Autoestinguente

Profezia


(tempo di lettura: 2 minuti)Jed aveva sei anni quando sua madre lo portò con sé dalla veggente. Lui non c’era mai stato, ma la mamma ci andava spesso dopo la morte di Sam, il fratello maggiore di Jed.– Buongiorno, la tua mamma mi ha parlato tanto di te. Sei l’ometto di casa – disse la maga, e gli porse la mano come si farebbe a un adulto. La donna fu subito investita da uno squarcio del futuro di quel bambino. Rimase spaventata e non capì il perché. La percezione era abbastanza positiva.Aveva visto Jed vecchissimo, a cent’anni passati, seduto in un prato con gente che lo accudiva. Lo riferì alla madre, quasi potesse risarcirla per la perdita così precoce dell’altro figlio. Quello che invece tenne per sé fu che attorno alla visione aleggiava qualcosa di oscuro.Jed crebbe con questo ritornello nelle orecchie.– Vivrai più di 100 anni! – gli ripeteva la madre.Ben presto cominciò a farne una vera e propria filosofia.– Posso fare quello che voglio, tanto non morirò!Si lanciò così in una serie infinita di bravate, dove lui era sempre il più spericolato di tutti, perché niente gli faceva paura.A otto anni scalava fino in cima alberi che altri abbandonavano a metà, a dieci camminava su tetti dove nessuno lo seguiva, a sedici guidava come un pilota di Indianapolis. Quando ebbe vent’anni la sua fama si era sparsa fuori dai confini dello stato.Un giorno si presentò un tizio che lo sfidò. Rubarono due Porsche identiche, stabilirono il percorso e partirono. Jed era in testa già a metà del tragitto, ma voleva stravincere. Affrontò una curva a velocità assurda. L’auto sbandò, sfondò il parapetto, volò di sotto.Mentre precipitava, Jed per la prima volta da quel lontano giorno dalla veggente si rese conto che la morte non è il peggio che possa capitare.Lo schianto fu tremendo.Con tutti gli sforzi dei dottori, Jed rimase totalmente paralizzato, cieco, muto. Ma era cosciente, e da un orecchio ci sentiva. Quando lo misero per la prima volta su di una carrozzella, dentro di sé pensò che lo aspettavano almeno ottant’anni di quella "vita".NessundoveInverno 1994