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luca francesconi


La nuova mostra di Luca Francesconi alla Marella Gallery propone sette opere inedite del giovane artista che a soli 27 anni dimostra di avere le idee chiare e le capacità tecniche necessaire per realizzare lavori di buona qualità.Una mostra che, con la giusta dose di ironia, affronta il tema complesso della nascita dell’Unione Europea e si interroga sulla possibilità di costruire una cultura europea. La ricerca si volge alla radici popolari di ciascuna nazione: dalle forme taurine che ricordano la Spagna, al muro a secco tradizionale di Grecia, Svizzera, Francia, Sicilia, al naso di Pulcinella e al bastone da passeggio tutto italiano.Francesconi realizza le sette opere esposte in mostra in colore nero, raggiungendo un lirismo e una drastica semplificazione evidente anche nella sintassi delle forme.Le cinque sculture in resina, Tauromachia, si riducono a scheletri che si ergono sulle punte. L’insieme è corale e comunica un momento di sospensione, di attesa, di raccolta di energie e concentrazione prima dello scatto finale. Le linee sono geometrizzate eppure risultano fluide, morbide. Nella stessa sala sono collocati sul muro bianco le quattro croci nere e il cerchio nero. I crocefissi con la loro disposizione creano un vuoto al centro su cui l’artista sembra voler soffermare la propria attenzione. Si indaga ciò che rimane "tra" i simboli religiosi, al di là dell’icona.Al centro del cerchio dipinto resta visibile il muro bianco, mentre il colore nero, che è lasciato colare all’interno e all’esterno della circonferenza, sfuma gradualmente sulla parete fino a dileguarsi. Il cerchio riprende lo stesso tema dell’assenza, e l’analisi del significato, del senso profondo di ciò che sta "nel mezzo". Gaga è il piccolo bastone da passeggio vezzo del milanese di classe borghese di un tempo. Sotto Gaga sono pezzi di carta nera, strappata a mano, frammenti sempre più piccoli che delimitano il campo della scultura.Il naso di Pulcinella è posizionato in alto, su una mensola. Per poterlo vedere, per capire di cosa si tratti Francesconi ci costringe ad allungare il collo e ad alzarci sulle punte… la beffa è tutta per lo spettatore.Ma l’opera che merita maggiori attenzioni è il muro nero. La sua lucidità, che lo fa apparire bagnato, provoca riflessi e giochi di luce che rendono dinamica la composizione. L’effetto di movimento continuo è dato anche dalla disposizione a incastro dei mattoni tra i quali viene lasciata filtrare la luce naturale. Tutti i pezzi, diversi l’uno dall’altro, sembrano rimanere in un perfetto instabile-equilibrio e la composizione risulta estremamente plastica.