Autoestinguente

Ancora in pista (Prima puntata)


(tempo di lettura: 4 minuti)Morgan è un hacker. Ha ventun anni, quindi è troppo vecchio per continuare a fare questo mestiere. Ormai ci sono ragazzini di otto-nove anni molto più veloci di lui a scorrazzare nel Net. Lo sa, e sta meditando a malincuore di ritirarsi. La proposta di Ohboki gli sembra al tempo stesso una follia e una benedizione. Surfare dentro la rete interna della Tengu Corporation per trafugare dati riservatissimi. Potrebbe voler dire friggersi il cervello, oppure fare il colpo grosso e andarsene alla grande.– Perché io? Ci sono netsurfer più veloci in giro.Ohboki è un giovanissimo oyabun, un capoclan della yakuza, la mafia giapponese. La sua ambizione è smisurata, vuole quei file per fare le scarpe a un oyabun rivale. Si è occidentalizzato, nei modi e nell’aspetto: porta impermeabile e completo di un noto stilista europeo e occhiali scuri di marca, ma coloratissimi tatuaggi fanno capolino dai polsini immacolati.– Qui non si tratta solo di velocità, Morgan-san. Tu hai un’esperienza che manca nelle nuove leve. Ti fornirò tutta l’attrezzatura di cui hai bisogno, e ti pagherò in contanti.– La Tengu è un osso veramente duro: una delle maggiori produttrici mondiali di software. Già il nome mette soggezione: se non sbaglio è uno dei demoni più crudeli della mitologia giapponese.– Paura, Morgan-sensei? Ho forse sbagliato a rivolgermi a te?– Paura sì, certo, ma se mi procuri il meglio, si può fare. Voglio essere pagato in Nuovi Sesterzi. Dai tempi della Pacificazione è l’unica moneta spendibile in tutto il pianeta.– Lo prevedevo. Sarà fatto. Parliamo di cifre.– Dieci milioni. E mi terrò l’attrezzatura.– Davvero tanto, non credi?– Non per la Tengu, Ohboki-sama.– Ritengo sia fattibile, a una sola condizione: devo essere presente a tutta l’operazione. Solo io saprò riconoscere i file che mi servono: te li indicherò al momento opportuno.– Affare fatto. Ti do un indirizzo e una lista. Fatti trovare lì, da solo, con il silicio che ti ho chiesto. Tra due giorni.– Silicio?– Computer. Occhio a marca e modello.Il sistema di sicurezza è nuovo di zecca. Troppo nuovo per sperare di forzarlo con i metodi standard. Morgan si è interfacciato direttamente alla Rete, grazie ai connettori cranici installati chirurgicamente ormai da anni. Adesso è incorporeo, è una sequenza di bit, può assumere la forma che vuole, scegliersi un’icona. I cavi di collegamento gli trasmettono tutte le sensazioni come se fosse fisicamente dentro i computer della Tengu: caldo, freddo, dolore, movimento… È necessario che sia così, altrimenti rischia di non accorgersi se lo sondano o lo attaccano. Il paesaggio è surreale: montagne di memorie, fiumi di dati, laghi di immagini, prati di suoni. Il cyberspazio è l’unica vera droga.– Vedi quel pupazzotto con una specie di livrea? Quello è l’aspetto che alla Tengu hanno deciso di dare al programma di controllo degli ingressi. Come fosse il portinaio. Si lascia fluttuare nell’aria in cerca dell’idea giusta. Ohboki assiste da un monitor in parallelo agli occhiali-visore di Morgan.– Proverò con qualcosa di talmente vecchio e semplice, che i novellini non dovrebbero conoscere. Lancio un programmino che li prende in giro. Dialoga con il computer della sicurezza e sostiene di essere l’impiegato che è uscito per ultimo. "Ehi" gli dice "dai, non rompere, sono io. Ho dimenticato di controllare la mia e-mail. Fammi entrare."Ohboki trasecola. – Davvero è così semplice?Morgan ha un moto d’orgoglio: – Semplice un cazzo, fratello. Anzitutto devi sapere come fare, e già qui non tutti ci arrivano, devi avere la roba giusta e soprattutto devi avere l’istinto per riconoscere al volo la situazione. Se sbagli una valutazione, potresti non avere il tempo per tentare qualcos’altro. Se ti sganciano la connessione, quando provi a ricollegarti ti riconoscono e ti blindano. Chiaro?– Sono mortificato, Morgan-sensei, non volevo offenderti. Ti prego, prosegui.– Comunque, ha funzionato. Quel coglione del portinaio ci ha fatto entrare. Fino qui è stato un gioco, ma siamo soltanto dentro la prima cerchia di difesa. Un sistema con le palle ne ha almeno tre. Ora viene il bello. Mi avvicino al secondo settore.NessundoveInverno 2004