Autoestinguente

Generazioni


(tempo di lettura: 1 minuto)Sognavo.Sto insegnando a una ragazzina, quasi una bambina, a correre sull’acqua. Il sole ancora basso fa splendere la sua pelle color miele di timo. Ci troviamo in mare aperto, i piedi nudi sfiorano appena la superficie, mi lascio contagiare dalla sua euforia. Una fune legata in vita, come cordone ombelicale, ci unisce. Se lei dovesse affondare potrei ripescarla, ma non succederà. È brava, ha imparato bene e in fretta, entro breve mi sovrasterà in velocità ed eleganza. Sarà lei a istruire le prossime generazioni. La guardo, i capelli al vento neri come l’ombra di un corvo, e sono fiero. Scuoto la corda con un colpo secco del polso, parte un’onda di canapa che lei riesce a rendere inoffensiva senza perdere né la concentrazione né il sorriso. Entriamo nella foce di un grande fiume. Accelero, ma lei mi sta dietro senza sforzo apparente. L’acqua sta variando di densità, da salata a dolce, ma nemmeno questo sembra darle noia. Attraversiamo campi coltivati, poi foreste di palme, la gente sulle rive nemmeno ci vede passare. Arriviamo a una cascata altissima, la base nascosta da una nebbia di goccioline sospese e arcobaleni. Fine della corsa.Un giorno non lontano sarai tu l’insegnante, ma non oggi. Spicco un salto e sono in cima alla cascata. Guardo di sotto: mi sta osservando con una O di meraviglia. Sognavo.NessundoveLuglio 2009