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Post n°5 pubblicato il 05 Aprile 2010 da CurlyWave
E’ un po’ che manco da qui… Oggi torno per farvi gli auguri. Pasqua dura quattro settimane, quindi… Auguri a tutti coloro che ho incontrato qui.
Scegliete pure un uovo, e che dentro possiate trovarci un sogno reale
(Photo credit: Paul L. Nettles) |
Cipriana Dall'Orto accanto a queste donne "che si accontentano" ne vede tante, tante quarantenni (forse è una situazione prevalentemente legata alle zone metropolitane, dove le donne sono indipendenti), che hanno tutte le carte per piacere (sono belle, intelligenti, autonome) e sono sole. Sono sole perché gli uomini scappano da loro. E queste donne non si accontentano, anzi diventano sempre più esigenti, fino a perdere il senso della realtà e a volere non si sa cosa. Gianna Schelotto sostiene che ci sono le single che lo sono perché sono diventate troppo esigenti, ma ci sono anche le single che lo sono perché semplicemente non hanno trovato la persona giusta, la persona che va bene per loro, e vivono tranquillamente la loro vita di single. In tutti i fenomeni sociali si contrappongono due tendenze: una alla rottura dei vecchi schemi e l'altra al ripristino degli stessi schemi. Le donne di oggi di schemi ne hanno rotti tanti. Queste donne che soffrono, che stanno male pur avendo di sé un'immagine tanto positiva, ma che si sentono mutilate perché non hanno un uomo sono proprio le donne che hanno subito una sorta di regressione. "Negli anni del femminismo noi gridavamo nelle piazze che una donna ha bisogno di un uomo come un pesce della bicicletta, ed era un grido orgoglioso che" non voleva scacciare gli uomini "ma soltanto per riaffermare la nostra capacità di vivere anche da sole e di realizzarci anche da sole." Però probabilmente la crisi sociale, la crisi economica, la crisi di valori che stiamo vivendo ha aumentato nelle donne l'ansia della solitudine. Ed è questo che le porta ad accontentarsi: non importa se non è l'uomo dei sogni, non importa se è un uomo che inganna e tradisce. Pur di non star sole si accetta qualunque cosa. Sempre per la Schelotto, l'uomo che pensa in termini di "noi" è quello che le femministe immaginavano che dovesse diventare l'uomo, accanto alla donna in termini quella sensibilità che porta a far sì che una coppia sia veramente una coppia. Ci sono molti uomini che di fronte ad una donna realizzata, sicura di sé, scappano. Pertanto ci sono molte donne che si accontenatano di uomini che pensano a sé stessi, che restano "di lato", che non entrano a far parte della coppia veramente. Stiamo parlando di questo tipo di donne, cioè di donne che esprimono la loro sofferenza, che proiettano la propria disistima sugli altri, che sono convinte di avere bisogno di un uomo come di una stampella, non come di "un compagno col quale condividere il bene e il male della vita". |
Comincio a scrverla, questa cosa. Sono spunti per parlarne... Vediamo... Appunti tratti da Essere e Benessere, di Nicoletta Carbone, del 13/8/2009, Radio 24 Ospiti: La conduttrice: "Nella trasmissione di oggi ci occuperemo della straordinaria propensione di alcune di noi a scegliere uomini sbagliati. I preferiti di solito sono quelli perennemente in fuga. Ma oggi vogliamo anche occuparci di quelle donne che hanno un alto livello di sopportazione, chiamiamolo così. E quindi sopportano di dividere con dei compagni delle storie che dell'amore hanno ben poco. Insomma: si accontentano". Viene anche presentato l'ultimo libro della dottoressa Schelotto: "Un uomo purché sia", Mondadori. Secondo la conduttrice il titolo del libro può fare da denominatore comune a situazioni che possono sembrare distanti. Da una parte le donne che si innamorano di persone difficili, che "non si fanno acchiappare mai" e dall'altra le donne che si accontentano, che hanno un elevato livello di sopportazione. Secondo la Schelotto, le donne che hanno un alto livello di sopportazione in realtà hanno un basso livello di autostima. Riescono a sopportare che un uomo le rispetti così poco, che le tratti male, che racconti loro bugie, che le inganni, che le tradisca perché pensano di meritare non il bene ma il male. Quindi è come se avessero bisogno di cercare nel disprezzo di un uomo la realizzazione del diprezzo che hanno per sé. Se poi queste donne incontrano il classico bravo ragazzo che le ama, che porta loro i fiori, che le tratta bene, che vuole stare con loro, loro non riescono a fermarsi ad una persona così. Proiettano la disistima che hanno di sé anche sulla persona che si innamora di loro, e pensano che se si può innamorare di una di poco valore come loro, allora anche lui è di poco valore. Secondo Gioele Dix sono due le cose che conquistano una donna: la capacità di ascolto (l'attenzione), il ragionare in termini di "noi" e non di "io", "me" e la stimabilità dell'uomo. Se una donna perde la stima in un uomo, allora lo ha già lasciato. Comunque ci sono anche uomini che "si accontentano". Cipriana Dall'Orto osserva che ci sono sempre più donne quasi spaccate in due, che hanno raggiunto una certa autostima sul lavoro (dove peraltro devono poi farla valere), mentre nel privato sono combattute, tormentate. A volte si svegliano come da un sonno: la Bella Addormentata che per anni ha subito, improvvisamente si chiede, forse anche grazie all'autostima conquistata sul lavoro, chi gliel'ha fatto fare di stare anni con quel compagno. |
Per me è importante esserci. Quando si ama. Quando si dice di "amare da morire". E' importante non farsi mai sentire assenti o distratti. E' importante non sentire mai l'altro assente o distratto. Questo non vuol dire stare appiccicati soffocandosi a vicenda. E' uno stato dell'animo, "esserci". Quando è, non è necessario dichiararlo, si percepisce senza parole. E'. Punto. Non riesco ad immaginare di amare senza esserci sempre. Non riesco ad immaginare di sentirmi amato senza sentire che lei c'è sempre. So che per altri non è così. Amare può essere anche esserci a spot. La prevalenza è essere altrove, a flirtare con l'esistenza a tutto tondo distraendosi alla grande. Non sempre però chi ama distrarsi e mettere da parte accetta di essere messo da parte dalle distrazioni dell'altro. Mi piacerebbe un confronto sulle sfaccettature e sulla simmetria dell'"esserci". Luigi De Maio, neuropsichiatra e psicoterapeuta, in "Sé-pararsi" (Liguori Editore), scrive: "Gli amanti no. I loro sguardi non sono mai persi, sono testimoni di parole prestate al vento che ripetono in una eco infinita: ci sono. Allora è esserci la chiave che ci permette di entrare in contatto con i veri sentimenti, è darsi la forza che ci libera dall'imbragatura dei condizionamenti, è sentirsi la sicurezza che allontana il tenue velo della vergogna o il vestito mascherato del pudore."
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Ho voglia di incontri, di scambi sui casi della vita. Spero che cresca, questo blog. Vorrei autorizzare presto altri a scrivere qui. Una promessa: sarà un luogo moderato. A prestissimo.
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