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Prevenire impatti di Asteroidi, “Progetto DE-STAR”


Benché abbia frantumato tutti i record precedenti di passaggi ravvicinati alla terra, il 15 Febbraio 2013 non lo ricorderemo come il transito dell’Asteroide di San Valentino 2012DA14, ma bensì per la coincidenza del passaggio concomitante di più oggetti. L’attenzione era riposta nel corpo più grosso che già da un anno era monitorato e la cui orbita era già prevedibile, ma altri più piccoli oggetti celesti pare si siano dati appuntamento vicino alla Terra e qualcuno, purtroppo, ha perfino deciso di farci visita. In poche ore sono stati osservati vari bolidi in varie zone della Terra, i più grossi sono passati sopra Cuba e negli Urali in Russia. In molti hanno temuto che potesse essere uno sciame meteorico, infatti, se lo era, potevamo subire un vero e proprio bombardamento con evidenti conseguenze che avrebbero potuto essere anche peggiori di quelle di Cheliabynsk.
Dall’analisi delle orbite è risultato infine solo una pura coincidenza di calendario e solo la popolazione russa ne ha subito le conseguenze dirette. L’attenzione era concentrata nell’asteroide 2012 DA14 che ha impedito la previsione di oggetti poco più piccoli? A parte tutte le illazioni che possono mettere in dubbio che le autorità già lo sapessero, cosa si poteva fare realmente?  Anche se la tecnologia ci permette di prevedere in anticipo un simile evento è molto complicato conoscere con esatta precisione il punto di impatto sulla Terra con la conseguenza che avrebbero dovuto evacuare una zona di migliaia di km quadrati o forse più. Pertanto da un’osservazione preventiva dell’orbita è quindi necessario associare un piano reale che possa evitare il fatidico incontro. Fra i tanti metodi, in questo post ne descrivo uno che non è fuori portata della tecnologia attuale. Il progetto DE-STAR (Directed Energy Solar Targeting of Asteroids and exploRation, tradotto in italiano diventa Sistema di puntamento ad energia solare e esplorazione degli asteroidi) nasce da due fisici, Philiph M. Lubin e Gary B. Huges professori all’Università della California.
I due scienziati hanno proposto di utilizzare una batteria di satelliti che assorbendo la luce del Sole con dei semplici pannelli alimentano una serie di LASER da illuminare l’oggetto pericoloso. Agganciando e bombardando con la luce il presunto killer terrestre, fino da una distanza di circa 150 milioni di Km (distanza Terra-Sole), si dovrebbe scongiurare il presunto pericolo. La dimensione del sistema di difesa, che dovrebbe volare nello spazio, dipende dall’obbiettivo di prevenzione. Si potranno costruire sistemi DE-STAR di 30-50 cm fino a sistemi con un diametro di 10 km. L’immaginazione collettiva converge sempre nella richiesta di una distruzione dell’Asteoride (o cometa), ma ovviamente è sufficiente deviarne l’orbita quanto basta per metterlo in sicurezza. Il sistema deve essere calibrato in funzione delle capacità del sistema di prevenzione. Maggiori saranno le nostre capacità osservative di catalogazione di tutti i corpi celesti, e migliori i modelli di previsione delle orbite, minore potenza è richiesta dal sistema di difesa. Questo scenario è auspicabile in quanto dato che il controllo è sotto le mani dell’uomo, un simile sistema potrebbe avere anche una duplice finalità, gli obbiettivi potrebbero essere qualsiasi, sia nel cielo che sulla superficie della Terra. Ecco che un simile sistema, pur partendo da una necessità di difesa, potenzialmente diventa, automaticamente, di offesa e di minaccia per i popoli della Terra. Inutile illuderci, ancora un simile sistema di prevenzione non è stato messo in piedi e se infine qualcosa sfugge ugualmente ai nostri calcoli? Pertanto il sistema dovrà essere pronto ad intervenire a deviare o distruggere almeno gli oggetti più piccoli nel breve periodo.
Per gli oggetti più grandi, dato che le orbite sono conosciute da più tempo, il pericolo dovrebbe essere sicuramente inferiore. Considerando che l’asteroide 2012 DA14 è grande all’incirca mezzo campo da calcio, questo nuovo sistema potrebbe annientare corpi celesti 10 volte più grandi. Un DE-STAR di 10 km di diametro, sarebbe in grado di fornire luce equivalente a 1,4 megatoni di energia al giorno, nel giro di un anno potrebbe respingere un asteroide di 500 metri di diametro. Considerando che la potenza della bomba atomica di Hiroshima era di 12,5 kilotons, l’energia a disposizione è più di cento volte superiore. Questo lascerebbe pensare che forse, dato che la tecnologia è a nostra disposizione facilmente, forse è meglio realizzare un sistema più piccolo e costruire un sistema più grande solo se necessario. Tale tecnologia apre la strada anche a nuovi tipi di propulsori per veicoli spaziali, l’energia della luce raccolta dal sole potrebbe essere sfruttata per alimentare potenti sistemi di propulsione a ioni. I sistemi a razzi a propulsione chimica non sono in grado di far raggiungere velocità elevate, invece con un sistema DE-STAR si potrebbero raggiungere anche velocità prossime a quella della luce. Le prospettive a quanto pare sono buone, la storia ci dirà cosa verrà realizzato prima e se davvero il giorno che apriremo l’ombrello sulla Terra è vicino.