LE MIE PAROLE

La convivenza


L'avventura è cominciata. Iera notte è stata la prima, risveglio veloce, lavoro di pasquetta. La sensazione è davvero strana, come se tutta l'attesa che ha segnato la pelle ci rendesse doverosi di attendere ancora un pò per godere. Forse il debutto dei giorni tenderà ad essere meno sacrilego quando la fatica del trasloco tenderà a scemare. Quel che è certo che gli occhi suoi sono pieni di paura, pieni di punti interrogativi e di domande che non riesco a condividere a dovere. E' come se in questo momento io non riuscissi a fare altro che silenzio. I genitori sono importanti, sia perchè ci hanno donato la vita sia perchè rimangono punto di riferimento fino a quando il tempo darà loro modo di esserlo. Al contempo, ahimè, rovinano gli animi sensibili segnandoli in alcuni comportamenti che hanno da quando noi siamo nati. I miei, ad esempio, ci hanno reso la vita impossibile pretenendo di metter bocca sulla creazione del nostro nido. Ho passato dei giorni impossibili, fino a quando l'esplosione di un vulcano, il mio animo, non ha che lasciato detriti e danni. Però come nello tsunami, il tempo rifarà crescere piante e paesaggi. I suoi, invece, fanno del vittimismo la passione del legame. Il padre, reduce della miglior lotta tra vita e morte, in silenzio capisce che a 28 anni è ora di uscire di casa e, certo che non verrà mai abbandonato. Per la madre, invece, è il tempo dei malori improvvisi, degli sguardi funerei come se la vita per la figlia finisse invece di cominciare. E noi siamo più forti e abbiamo battuto tutte le situazioni. Fatica, difficoltà e catene. E ora godiamo.