DIRETTAMENTE DA LONDRA Ho vissuto in prima persona lo spettacolo di ieri della magnifica Silverstone, il circuito più bello del mondo dopo il tempio di Monza. Ho preso posto presso il punto dell'Hangar Street, che segue le tre curve a successione da affrontare a tutta la velocità, che qualcuno ha paragonato anche ad una sciata per la costanza che il pilota deve tenere, senza sbagliare il minimo millimetro altrimenti si finisce fuori. Veramente affascinante, ma sopratutto eccitante. Una Silverstone che definire infuocata di pubblico appassioato è dire poco, un entusiasmo per la Formula 1 che nemmeno ai tempi di Damon Hill si poteva misurare, molto meno apprezzato, come ho chiesto a qualcuno dei tanti supporters presenti, tra quattro chiacchiere e qualche birra (che scorreva, come sempre a fiumi) nell'attesa che il serpentone parta per scatenare l'inferno. Hamilton è diventato un idolo locale, al pari delle stelle del calcio, forse anche leggermente di più. D'altronde,non si era mai verificata una storia simile per un esordio di un giovane pilota di Formula 1. Il fascino della corsa ha giustamente offuscato la mente verso i fattacci di cui purtroppo stiamo venendo a conoscenza in queste settimane, ma di cui forse, sarebbe meglio parlare solo quando verremmo veramente a conoscenza dei fatti e non ora. Meglio raccontare una giornata di Formula Uno diversa dalle aspettative degli inglesi, non tutti tifosi di Hamilton, perchè i ferraristi, naturalmente, spopolano in tutto il mondo e in particolare modo in England, patria di Williams e appunto Mclaren. Alcune delle grandi imprese storiche della Rossa, risiedono proprio qui in Inghilterra, come per esempio, la storica prima vittoria in F1 con Froilan Gonzales nel 1951 fino ad arrivare ai giorni, con un super Barrichello che nel 2003, in uno dei GP più vivaci della storia, va a vincere (è la gara in cui il pazzo fanatico entrò in pista e rischiò di essere investito da una Jaguar).
E' stata una gara, quella di ieri, davvero avvincente, la più bella di tutto il campionato. Gara che posso commentare avendola vista due volte, prima direttamente lì, come detto (sono presenti i maxischermi ad ogni curva) e poi grazie alla registrazione in Podcast con commento RAI (che tra l'altro è stato pure avvincente, a differenza del sonnellino a Magnycours). La Ferrari è andata fortissima e la doppietta era a portata di mano ma la vera notizia è che i due piloti, Kimi e Felipe, stanno cominciando ad avere quella condizione psicologica desiderata da adattarli alla vettura. La pressione con cui Raikkonen ha spinto ad ogni giro è stata da fenomeno, tenendosi sempre a ridosso delle due Mclaren e schiacciando il piede sull'acceleratore a pista libera gudagnando più di un secondo a giro sulle frecce d'Argento. Sfortunato Felipe, ma bravissimo nella rimonta, arrivando nel giro di venti giri circa subito in zona punti, per poi arrivare quinto al traguardo. Come direbbe Briatore, per vivacizzare le gare, bisogna buttare indietro i grandi. Quest'anno è capitato a tre dei quattro moschietteri per il titolo Mondiale, mai ad Hamilton, che ieri ha beccato quasi 40 secondi da Raikkonen che si aggiungono al mezzo minuto in Francia. Somma: più di un minuto circa, subiti in due gare. Mica male. E' stato bravo anche Alonso, che al primo pit è riuscito in un colpaccio, da terzo a primo, ma poi si è dovuto arrendere alla furia finlandese di Raikkonen. Nella gara di ieri, stiamo cominciando veramente a ridurre al passato l'era Schumi, che piano piano sta divenendo solo un vecchio ricordo. Abbiamo visto i due piloti Ferrari esibirsi in due specialità del maestro Kaiser. Kimi "il ghiacciolo" è stato perfetto in tattica, Massa nelle rimonte (tanto per citarne qualcuna di Schumi, Spa 1995 che forse è stato il grande capolavoro della sua carriera, Monza 2004 o la chiusura in Brasile l'anno scorso). Ok, la Ferrari va fortissimo, ma bisogna saperli guidarli questi due siluri. E per ora, incrociamo le dita, abbiamo tutte le carte in regola per sperare in un campionato decisamente avvincente con quattro piloti in lizza. Anche per gioia degli inglesi, che ieri quasi sembravano certi:"Lewis meglio di Nigel Mansell". Durante la festa del podio di ieri, l'ovazione per Lewis era quasi ai livelli di una vittoria mondiale. Alla fine la Formula 1 è decisamente più viva di quanto si dice oggi e di quanto si vuole farla credere.