Autoestinguente

Fuga da casa


(tempo di lettura 2 minuti)«Dicono che il mondo è stato distrutto dalla guerra, che restano solo rovine fumanti, che per tanti tanti anni non si potrà più uscire a giocare fuori. Ma io so che non è vero, ho scoperto che era una scusa di mamma e papà perché non hanno voglia di giocare con me. Sono cattivi, e io scappo di casa. Così imparano. Quando mi cercheranno senza trovarmi, capiranno che non scherzavo.»Una bambina bionda, di 5-6 anni, sta seduta su un prato, i capelli al vento, a guardare la vallata che si srotola sotto di lei. Sulla collina di fronte, si staglia un grande albero. Accanto a sé la bimba tiene stretto un fazzolettone con le cocche annodate che contiene un orsacchiotto di peluche con le cuciture un po’ lente, un album da disegno, matite colorate: tutti i suoi tesori.Il sole alle spalle, basso, conferisce una luce rosa, pastello, a tutta la scena. Le nubi cangianti si rincorrono a scatti.«Arriverò al Grande Albero, e forse scoprirò che è Barbalbero, come nel Signore degli Anelli. Mi scambierà per Merry o per Pipino, e mi racconterà le favole in lingua Ent, e mi fara giocare, e non dovrò lavarmi i denti, e andrò a letto tardissimo, anche alle… 10! E mangerò tanta di quella cioccolata, che mi verrà la lingua marrone...»Una voce alle sue spalle rompe l’incanto: «Dai, Gloria, vieni a mangiare. Spegni tutto, da brava: ventilatore, fari, e anche la parete-ologramma. Lo sai che non possiamo sprecare tanta energia. E poi non ti fa bene restare tutto il giorno a guardare quelle vecchie immagini sbiadite. Da un po’ di tempo hai sempre il muso, invece di ringraziare che siamo tra i pochissimi fortunati. Se non fosse stato per papà, che ha potuto permettersi un confortevole rifugio antiatomico...»NessundovePrimavera 1996