Bianconeri siamo noi

Solita uscita a vanvera Tottiana e della Rossellina


"Per come la penso io, c’è un pizzico di sudditanza psicologica, di tutti, perché hanno paura a parlare male in questo momento dell’Inter, perché poi se avessero il coraggio e la lealtà di dire quello che vedono, sarebbe molto più facile. E, invece, loro negano e negare l’evidenza penso che sia un po’ difficile. Non voglio attaccare l’Inter, perché l’Inter società penso che non c’entra niente, poi i giocatori sono bravi e vincono in campo. Però, qualcosa sotto penso che ci sia. Qualcosa sotto nel senso che hanno dei piccoli aiutini. Quello, purtroppo, c’è sempre stato, fa parte del calcio, come la Juve tanto tempo fa, adesso c’è l’Inter. Io non penso che l’Inter abbia fatto quello che ha fatto la Juve. Purtroppo, sono uscite tutte le intercettazioni e abbiamo capito la verità, quello che c’era dietro. Io non penso che l’Inter abbia fatto la stessa cosa, anche perché loro vincono sul campo, poi gli arbitri possono sbagliare perché non è semplice gestire 90 minuti e non sbagliare almeno una volta. Però, sbagliare sempre allo stesso modo e sempre dalla stessa parte, un po’ ti fa pensare. Questo è quello che volevo dire, non che rubano le partite o l’aiutano. Mi dispiace perché tu ti alleni tutta la settimana e poi sai che tanto loro, o perché sono forti o perché succede qualcosa, vincono sempre.” Così parlò Francesco Totti, capitano della Roma dopo Catania-Inter. L'ultima persona che avrebbe diritto di fiatare e parlare di sudditanza psicologica e quant'altro nei favori dell'Inter. Silenzio, parla Totti. Viene lui a reclamare la sudditanza, lo stesso calciatore che ha rifilato 3,4 pugni consecutivi a Manninger per recuperare uno stupidissimo pallone ed il tutto, nemmeno degno di un minimo cartellino giallo o di una prova tv che per la cronaca, sarebbe bastata per fargli vedere Juve-Roma dal decoder Scai. Proprio lui, che è stato l'unico in questa stagione ad essere uscito favorito dagli arbitri nello scontro con la formazione di Ciuffettino, in un match che sarebbe dovuto finire 1-6 minimo. Proprio lui, Francesco Totti, viene a parlare della Juve del passato e quello che faceva quella formazione. Lui che ci ha perso 1-4, si. Lui che in quel periodo, per vincere l'unica cosuccia che può vantare in carriera (nella quale Guerino Gottardi ha vinto comunque di più), con la sua megadirigenza di maialoni Sensi & Company, ha visto le regole sugli stranieri cambiare alla vigilia dello scontro diretto a Torino, deciso proprio da quel giocatore con gli occhi a mandorla. Lui, le scarpate, le gomitate, i "vaffanculo" agli arbitri, le sputate in mondovisione. Lui e la sua squadra e gli stessi dirigenti, quei derby salvezza con la Lazio combinati ad hoc e quelle telefonate insabbiate al designatore Bergamo. Lui, Rossella Sensi, Riccardo "Platinette" Luna, già si ergono a nuovi paladini della giustizia con le loro radio e la loro carta straccia. Ci fosse una giustizia per i vostri bilanci, questa gente il derby capitolino lo dovrebbe fare contro la Cisco Roma. Va bene la vergogna interista, ma per favore, i giallorossi che non hanno una cittadinanza sportiva, facciano il favore di stare zitti.