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Post n°258 pubblicato il 01 Novembre 2012 da leonardo377
Dato che gli astri sono considerati delle divinità e composte da etere incorruttibile, il Sole e le Stelle non hanno massa, e non seguono alcuna legge di gravità. Nell’antichità, con questo modello, nessuno ha potuto ipotizzare niente di simile ad un Buco Nero. L’oggetto con maggiore peso che si poteva conoscere nell’universo era la terra, non si poteva immaginare qualcosa di più grande o più pesante o più denso, in quanto ci si camminava sopra. Nessuno ha provato ad ipotizzare e sperimentare idealmente qualcosa di superiore a quello che era già evidente nella realtà di tutti i giorni sotto i piedi, come il massimo esistente. In questo modello, Aristotele definisce come la gravità terrestre si manifesta e determina i moti. Il movimento dei corpi corruttibili, in quanto impuri, si dovevano muovere di moto rettilineo dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso. Diversamente da quello che si crede oggi, riteneva che la velocità di caduta fosse proporzionale al peso degli oggetti. Come non dargli torto, l’esperienza quotidiana ingannava qualsiasi ragionamento, se si lascia cadere una piuma e un martello insieme, è ovvio che la velocità della piuma sia quella più lenta, ma non perché questo dipende dal suo peso ma dall’attrito dell’aria. Ma l’attrito non poteva essere considerato in quanto riteneva che la velocità dipendesse anche dalla densità di un mezzo in cui il corpo si muove, meno denso è il mezzo, più velocemente viaggia il corpo, un oggetto che si sposta nel vuoto viaggia a velocità infinita, costringendolo ad aborrire il nulla e costruire un universo comunque pieno di etere. In un mezzo denso come l'acqua, un corpo più pesante, cade più velocemente di uno più leggero della stessa forma, e ciò indusse Aristotele ad ipotizzare che la velocità di caduta è proporzionale alla massa ed inversamente proporzionale alla densità del mezzo. Anche se il mondo iperlunare non è soggetto alla gravità terrestre e non presenta alcun moto verso il centro della terra ciò non toglie che non possa muoversi. In quanto divino, il movimento dei cieli era puro, immutabile e perfetto, pertanto doveva geometricamente essere rappresentato dal cerchio, la figura più semplice e perfetta possibile. Il movimento dei cieli, doveva essere circolare anche in quanto non ha né inizio né fine, è sempre uguale a se stesso, quindi eterno e senza mutamenti. Per riuscire ad arrivare a teorizzare un Buco Nero è stato necessario cambiare questo modo di pensare dell’universo degli antichi, trasformare le convinzioni sulle leggi del cosmo e ragionare non più su un piano estetico ma fisico. Uno alla volta vengono fatti cadere i pregiudizi e i paradigmi scientifici di Aristotele, ma purtroppo per questo processo sono occorsi quasi 2000 anni di storia e il maggior nemico del progresso è stata la teologia della chiesa cattolica cristiana che si è opposta con tutte le sue forze e con la forza. Chiunque osasse cambiare qualcosa ed incrinare i modelli teologici poteva rischiare la vita, ma alla fine la pressione delle nuove idee riesce a superare la paura e una nuova coscienza collettiva chiamata "Scienza", subentra all’esigenza estetica teologica. |
Post n°257 pubblicato il 30 Ottobre 2012 da leonardo377
L’universo di Aristotele è stato creato finito e geocentrico suddiviso in 56 sfere. Tutto parte dalla Terra per arrivare al Cielo dividendolo in due settori principali: il Mondo Sublunare, dalla sfera della Terra alla sfera della Luna, e il mondo Iperlunare, dalla sfera della Luna alla sfera delle Stelle. Questa divisione evidenziava la diversità del cielo da quella della Terra, in basso il regno degli uomini imperfetto e corruttibile, in alto il luogo delle divinità immortali, perfette ed incorruttibili. Come non dargli torto, a parte le ingiustizie giornaliere che l’uomo deve subire sulla Terra, quella antica era una società anche basata sull’astronomia/astrologia, sull’osservazione del cielo. E’ evidente che sono presenti dei puntini luminosi, le stelle, che fin da quando si nasce si trovano in una determinata configurazione e luminosità. Durante tutto il tempo di vita, che allora era decisamente inferiore a quello nostro di oggi, non vi era alcuna variazione. Quando gli uomini muoiono, le costellazioni rimangono identiche, le stelle si trovano ancora nella stessa posizione e la loro luminosità non è cambiata. Questa osservazione assegnava al cielo la proprietà di eterno e immutabile e dato che era anche in aiuto agli uomini per indicare le date di calendario gli veniva assegnata la proprietà di perfezione. Unico neo in questo modello erano i pianeti, ovvero stelle vaganti, che con il loro moto retrogrado rendevano il tutto meno perfetto, un’anomalia nell’immutabilità, ma avendoli inseriti in un contesto divino, il loro moto è inserito ugualmente nella perfezione, dopotutto il periodo è sempre lo stesso e possono essere utilizzati per definire tempi lunghi di calendario come i circa 30 anni di saturno (Kronos). Assegnando ai pianeti compiti di influenza sulla vita della Terra in cicli astrologici, il cielo è salvo. Oggi tutti sanno benissimo che la terra è un pianeta, ma in questo contesto storico, il nostro pianeta non era considerato tale e quindi non appartenente alle “Stelle Erranti”. E’ un attore diverso, corruttibile e impuro, posto al centro dell’universo e quindi non c’è pericolo di scambiarlo con le divinità ....con i pianeti. La dinamica del moto dell’universo si inserisce in questo modello, i corpi per gravità si muovono verso il loro luogo naturale. La terra è composta da elementi impuri e corruttibili e quindi dotati di peso. Maggiore è la corruttibilità e impurezza e maggiore è il peso e la velocità del moto rettilineo verso il centro dell’universo. Gli elementi pesanti come la Terra e l’Acqua tendono a cadere veloce, l’Aria e il fuoco tendono a muoversi verso l’alto. Il fuoco, meno impuro e più leggero, fra tutti gli elementi dotati di peso, tende a congiungersi con i suoi simili verso il confine dei due mondi sublunare e iperlunare. Dato che le divinità sono le più pure e perfette sono composte da un elemento senza peso: l’etere. Ne consegue che i pianeti e le stelle non possiedono alcun peso e la gravità terrestre non ha alcuna influenza, quindi non sentono alcuna necessità di cadere verso il centro dell’universo. |
Chiunque si avvicina all’astronomia viene colpito da questi oggetti molto particolari. I buchi neri sono uno dei corpi celesti che più attirano l’attenzione e che catalizzano le maggiori fantasie degli scrittori. Per “Buco Nero” si intende un corpo celeste da cui non può uscire nulla, neanche la Luce, da cui la denominazione di nero, in quanto non si vede niente. Tendenzialmente possono solo crescere in massa, guadagnandosi il termine anche di aspirapolvere cosmici. Qualunque cosa si trovi lungo il loro cammino, materia o Luce, viene inghiottito. Non c’è rischio che ingeriscano tutto l’universo, non c’è nulla da temere in quanto si comportano come qualsiasi altro corpo celeste, se ci troviamo sufficientemente lontani la sua gravità non ha alcuna influenza. Infatti, possono esistere un’infinità di buchi neri senza che questi abbiamo la possibilità di crescere, se non incontrano nulla lungo il loro cammino. Descrivere un Buco Nero esteticamente è semplicissimo in quanto non c’è niente da descrivere, è una zona nera. A dispetto della sua semplicità, rimane complesso da descrivere nell’ambito della fisica. Occorre le più avanzate teorie della Relatività Generale e della Meccanica Quantistica coadiuvate da una matematica complicata in cui poche persone sanno destreggiarsi abbastanza bene da riuscire a descrivere alcune sue proprietà, ed a capirle. Nella Storia si sono susseguite varie teorie che hanno determinato il cambiamento e l’evoluzione del modo con cui si ritiene che funzionino. Una digressione storica sul concetto di gravità e di altre nozioni ci aiutano a capire alcune sfumature importanti che poi ci servono per analizzare il Buco Nero. L’attore principale delle caratteristiche su cui gioca questo oggetto celeste è la gravità che è conosciuta fin dall’epoca degli antichi greci. Partendo dal modello Aristotelico vediamo che è riuscito a rappresentare molto bene quali erano le convinzioni scientifiche e teologiche di come fosse l’universo e di come funzionasse, a tal punto che ha retto per quasi duemila anni. I filosofi greci non avevano una sola opinione di come funzionavano le cose, le idee evolvevano morivano e ne arrivavano di nuove continuamente. Ma alla fine l’evoluzione darwiana delle stesse si è convogliata in Aristotele che è riuscito a rappresentare l’opinione più diffusa dell’epoca. Chi è venuto successivamente ben poco ha ritenuto necessario di cambiare e pertanto cercare di capire alcuni dettagli di questi pensieri ci aiuterà ad evidenziare i cambiamenti indispensabili per arrivare a determinare l’introduzione di un oggetto celeste molto speciale come il Buco Nero. Il mondo di Aristotele era molto più semplice di quello che noi oggi descriviamo, in sintonia con i suoi predecessori, erano sufficienti solo 5 elementi per giustificare tutte le diversità delle cose. Combinando le percentuali di composizione di Terra, Acqua, Aria, Fuoco ed Etere si poteva costruire tutti i materiali presenti nell’universo. Oggi è molto più complicato, abbiamo bisogno di una tabella di elementi di circa un centinaio di componenti, se poi consideriamo gli isotopi si può arrivare a diverse migliaia, che combinati insieme si possono realizzare un numero impressionante di tipi di molecole.
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Il prossimo incontro di Astronomia per i GS dell’associazione SAF, si svolgerà il: Giovedì 18 Ottobre 2012 alle ore 21.15 presso l’aula di astronomia “Francesco Marsili” della Scuola Media Statale “Eugenio Barsanti” in Via Lunga, 94 (zona Le Torri) di Firenze (http://astrosaf.altervista.org/wordpress/?page_id=89). Leonardo Malentacchi presenterà i seguenti argomenti:
1) Il Futuro delle Stelle (di Andrea Antonini) L'Universo sembra alla fine della maestosa formazione di stelle. Quale futuro remoto si ipotizza? Tra cinque miliardi di anni il nostro Sole si espanderà, trasformandosi in una gigante rossa e inghiottirà il Sistema Solare prima di raffreddarsi lentamente divenendo una nana bianca e le altre stelle?? Breve analisi delle conoscenze attuali e relative previsioni. 2) I Buchi Neri (di Leonardo Malentacchi) Un buco nero è un corpo celeste da cui nulla può uscire, nemmeno la luce. L’uomo comincia a porsi le prime domande su tali oggetti solo dopo aver a disposizione alcuni concetti teorici. Vedremo come le varie nozioni che gravitano attorno al buco nero si sono evolute nella storia e ne hanno cambiato gli aspetti. 3) Argomenti Vari Richiesti da parte dei presenti. a seguire dibattito per approfondire domande e dubbi. L’ingresso è libero e qualora avete amici o conoscenti interessati all'argomento, potete invitarli a partecipare alla serata. A presto |
Giovedì 20 Settembre alle ore 21:15 avrà luogo una serata di approfondimento di Astronomia. Come ospite avremo il Dott. Giovanni della Lunga, laureato in fisica presso l’università degli studi di Firenze, il quale risponderà alle nostre domande sulla “Relatività Generale”. Molte volte si è letto o ascoltato qualcosa sull’argomento ma vi è sempre qualche aspetto della teoria che non si riesce ad apprendere o capire, questa è l’occasione per chiedere un approfondimento o chiarimenti per vari aspetti o sfumature che riguardano il tema. L'incontro si svolgerà presso l’aula di astronomia “Francesco Marsili” della Scuola Media Statale “Eugenio Barsanti” in Via Lunga, 94 (zona Le Torri) di Firenze. L’ingresso è libero e qualora avete amici o conoscenti interessati all’argomento, potete invitarli a partecipare alla serata." |
Inviato da: Giorgio Goldoni
il 12/10/2017 alle 21:43
Inviato da: dezompi
il 15/06/2017 alle 13:24
Inviato da: sexydamilleeunanotte
il 10/09/2016 alle 09:30
Inviato da: luciel
il 23/02/2016 alle 01:16
Inviato da: cesare
il 08/04/2015 alle 15:52