Creato da AussieAle il 18/04/2007

Aussie Life

Bagatelle dall'altra parte del globo, cronache di vita australiana

 

 

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io

Post n°41 pubblicato il 25 Luglio 2007 da AussieAle

Allora, ho perso un po’ il controllo in mezzo a tutti questi contatti nuovi ed ai nuovi visitatori. Comunque ho letto molti fraintendimenti. Io non sono scappato da nulla, ho lasciato molto ma, in fondo, le aspirazioni delle persone possono essere molto più forti. E qui è tutta la mia storia.
 
Mi chiamo Alessandro, vado per i 26 anni. Sono nato nella provincia bellunese, ma vivevo da oramai 6 anni a Udine. Ed ad un certo punto ho deciso di partire.

Delle esperienze work and travel sapevo da un po’, ne parlavo con un compagno di appartamento durante l’ultimo anno di università. Però si sognava, uno dei tanti progetti che si fanno quando si hanno tante prospettive, e le scelte sono posticipate. Va a finire che prima di finire l’università, quasi per caso, trovo lavoro. Faccio il consulente di direzione, un lavoro fighissimo. Vengo coinvolto in progetti internazionali, innovativi e dirompenti. Nel curriculum posso mettere progetti e nomi importanti, e nel mio background entrano finanza e marketing, che nel mio curriculum di ingegnere gestionale vanno sempre bene. Ora, io sono un gran lavoratore, molte volte lavoro fino alle 2 di notte ma mi dicono sia consuetudine in consulenza. E lo faccio con entusiasmo, senza fatica dormo poche ore e il mattino dopo sono il primo ad arrivare, con più entusiasmo di prima.

Succede che però il giorno che il capo ti chiede di perdere la laurea di un tuo amico ti chiedi se veramente ne vale la pena, soprattutto dopo aver scoperto che il tuo lavoro, manco il cliente l’ha guardato, ma andava fatto perché il cliente era importante. Dicembre scorre, pensavo di mollare, ma non volevo perché ai progetti e all’azienda, in un momento delicato, ci tenevo. A gennaio parlo del mio calo d’entusiasmo al capo. Lui mi dice che mi verrà in contro. Un mese dopo una fiera di quattro giorni. Durante quella fiera chiamo un’agenzia che so organizzare viaggi in australia, giusto per informazione. La domenica sera, alle 3 di notte scatto questa foto!.

Ero appena tornato dalla fiera, faccia sfatta e totalmente stanco. 10 giorni prima mi ero laureato ed avevo alle spalle un monte ore da paura. Guardandomi intorno avevo due buone offerte di lavoro. Non dovevo cercare lavoro, lui cercava me. E mi sentivo nel tetto del mondo. Offerte buone, non da “generazione 1000 euro”, ma di più e con benefit. Nonostante ciò mi sono riletto la frase nella prima pagina della mia tesi, e che è nel blog qui sopra. “il mio interesse è nel futuro, perché è lì che intendo passare il resto della mia vita”. E così guardo avanti, e vedo una grande lacuna professionale (sapere un inglese spartano) e di vita (non aver mai viaggiato). E ricordo quella discussione con il mio compagno d’appartamento… L’Australia è la risposta. In quel momento ho deciso di partire. Io sono una persona ambiziosa, e quella società di consulenza aveva dimostrato di essere buona per chi vuol fare uno scalino, non per chi come me vuole salire in cima.
 
Il lunedì, dopo sole 5 ore da quella foto (e 240 km in macchina), torno in ufficio e la prima telefonata che faccio è alla stessa agenzia a cui avevo chiesto informazioni e chiedo un preventivo. Il mattino dopo vado in banca e chiedo un prestito. No problem, per fortuna, e ringrazio Unicredit per la fiducia, il credito al consumo, al contrario di quel che dice quel coglione di Grillo, a volte può finanziare dei sogni. Un paio di settimane e ho visto e biglietti. Due mesi dopo, il 20 Aprile, il mio volo parte da Venezia. E comincia la mia esperienza.
 
Non ci ho pensato tanto, ma ho solamente creduto fosse il meglio per me. Non sono critico nei confronti dell’Italia ma credo che quando tornerò avrò molte opportunità in più. Ho lasciato un lavoro che mi avrebbe permesso di vivere bene, ma non era abbastanza. Ho deciso che per me potevo volere di più, e sono arrivato a Sydney carico di aspirazioni. Ora, dopo settimane di perseveranza nella ricerca di lavoro, non sono più un semplice cameriere ma un assistente di progetto, e guadagno più che in Italia. E di imparare l'inglese per la mia carriera non me ne frega nulla, lo imparo per me. Ed i piani li faccio per me, per la mia persona, per crescere e per imparare, non per tirarmela di più,

Non ci vogliono “palle”, non sono un “cervello in fuga” (c’è poco da esportare!)… ho solo scelto di cercare opportunità altrove, di fare un’esperienza all’estero. E a tutti quelli che mi dicono, come ti invidio, vorrei farlo anch’io.. la ricetta è semplice.. volerlo fare veramente, un po’ di convinzione e d’incoscienza. Tutto qui.

 
 
 
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