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La fée verte: una favola vera


Ai tempi della Belle Epoque, verso la fine del XIX secolo, se vi fosse capitato di camminare nelle strade di Parigi in un momento ben preciso della giornata, diciamo dalle 17 alle 19, vi sareste accorti che l'aria aveva uno strano profumo, avreste respirato un'aria "strana", intrigante, complice, mista di trasgressione e cultura... era l'ora dell'adulterio, ma ancor di più era l'ora «verde», l'ora della «fata verde».Nella seconda metà del XVIII secolo in Svizzera i soliti frati (atro che ora et labora, qui si mangia e si beve!!) avevano creato una bevanda; un infuso alcolico di Artemisia Absinthium, zucchero, anice ed altre erbe.Questo liquore venne assaggiato da un signore francese, un certo Pernod, gli piacque talmente tanto che pensò bene di produrlo in Francia. Così nacque l'Absinthe... L'Assenzio.Era il lontano 1830 i soldati tornavano trionfanti dalla conquista in terra d'Algeria, tornavano non solo come semplici vinvitori di una guerra ma portavano nei loro zaini una "pozione"che li aveva preservati dai malanni: l'assenzio.Bere l'Assenzio fu subito una moda motlo diffusa, aiutata anche dal fatto che la produzione del vino aveva subito un colpo quasi mortale per il diffondersi di un parassita micidiale per le viti: la filossera. Questo fatto causò la scomparsa qusi totale dei vigneti in quasi tutta l'Europa, lasciando praticamente la strada spianata alla commercializzazione di altri prodotti molto più economici, l'Assenzio appunto!In poco tempo divenne "la bevanda maledetta" e per il colore che aveva fu chiamata la «fée verte». Per Verlaine, Rimbaud, Baudelair, Van Gogh divenne la loro musa ispiratrice, Degas, Toulouse Lautrec, Wilde e tanti altri artisti le dedicarono moltissime opere.Il rituale di bere Assenzio si diffuse in tutta l'europa e negli Stati Uniti... fu l'apice dello splendore della «fée verte»Ma come in tutte le favole che si rispettano, oltre la fata c'è anche l'Orco: il Tujone.Il tujone è un alcaloide che agisce sul sistema neurovegetativo, in pratica il tujone era... il nonno del LSD, e l'Assenzio era ricco di tujone.Molti cominciarono a sostenere che l'abuso di Assenzio provocava allucinazioni, dipendenza, cominciarono a sospettare che non fosse un normale liquore, ma una vera e propia droga.Nel 1905 accadde l'inevitabile... «una crema di menta, un cognac, sette bicchieri di vino e un caffé corretto al brandy; poi un altro litro di vino, un'ulteriore annaffiata di brandy e DUE BICCHIERI DI ASSENZIO», questo è quello che riportarono i giornali dell'epoca, quando il 28 agosto Jean Lanfray, contadino di 31 anni abitante nel Canton Vaud in Svizzera dopo una giornata a bere tutto quel popò di roba tornò a casa e con il suo fucile da caccia fece una strage della sua famiglia.La colpa di questa tragedia fu attribuita a quei due bicchieri di Assenzio. Nel 1907 la Svizzera vietò la produzione di quella fata che si era trasformata in veleno e dal 1915 il divieto si estese anche in Francia ed in altri paesi europei tra cui l'Italia.Con l'avvento della Grande Guerra l'Absinthe la «fée verte» scomparve lentamente.Ma una favola non è una vera favola se non ha un lieto fine...Nel 1999 Pascal Rolland dopo un anno di ricerche ed aver sbrigato tutte le pratiche amministrative del caso, ottiene l'autorizzazione a utilizzare la pianta dell'assenzio ed a menzionarla in etichetta.Dalle sue ceneri è rinata la fée verte...Santé... bauuuuuu.....