Autoestinguente

Sospetti


(tempo di lettura: meno di 2 minuti)Non mi convince.Non mi convince per niente questa sua apparente innocuità. Quando fa così, mi manda in bestia. Secondo me, c’è qualcosa sotto. I casi sono due: o si è sbagliata – e non capisce appieno la portata di quello che mi ha proposto –, oppure sta macchinando qualcosa.Ci conosciamo da dieci anni, siamo sposati da quattro, andiamo d’amore e d’accordo su tutto, ma quando si tira fuori questa faccenda perdiamo la testa entrambi. Lotta senza quartiere, ognuno dei due tenta di prevalere con qualsiasi mezzo.È un’altalena snervante che non ha mai sancito definitivamente vinti e vincitori. È chiaro che quando mi offre un’opportunità così vantaggiosa, mi si rizzano i capelli dietro la nuca. Mi lascia riflettere (bontà sua!), ma con la scusa che è caldo, si slaccia due bottoni della camicetta. Sa che non resisto a sbirciare, anche se non ho certo bisogno di questi spiragli di contrabbando.Aria, ho bisogno di prendere aria. Mi alzo. C’è tempo, non devo avere fretta, devo riflettere. Mi verso da bere, mi accendo una sigaretta. Passeggio avanti e indietro per la stanza, ma continuo a guardarla di sottecchi.Abbandona anche lei il tavolino, mi segue silenziosa, si siede sul divano e sorride dolcemente. A me sembra l’espressione del gatto che ha appena mangiato il canarino: adesso le scapperà fuori dalla bocca una piuma gialla.Richiamo alla mente i dettagli, rifaccio i calcoli, poi mi decido. Ma sì, che diamine, forse sono troppo sospettoso. E comunque si vive una volta sola, è il brivido del rischio che dà sapore all’esistenza.Ostentando una sicurezza che in realtà non provo, torno di scatto al tavolino, la guardo dritto negli occhi e annuncio solennemente: – Accetto! Ecco qua, il mio alfiere per la tua regina. E sia quel che sia!NessundoveInverno 1995