Autoestinguente

Bologna 2040


(tempo di lettura: 4 minuti)Bip biiip.Il comunicatore di Enea pigola. Un messaggio di Bungo."I’ve the goods""Lo odio", pensa Enea. "Dillo in italiano: ho la merce.""Bene. Stasera, 11.30, solito posto"È giorno di Salvaguardia Energetica: tutto spento e nessun veicolo in giro. "Due passi mi faranno bene".Parte subito, ha voglia di vedere il centro. Prepara lo zaino, inforca i visori notturni e mette in cintura la pistola sonica. È in polimeri, il metal-detector non la vede.Il calendario dice 27 Gennaio, ma ci sono 20°.Imbocca via Flowerahead verso sud, svolta per via Barbers e sbuca in via Shortcell. Tutto deserto.Vicino alla palude di Unity’s Square si ferma. Il visore a intensificazione di luce non mostra niente. Enea passa agli infrarossi ed eccoli là, dietro la carcassa di un bus. Predoni. Macchie gialle e rosse contro il blu del metallo. Profughi americani, ex soldati incattiviti da quando le sorti della guerra si sono capovolte. S’avvicina e mira nel mucchio.BAM. L’onda sonica coglie impreparati i briganti. Alcuni rimangono storditi, gli altri trascinano i compagni fuori portata."Li aspetta un bel mal di testa" ghigna Enea.Arriva alle mura in kevlar, alte e nere, costruite sugli ex viali di circonvallazione. Guarda il cartello all’ingresso: Welcome to Redfat Town. Maledice ancora una volta il perverso senso dell’umorismo del Governatore che ha aggiornato la toponomastica cittadina.Mostra al milite cinese la tessera, falsa, di reduce di guerra ed entra. S’incammina svelto per Indipendence Avenue ignorando take-away vegan, prostitute giapponesi e locali egiziani che aspettano il ritorno dell’energia per accendere le insegne.Soldati cinesi pattugliano le strade semideserte. Gli unici civili sono incollati alle vetrine spente di alta moda africana. In Highbeauty Street degli operai rimpiazzano i vecchi cartelli stradali con quelli trilingue: cinese, hindi e inglese.Una stretta al cuore coglie Enea a Neptun’s Square: il Nettuno è diventato Shiva il Distruttore. L’ultima volta la statua del Giambologna era integra. Ma il peggio, lo sa, l’aspetta a Two Towers’ Esplanade. Il vuoto lasciato dalle Due Torri è insopportabile.Ne ha abbastanza. Si attacca di nascosto a un risciò e torna a Cockage Gate.Bungo e il suo turbante arrivano puntuali.– What do you want? – chiede il sikh.– Vaffanculo, parla italiano – sibila Enea.– È illegale.– E il mercato nero è opera pia?Bungo sorride. – Cosa tu vuoi? Mescalina? Bambine? Software? Armi?– Il solito, se è roba buona.L’indiano guarda l’italiano con disprezzo. – Tu pervertito sei.– Falla corta.Il sikh sparisce. Torna quasi subito con una scatola grande come un mattone.– Niente odore. Tu tranquillo. Come tu paghi?Enea cava dallo zaino un vecchio Giallo Mondadori. Gli piange il cuore, ma Lucarelli non gli è mai piaciuto.Bungo sgrana gli occhi. – Vera carta?– Sei stupido o mangi sassi? Tocca. Ti pare plasticarta? Centosessanta pagine di mezzo secolo fa. Ci fai una fortuna.Chiuso l’affare, Enea si dirige alla metro di Street of the Thousand, conosce Xu Yao al check-in.A mezzanotte precisa la città s’illumina. I cancelli della metro si sbloccano, aria pulita percorre i tunnel, i motori del treno sibilano. Yao fa un cenno all’italiano: "Metto in conto".Mentre aspetta vicino al dispenser del Little Charles, l’e-giornale locale, Enea scarica il file aggiornato sul comunicatore. Sale su un vagone vuoto e in due minuti è alla fermata Hippodrome.Appena a casa apre il contenitore stagno: Bungo è stato di parola. Quattro tenere bistecche di manzo.Con l’acquolina in bocca mette la padella sul fuoco.NessundoveGennaio 2040