NOI.. GIOVANI, SIAMO STATI E SAREMO UNA FORZA!Non sorprende nessuno degli osservatori disincantati e imparziali il fatto che i giovani abbiano preferito votare le liste del Popolo della Libertà. In barba a tutti quelli che continuano a dare a bere i miti della contestazione del ’68, i ragazzi si sono dimostrati molto responsabili e hanno punito e duramente quelli che non hanno esitato a definirli “bamboccioni”. Infatti la nuova generazione di elettori si presenta molto più critica e meno ideologica di quelle passate. I flop delle formazioni più estreme soprattutto di sinistra sono il primo dato che rende la cifra del modo nuovo di concepire la politica. Il sol dell’avvenire o le altre chiacchiere non interessano più e non possono più interessare chi si è visto privare del futuro in solo due anni dallo squinternato governo Prodi. Interessano i fatti che vanno ben al di là della critica al “precariato” in sé e per sé, che vanno al di là delle questioni di alta filosofia che ancora oggi molti tentano di imbonire al giovane ritenuto naturalmente uno sprovveduto, che vanno al di là di tutte le questioni di altissima politica regolarmente smentite da un mondo come quello attuale che viaggia a velocità vorticose. I fatti di Prodi, della sua squadraccia di funamboli, acrobati, nani, trans e ballerine, sono riassumibili nella tassazione esasperata, che confonde il Mortadella e il suo degno compare Padoa Schiappa a Giovanni senza terra e allo sceriffo di Nottingham della saga di Robin Hood, nella follia di una scuola invecchiata di trent’anni e di un’università in mano ai baroni, nel peggioramento sostanziale delle condizioni del lavoro precario, nelle carnevalate dei folkloristici Di liberto, Caruso, Luxuria e Pecoraro con le loro pittoresche tute bianche, rosse, verdi e gialle, i No-Tav, i No-Vat, e tanti altri fenomeni da baraccone sciorinati come un immenso circo in tutte le piazze d’Italia. E poi tanta, tanta munnezza. E un nome : Antonio Bassolino il re caduto in disgrazia che ancora non molla lo scranno del governatorato della Campania. Insomma i giovani hanno saputo scegliere tra chi li cerca (e li candida) solo per spot e chi veramente crede nelle sue potenzialità e nei suoi talenti. Alle chiacchiere hanno risposto tante “X” sulle schede elettorali…
Post N° 25
NOI.. GIOVANI, SIAMO STATI E SAREMO UNA FORZA!Non sorprende nessuno degli osservatori disincantati e imparziali il fatto che i giovani abbiano preferito votare le liste del Popolo della Libertà. In barba a tutti quelli che continuano a dare a bere i miti della contestazione del ’68, i ragazzi si sono dimostrati molto responsabili e hanno punito e duramente quelli che non hanno esitato a definirli “bamboccioni”. Infatti la nuova generazione di elettori si presenta molto più critica e meno ideologica di quelle passate. I flop delle formazioni più estreme soprattutto di sinistra sono il primo dato che rende la cifra del modo nuovo di concepire la politica. Il sol dell’avvenire o le altre chiacchiere non interessano più e non possono più interessare chi si è visto privare del futuro in solo due anni dallo squinternato governo Prodi. Interessano i fatti che vanno ben al di là della critica al “precariato” in sé e per sé, che vanno al di là delle questioni di alta filosofia che ancora oggi molti tentano di imbonire al giovane ritenuto naturalmente uno sprovveduto, che vanno al di là di tutte le questioni di altissima politica regolarmente smentite da un mondo come quello attuale che viaggia a velocità vorticose. I fatti di Prodi, della sua squadraccia di funamboli, acrobati, nani, trans e ballerine, sono riassumibili nella tassazione esasperata, che confonde il Mortadella e il suo degno compare Padoa Schiappa a Giovanni senza terra e allo sceriffo di Nottingham della saga di Robin Hood, nella follia di una scuola invecchiata di trent’anni e di un’università in mano ai baroni, nel peggioramento sostanziale delle condizioni del lavoro precario, nelle carnevalate dei folkloristici Di liberto, Caruso, Luxuria e Pecoraro con le loro pittoresche tute bianche, rosse, verdi e gialle, i No-Tav, i No-Vat, e tanti altri fenomeni da baraccone sciorinati come un immenso circo in tutte le piazze d’Italia. E poi tanta, tanta munnezza. E un nome : Antonio Bassolino il re caduto in disgrazia che ancora non molla lo scranno del governatorato della Campania. Insomma i giovani hanno saputo scegliere tra chi li cerca (e li candida) solo per spot e chi veramente crede nelle sue potenzialità e nei suoi talenti. Alle chiacchiere hanno risposto tante “X” sulle schede elettorali…