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Salva la vita a una gatta e finisce sotto processo


 Barbara Balanzoni è un ufficiale medico in servizio presso la base militare italiana in Kosovo “Villaggio Italia”, dove opera con la qualifica di anestesista-rianimatore.Il prossimo 7 febbraio è chiamata a difendersi nel processo militare che la vede imputata di disobbedienza aggravata e continuata per aver prestato soccorso ad una gatta partoriente. La sua colpa è quella di avere tenuto fede al “giuramento di Ippocrate” e di non essere rimasta insensibile di fronte alla sofferenza di un altro essere vivente, una micia che si era rifugiata sotto una struttura prefabbricata di un'area riservata del compound italiano per dare alla luce i suoi piccoli. La gattina correva il serio pericolo di non sopravvivere al parto, come aveva constatato la stessa Barbara Balanzoni, in seguito alla segnalazione di altri militari italiani. Di fronte a tale pericolo la dottoressa, decise di intervenire immediatamente per salvare la gatta e i suoi cuccioli. Avrebbe così violato un ordine messo nero su bianco 4 giorni prima all'accadimento del fatto, il 6 maggio del 2012, dal comandante della Base e riguardante il «divieto di avvicinare o farsi avvicinare da animali selvatici, randagi o incustoditi».Il suo gesto non solo è stato punito con cinque giorni di consegna ma rientra anche tra i capi d'accusa dai quali la dottoressa è chiamata a difendersi nel processo militare che la vede imputata.La dottoressa dice: «Ci sono molti gatti nella base. In teoria sono randagi, in realtà ci appartengono. Lungi dal disobbedire agli ordini, stavo seguendo regolamenti militari che affermano che, in assenza di un veterinario, deve intervenire il medico».La dottoressa Balanzoni, tra l'altro, è stata il medico che nel 2012 si è occupato di mettere in contatto l'Esercito italiano e l'Enpa permettendo di avviare quella collaborazione che ha fatto giungere in Italia, salvandoli anche in questo caso da morte certa, undici cani dal Kosovo e due cani dall’Afghanistan.L'ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), ha indetto una petizione al Ministro della Difesa Mario Mauro. Chi fosse interessato può visitare il seguente link: petizione