Bianconeri siamo noi

FORZA, MISTER DIDI'!


Il 9 luglio 2006, non è solo il giorno del trionfo Mondiale del cielo azzurro sopra Berlino dove ci siamo abbracciati forte e voluti tanto bene (tanto per unire Civoli e Caressa). Di quella Francia, è stato il Capitano dell'annata più trionfale della storia della sua nazionale. Ha sollevato, alla faccia nostra, Coppa del Mondo a Parigi e Coppa d'Europa a Rotterdam. Stiamo parlando ovviamente, di Didier Deschamps, per cinque anni colonna portante della prima Juve lippiana. Un vincente nel DNA, basti pensare che ha avuto l'onore di alzare quella Coppa con le Orecchie d'argento per ben due volte. Con il Marsiglia (davanti ai pianti milanisti) e con il bianconero nella magica notte di Roma. Il 9 luglio, fu il giorno dell'ufficiosità del suo nuovo incarico da allenatore. Due anni prima fu bruciato al rush finale da Capello, ora no. Nuovo mister bianconero, nel periodo più duro di questo club. Per rinfrescare la memoria, siamo ad un passo dalla Serie C, non si sa con quale classificazione, dopo l'accusa di Palazzi e stampa intera. Ma Didì, accetta comunque di sposare la causa bianconera e dovrà allenare gran parte degli uomini che hanno strappato la Coppa del Mondo ai bleu. Nonostante il rischio sia la C, la neodirigenza bianconera gli promette che guiderà una squadra da Serie A e in Serie A e con la Coppa dei Campioni da giocarsi. A proposito di Champions, vincente da giocatore, ha sfiorato il tris da allenatore, portando in finale una squadretta come il Monaco in finale, eliminando Real Madrid e Chelsea, dando lezione plateale di calcio. E fu la sua prima esperienza da allenatore, all'età di 36 anni. Non un'impresa da nulla. Arrivato in bianconero, afferma che tra tutti i big della sua squadra, fatta eccezione per Del Piero, colui che non vorrebbe veder partite è Fabio Cannavaro, una roccia in azzurro e in bianconero nelle due stagioni passate e grande Capitano dei Campioni del Mondo. Non passano neanche tre giorni, ed ecco che "Canna" prende la via di Madrid, è il primo dei grandi partenti. Lo seguirà Emerson, mentre Zambrotta e Thuram vanno a Barcelona, Vieira ed Ibrahimovic (altro desiderio di Didì) vanno all'Inter. La squadra pronta per ripartire in Serie A si è sgretolato e Deschamps non ne rimane per nulla contento. In campagna calciomercato però, viene ceduto un altro suo pupillo, il giovane talentuoso e rigenerato Adrian Mutu, regalato  a titolo definitivo ai viola, in cambio di un prestito di Valeri Bojinov, che dopo una grande stagione con il Lecce di Zeman, sembra essersi perso. Rimangono Buffon, vero Pallone d'Oro e miglior portiere del mondo,Alex Del Piero , Pavel Nedved e gli scontenti Camoranesi e Trezeguet, che, non hanno mai chiesto di scappare, ma di certo non erano gli uomini più felici del mondo. Chiaro, in quel momento non è esistito nemmeno uno juventino che in quel momento potesse gongolare, sopratutto se la strategia della tua "difesa" in sede di tribunale sportivo è un patteggiamento dinanzi alla figura di Ruperto:"Vi prego, dateci la B con penalità, vi prego!". Ci rimarremo tutti ancor più a bocca aperta quando il 31 Agosto, dopo settimane di promesse che annunciavano il ricorso al Tar per tornare a casa, la società decide di accettare la Serie B inflittagli da Piero Sandulli (si direbbe), presidente della Corte Federale.  Nello stesso giorno, la squadra sportiva è impegnata al Giuseppe Meazza per il trofeo tim contro Milan e Inter. Un trofeo che ha visto la Juve, come sempre, sconfiggere i nerazzurri grazie ad una sventola di Del Piero su punizione da quasi trenta metri. Ma a far notizia, è l'intervista che Didier Deschamps rilascia nell'immediato dopogara. E' una maschera, è infuriato con la società, prova a nascondere la sua rabbia, ma si lascia scappare un :"Non capisco, prima dichiarano guerra, poi si ritirano?". E' tanta la rabbia, che quella sera stessa, aveva deciso di rassegnare le dimissioni da allenatore della Juventus. Per lui fu uno smacco non essere in Serie A, come gli è stato promesso. La categoria di B, è a lui sconosciuta, non ha mai avuto il piacere di asistere ad una partita di codesto campionato, ma alla fine, spinto da un grande amore per la Juve, rimane e prova a vincere una sfida che sembra persa in partenza. Unico acquisto, al cospetto di tante cessioni, è Jean Alain Boumsong, difensore francese del Newcastle, noto per gli internettiani di Youtube come autore di tante cappellate in fase di difesa. Ma comunque, si tratta di un vice campione del Mondo, non del primo che passa. Ma comunque, ci vorranno mesi perchè si ambienti perfettamente nelle gerarchie di questa squadra. L'inizio di campionato, a Rimini, è una mazzata. L'atteggiamento tattico , ma sopratutto psicologico, portano al pareggio con i disastri in difesa di Boumsong e Kovac. Ma la Juve di Deschamps, comincia a macinare risultati e gioco già dalla partita successiva, contro il Vicenza. I campioni rimasti, non risparmiamo energia e sacrificio. La mano di Didì si è sentita eccome in questo campo, ricordandolo come grande condottiero e motivatore da giocatore. Eppure, nonostante in campionato sia arrivato in testa al gruppo con penalità di 17 punti, poi 9, molte, ma molte critiche gli sono piovute contro da giornalisti, ma sopratutto, tifosi bianconeri che non lo possono più vedere e qualcuno, riportando testualmente, scriveva: "ma che possa venire investito da un autobus, almeno non ci allena più..". C'è chi lo definisce uomo mediocre, dimenticando l'inizio di questa avventura. Le accuse al tecnico sono state tante. La prima è quella di non aver dato un gioco spettacolare a questa squadra. E questa è una menzogna che non sta nè in cielo nè in terra. Il calcio di Serie B è atletico, muscolare, agonistico e non al rallentatore come in A. Quello che conta, è portarsi a casa i 3 punti, cosa che questa Juve ha fatto puntualmente. E poi, non è facile far del bel gioco quando i tuoi avversari picchiano ogni sabato come forsennati e mai vengono puniti, e poi si rintanano in difesa in 11, con le barricate, per 90 minuti più recupero. Quando si è trattato di affrontare squadre che se la sono giocate a viso aperto, il gioco della Juve è stato molto gradevole ed ha portato anche ottimi frutti, come le vittorie sul Napoli,sul Genoa, sul Bologna, sul Lecce, ma da non dimenticare anche le buone prestazioni contro il Milan al Trofeo Berlusconi e contro il Rimini a Torino. Non dimenticando poi, quel che di buono si era visto al Monaco. Altra accusa è quella di non aver avuto un occhio di riguardo nei confronti dei giovani. Come se Palladino, Giovinco, De Ceglie, Venitucci, ma sopratutto Marchisio, non siano mai esistiti in questa stagione. E tra l'altro, tutti con grandi prestazioni partita dopo partita, a parte Giovinco, che per via del suo fisico e del ruolo non ha giocato tanto. E poi, c'è stato un perfetto mix con i campioni di più esperienza e classe.Didì, poi, si dice abbia la sindrome di Ancelotti: ovvero, gli manca il carattere per stimolare i campioni e richiamarli. Si dimentica però Camoranesi, che ha fatto grandi prestazioni e Trezeguet, che la palla l'ha buttata comunque dentro per 13 volte e quando arrivava il momento, è stato sbattuto zitto zitto in panca, e senza fiatare. Il carattere, per questa squadra, non è mancato, altrimenti non sarebbe arrivata in testa alla classifica con 91 punti a 3 giornate dalla fine e non si sarebbe rialzata dopo qualche battuta d'arresto, come a Vicenza, come a Mantova. Carlo Ancelotti,  certe scoppole che ha preso in carriera, oltre alle vittorie, non è più riuscito a digerirle invece e Del Piero nel 2000, lo faceva sempre giocare e anche quando in forma non v'era. Non dimentichiamo che Didì, è riuscito a convincere dei campioni del mondo a giocare con la testa anche contro Frosinone,Crotone e Albinoleffe.Un' accusa che a Didì può reggere invece è quella di non essere eccezionali nella lettura del match. Qualche cambio è stato azzardato e sbagliato, ma c'è stata anche qualche rivoluzione, qualche cambio, qualche inserimento che invece ha portato risultati, come Legrottaglie provato nella partita più importante della stagione contro il Napoli, come Giovinco che ha risolto la partita contro il Bologna, come Zalayeta a Bologna mentre tutti non lo volevano, come Venitucci che esordisce a Lecce, come Camoranesi spostato al centro a Frosinone e tanti altri innesti ottimi, ma ignorati dalla critica. Ad inizio stagione non è stato fortunato nelle scelte, ma con il passare del tempo ha cominciato ad indovinare alcune scelte, poi rivelatasi decisive. Il mancato impegno di Bojinov, dopo tanti riscaldamenti senza mai entrare (un pò come Capello-Del Piero) ha fatto sorgere molti dubbi. Nella gara contro il Lecce di Zeman a Torino è stato grandioso, ma Didier non l'ha mai visto molto nei piani bianconeri. Forse anche perchè non l'ha mai richiesto e in realtà avrebbe voluto tenere Mutu e comunque, l'attacco bianconero ha sopperito anche senza Bojinov. E stiamo parlando di un attacco dal 2000-2001 è un' assicurazione del gol. Del Piero-Trezeguet. I meriti di Didier sono anche altri: essere riuscito a vincere la difficile sfida della B a lui sconosciuta (e diventa un grande merito riuscirsi a calare in un campionato sconosciuto ai più), essere riuscito a tenere saldo lo spogliatoio nonostante in ogni settimana, tra taccuini e microfoni, si sia parlato di tutto, ma tranne che di pallone. Ha risistemato una difesa nel periodo più importante della stagione. Difesa che per due terzi di stagione ha fatto davvero paura e faceva morire di crepacuore ,peggio di Zaccone, e che non è stata nemmeno ritoccata a Gennaio.Si è sempre comportato da Gran Signore con tutti, con educazione, cortesia, intelligenza, cultura e anche simpatia.Quando abbiamo perso ci ha sempre messo la faccia. Nelle vittorie mai si è esaltato e non si è mai appropiato di tutti i meriti.E sopratutto, è Juventino Vero, rigorosamente in maiuscolo. E ora che si è conquistato la Serie B contro tutti e tutto, lasciatelo lavorare nella sua reale dimensione:il grande Calcio, quello dove ne è sempre uscito da vincente. Lasciategli fare l'allenatore vero, quale sarà l'anno prossimo.A testa alta e senza bisogno dell'ombra di Lippi, che ringrazieremo per sempre, ma la sua era è forse finita e di motivazioni, dopo aver vinto tutto e dopo tre anni di quasi relax in barca, perchè il lavoro di cittì non è come i club. Ora è il momento di Didier Deschamps. E allora forza Didì, noi siamo con te!