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LA STACCIONATA

Post n°31 pubblicato il 13 Novembre 2008 da BEASEXY74
 

Decisi di incontrarlo come prima volta, in una trattoria che frequentavo diversi anni prima. Era in un piccolo paese della meravigliosa Toscana, immersa nel verde, lontana da occhi indiscreti e dalla tentazione di poter finire a letto in un albergo che avremmo di certo trovato nelle vicinanze di qualsiasi altra città. Emozionata, arrivai sul luogo, aspettando di essere raggiunta da lui, tardò poco e nel vederlo avvicinarsi mi resi conto che entrambi eravamo imbarazzati. "Scambiammo due parole veloci decidendo che un buon primo avrebbe sciolto la tensione. Parlammo del più e del meno per alcuni minuti, iniziando a ridere su certe cose che ci eravamo scritti su msn, rendendoci conto di non esserci mai mentiti, capendo di piacerci come presupponevamo. Ad un certo punto mi prese la mano baciandomela e senza togliere gli occhi dai miei, con tono basso ma deciso, mi domandò "che linegerie hai indossato per me?" "lingerie in pizzo nero, reggicalze in raso e pizzo, come tu adori" risposi senza rimurginarci troppo su. "Ummmhhhh, e chi mangia più?" ridendo aggiunsi "mangia, mangia, sarà vero che ho scelto il nero che ami, ma ho badato bene che non ci fossero alberghi, per non cadere in tentazione" - in realtà conoscendomi, sapevo bene che non era la mancanza di un letto ad impedirmi di fare sesso con lui, ma di certo la situazione si sarebbe presentata diversamente. Davanti al caffè, decidemmo di farci una camminata tra i suggestivi ulivi e vicino al laghetto. "Posso farti qualche foto? Ti dispiace?" Mi chiese ..." - non le amavo molto, ma come potevo dirgli di no, aveva lo sguardo di un bambino. Non badò a spese, ad ogni mio passo, lui non faceva altro che scattare foto, cogliendo ogni espressione, dicendomi che non voleva perdere un solo attimo di quel nostro incontro. "Vieni, andiamo verso il laghetto, saliamo sul ponte! Saranno fantastiche ..." prese così la mia mano e iniziò a correre, giunti al ponte, riprese a fare foto, ma notando che non c'era nessuno, mi chiese almeno di fargli vedere il reggicalze "sbottonati la gonna, la camicetta, fatti almeno fotografare ..." La mia gonna, si aprì di più, la scollatura divenne più generosa. "alzala di più, fammi vedere l'intimo" ... alzai di più la gonna, mostrandogli un ridottissimo perizoma. "Siediti sulla staccionata ora!" - "mica sono una modella" gli dissi. Pochi minuti dopo però me e stavo là seduta, nelle posizioni che mi diceva, voleva ... m'ordinava. "alza le braccia appenditi alla staccionta alta" "apriti la camicia, fai uscire un seno" "allarga le gambe" "morditi le labbra" "scosta la mutandina, toccati, leccati" lui chiedeva ed io facevo, sino a quando mi disse "ora farò una cosa, non pensare a male, mi sfilo la cintura solo per legarti i polsi in alto". le mani erano legate, e lui si avvicinava solo per mettermi in posizioni diverse. Tutto filava al meglio, quando ad un tratto, sul ponte arrivò una coppietta, si affrettò così a raggiungermi, a slegarmi, ponendosi davanti a me per non fare vedere nulla a loro. La coppia però continuò a dirigersi verso di noi, il tempo per ricompormi non c'era, si pose così tra le mie gambe, consigliandomi di "fare come due bravi gli innamoratini" sostenendo che vedendoci in intimità avrebbero cambiato rotta ... avvicinò la sua bocca vicino alla mia, le sue mani sui fianchi, spingendo il suo pube con decisione contro di me. Non so se fosse stato più imbarazzante o eccitante quello che stava succedendo, ma di una cosa ero certa, era eccitatissimo. Effettivamente come aveva detto, la coppia andò alla parte opposta, ma lui invece di fermarsi e allontanarsi, prese ad accarezzarmi le gambe, allargandomele maggiormente, spingendosi ancora più contro di me. "Lo senti come scalpita? Ti vuole!" d'istinto mi feci qualche centimetro più indietro, ma lui mi afferrò per le spalle, iniziò a baciarmi, palpando il mio seno, strizzandomi forte, sempre più forte i capezzoli ... "E' così che ti piace, o erro?" come risposta lo baciai, ma evidentemente non era quello che voleva, strinse ancor più forte i miei seni, morse la mia bocca, richiedendomi se mi piaceva. "Voglio che me lo dica, non che me lo faccia capire, voglio sentirmelo dire, capito???" Eccitatissima risposi, una svariata serie di Si, si che lo spinsero a scostarmi lo slip con violenza, la stessa che poi usò per tirarlo a sé, procurandomi un certo dolore per via dell'atrito del perizoma tra le labbra del peccato. Mugolai un "mi fai male" ma la cosa non lo toccò affatto, anzi, le sue mani sul suo corpo si fecero sempre più pesanti, mordeva forte il mio collo, pizzicava il mio seno, la mia clitoride ... entrambi avevamo perso la testa, nessuno dei due si chiedeva più se per caso qualcuno potesse vederci o sentirci, rilegò le mie mani alla staccionata, strappò il mio slip, la sua lingua percorse l'interno delle cosce, sino a raggiungermi tra le gambe, le sue dita entrarono in me procurandomi subito un orgasmo ed il desiderio di avere il suo uccello nella mia bocca. "non ti slegherò" slacciò i suoi pantaloni, dai pants mucca, prese fuori la sua verga, come un gatto salì sulla staccionata in piedi, mettendomelo senza troppe smancerie in bocca. "mangiamelo troia!" me lo mise tutto in gola, tenedomi per i capelli, rilasciandomi a piacere, commentando ogni su e giù ... "come vedi l'albergo non ci serve ..." " ma sei troppo passionale, troia per averlo sottovalutato" con la testa accennai ad un si, saltò allora indietro, veloce slegò le mie mani, facendomi scendere ... ora eravamo uno davanti all'altro, le sue mani, le mie, andavano ovunque, mi ritrovai così girata e con le sue mani che mi sollevavano la gonna, il mio culo era completamente scoperto, la mia schiena piegata in avanti, i suoi denti rigavano la mia schiena, mentre il suo uccello iniziava a fottermi deciso, togliendomi il respiro, facendomi persino male ... era un vero animale, e quel suo modo mi mandava giù di testa, il suo odore da maschio, il mio selvatico si mescoalrono in fretta. La sua cappella, strusciava tra le mie labbra aperte e bagnate, sul mio culo, di tanto in tanto schiaffeggiava le mie natiche ... "mi fai impazzire!" mi disse quasi ululando e senza chiedermi se volevo prese a penetrarmi anche dietro ... ad ogni colpo mi diceva che ero una troia, una mignotta, una puttana, una vera cagna in calore, non smise sino all'arrivo del suo godere, mentre io gli chiedevo di non smettere, di non fermarsi ...

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