero sotto forma di coppie di Particelle/Antiparticelle che viaggiano a velocità superluminale. Dato che una simile velocità non può essere tenuta molto a lungo, queste particelle all’esterno del Buco Nero frenano, anche in virtù della perdita di energia dovuta all’attrazione gravitazionale, la loro esuberanza ritornando a velocità inferiori a quella massima. In pratica questo processo permette al Buco Nero di evaporare perdendo continuamente massa, ma niente paura, se ha una massa pari a quella di 3 soli, gli occorre solo 1060 anni per morire, un tempo così grande che supera di gran lunga il tempo stimato dell’attuale universo nella teoria del Big Bang.Altra fonte di antimateria si può osservare nei Jet Relativistici. Un getto relativistico è un getto di plasma estremamente potente che emerge dal centro di alcune galassie attive o da stelle con dischi di accrescimento. Lo scontro, l’attrito tra Jet Relativistici contro il mezzo interstellare, provoca la formazione di Antimateria. Osservazioni simili sono state fatte anche sulla nebulosa del Granchio (M1) della Costellazione del Toro.