Autoestinguente

Clandestinità


(tempo di lettura 3 minuti e mezzo)New York. 2035. Sera.In un vicolo male illuminato alcune persone dall’aria circospetta stanno caricando delle casse ingombranti e pesanti su di un furgone. Uno fa il palo all’inizio della strada. Sulle casse c’è scritto a fuoco U.S. Army - Guns & Ammonitions. Quando il carico è pronto, il camioncino parte. Il conducente e i passeggeri avviano una conversazione un po’ distratta e nervosa.D'improvviso si trovano davanti un posto di blocco della polizia: troppo tardi per fare inversione. Un’autoblindo anfibia, agenti in pieno assetto da guerriglia urbana. Imprecazioni sommesse partono dagli occupanti del furgone. L’uomo alla guida invita tutti alla calma e si raccomanda di seguire la solita procedura. Se ci dovessero essere dei problemi, ognuno sa cosa fare. I poliziotti chiedono i documenti e fanno domande sul carico.«Effetti personali» risponde uno dei passeggeri.Un agente incalza: «Vale a dire?».Il ragazzo prosegue: «Mitragliatrici leggere e da postazione, bazooka, lanciagranate, bombe a mano e munizioni di vario calibro».I poliziotti sono perplessi. Vanno sul retro a controllare. Gli occupanti si innervosiscono. Il graduato torna sorridente, restituisce i documenti. «Volete viaggiare sicuri, eh? Fate bene a essere prudenti. Prego, andate pure. Scusate il disturbo, ma sapete, di questi tempi...»Arrivati a destinazione (un vecchio stabilimento industriale in disuso, semidiroccato) le casse vengono trasbordate in un montacarichi apparentemente inservibile, ma uno dei ragazzi apre un pannello elettrico, ci rovista dentro per qualche secondo e l'elevatore parte. Scendono tutti nel sottosuolo. Dopo un paio di minuti buoni, arrivano in quella che sembra essere un’immensa discoteca. Tutto è pronto per accogliere decine di migliaia di persone. Appeso al soffitto, uno striscione enorme dice: Buon compleanno Elvis.Dalle casse misteriose viene estratto un primo strato di armi, ma sotto ci sono antichissimi amplificatori, vecchissime chitarre, tutti i pezzi di una batteria. Quello che guidava, che è il più anziano del gruppo, sui quaranta, dice di stare attenti, che è roba introvabile. Il più giovane, quello che ha parlato coi poliziotti, chiede: «Ma è vero che la musica è sempre stata fuorilegge?».L’altro impegnato a infilare spinotti e cavi, si ferma, si accende una sigaretta e gli risponde: «No. È dal concerto del Nevada. Per il capodanno del 2000 venne organizzato un megaconcerto rock, 10 milioni di persone. Era stata costruita una città apposta nel deserto del Nevada. Quella manifestazione catalizzò tutto il malcontento e la rabbia che esistevano da sempre. Da lì partì un’ondata di disordini che si propagò per tutto il Paese». Il ragazzo beve le parole del veterano come fossero elisir di lunga vita. «E poi cosa successe?»«Ne nacque una vera e propria guerra civile, che durò tre anni. Quando finì, venne vietata la musica in tutte le sue forme, sia suonarla che ascoltarla. Vennero distrutti tutti gli strumenti musicali, nonché dischi, cassette, CD. Ogni cosa. Chi veniva sorpreso a fischiettare in pubblico veniva arrestato. Ma questo a scuola non lo insegnano. Ti raccontano che la musica è sempre stata estranea all’essere umano, che viene dal Maligno. Si nega l’esistenza dei grandi miti della canzone.» L'uomo lancia lontano il mozzicone di sigaretta con la punta delle dita, sbuffa il fumo e rifila una pacca sulla schiena del ragazzo.«Adesso muoviti, c’è ancora tanto da fare. Domani saremo in centomila, forse più, a festeggiare il centenario della nascita di Elvis Presley. Sarà un concerto memorabile».NessundoveInverno 1998